Erano passati quasi tre mesi e il rapporto si era strutturato, ormai, in una maniera assolutamente paradossale e romanzesca: mentre all' ora di pranzo i due addormentati si salutavano a stento, invece dopo tutto il pomeriggio di lavoro, che per Luigi era costituito da faccende domestiche e piccoli lavoretti come aiuto-portiere per il condominio, e appena finita la cena, non si sa perchè o per come, se a causa di qualche magia o grazie al potere nascosto della notte- la notte rende tutti piú soli e così, di conseguenza, bisognosi di affetto e compagnia- Luigi e Annalisa si accomodavano sul divano stringendosi in un eterno abbraccio. A quanto pare il carattere di eternità non si addiceva però, a quei due, che, appena il giorno dopo, a pranzo, si salutavano, ovviamente, a stento con un cenno e poche parole. Perché si comportavano in questo modo assolutamente distruttivo per entrambi? Perché di giorno avevano quasi paura uno dell'altra mentre di notte non riuscivano a fare a meno di stare assieme? Di che cosa avevano realmente paura? Di vedersi faccia a faccia, uno di fronte all'altra di giorno oppure dei pensieri che di notte affollano la mente di ogni essere umano? Indubbiamente la notte porta dei pensieri che, per gli esseri più sensibili, possono essere macigni invalicabili se non con qualcuno che li ama al fianco, e così era proprio per Luigi e Annalisa: mentre Annalisa, con il calare del sole ed il giungere tenebroso e sottile della notte, era spaventata dalla sua vita quotidiana e dal pensiero che, l'indomani, la routine sarebbe stata sempre la stessa, Luigi, invece, era terrorizzato dal costante pensiero della madre, lasciata, a suo parere, a morire da sola in un grande ospedale, senza nessuno vicino disposto a tenerle stretta la mano in quell' eterno attimo in cui i corpi, pian piano, soccombono al peso della vita passata e le anime, più leggere e leggiadre, se ne vanno verso l'alto, trascinate dalle correnti celesti. Al mattino, quando i due si svegliavano, inevitabilmente l'uno accanto all'altra, Annalisa sperava sempre che Luigi non si alzasse per dirle qualcosa o semplicemente per darle il buongiorno, e Luigi, contemporaneamente, faceva finta di dormire sperando che Annalisa non avesse la, a suo parere, malsana idea, di svegliarlo per dargli il buongiorno; così facendo, quei due si rincontravano soltanto nell'imbarazzo del pranzo.
Una sera, però, mentre le menti dei due innamorati danzavano assieme in uno splendido Valzer ballato sul parquet quasi dorato della sala di un imponente palazzo signorile immaginario , la mente di Luigi si bloccò, ferma in mezzo a quel ricchissimo luccichio mentre tutti gli invitati la fissavano, e dalla sua bocca uscì un lungo sospiro(che spaventò un poco Annalisa) e poi una frase che ruppe il silenzio creato da tutte quelle innumerevoli frasi mancate che si erano accumulate nelle sere precedenti: " Quindi che cosa è rimasto?".
Annalisa rimase interdetta e, a causa di tutte le domande e di tutti i problemi che si pose in quel momento, non riuscì a fare altro se non che a fissare Luigi con lo stesso sguardo con cui lui aveva sempre fissato tutti gli altri, lo sguardo di una pazza incuriosita, ma, allo stesso tempo, incapace di capire un linguaggio a lei sconosciuto;
Luigi si stava esponendo fuori dalla trincea, disarmato e sventolando una bandiera bianca mentre Annalisa gli stava sparando senza nemmeno guardare chi vi fosse oltre la sua barricata.
Avvenne, però, che l'uomo disarmato riuscì a superare la barricata schivando i proiettili e pose dei rossissimi petali di rose ai piedi del carnefice: Annalisa e Luigi parlarono tutta la notte dei problemi che li turbavano e li angosciavano più profondamente, ogni volta iniziando un discorso con la domanda "Quindi che cosa é rimasto?", e riuscendo così a sviscerare tutte le paure annidate nel profondo- Provate anche voi ad analizzare la vostra vita in funzione della domanda " Quindi che cosa è rimasto?" e scoprirete quanto siete meravigliosi o terrificanti, quanto abili o incapaci, quanto innamorati o no-.
Ebbene, tutto ad un tratto il "Quindi che cosa è rimasto di me dopo che..." diventò, inevitabilmente un "Quindi, ora, che cosa rimane di noi?", portando Luigi e Annalisa a guardarsi negli occhi e a dichiararsi reciprocamente, senza baci, senza abbracci ma solo con importanti parole scelte accuratamente e dense di un significato speciale per entrambi. Alle ore 2:40 della notte tra il 14 e il 15 Giugno Annalisa e Luigi avevano sconfitto lo loro malattia(che poi è anche la malattia di molti altri): avevano sconfitto la paura.
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Ed ora volevo rivivere
RandomImmagina: svegliarsi di colpo, cercare se stessi e non ritrovarsi in quel corpo, in quegli' occhi, nel nome con cui tutti ci chiamano; guardare dalla finestra e scoprire che il mondo è il nostro peggior incubo. Iniziare ad aspettare, aspettare fino...