Capitolo 1

11.3K 461 46
                                    

<Anastasia! Genoveffa! Venite subito qui!>

Io e mia sorella ci guardiamo. Cosa vorrà la mamma? Abbiamo combinato qualcosa?
<Sì, mamma. Arriviamo!>

Lasciamo le bambole dove sono e usciamo dalla nostra stanza. Faccio andare avanti Genoveffa perché è più coraggiosa. A lei la mamma non fa paura quanto a me. Entriamo in salotto e la troviamo seduta sul divano.

<Sedetevi, bambine. Ho una splendida notizia da darvi!> dice, indicando le poltrone davanti a lei.

Ci sediamo.

<Bambine, ci stiamo per trasferire in una nuova casa!>

<Perché, mamma?> mi lascio sfuggire.
Mamma mi fulmina con lo sguardo.

<Perché mi sto per risposare e quindi andremo a vivere a casa del mio nuovo marito.>

<Avremo una stanza tutta per noi?> chiede eccitata Genoveffa.
La mamma sorride guardando la sua figlia preferita. Lei e Genoveffa sono uguali: tutt'e due hanno capelli lunghi, lisci e scuri. La mamma le pettina spesso i capelli, ma a me non lo fa. Ho i capelli rossi e molto mossi e quando prova ad acconciarmeli, si stufa subito e poi lo fa fare alla domestica.

<Certo, tesoro! Avrete una stanza tutta per voi e giocattoli e vestiti!> dice.
<Ah. Avrete anche una nuova sorella> dice disgustata.

Chissà come sarà questa bambina? È simpatica? Diventeremo amiche? Vorrà giocare con me?

Sono così contenta di avere una nuova sorella con cui giocare che quasi mi dimentico del nuovo papà. Lui come sarà? Sarà buono con me? Mi vorrà bene? Vorrei tanto che non fosse come i papà che ho già avuto. Loro mi trattavano male. Non mi volevano bene. Magari lui sarà diverso.


Siamo in carrozza da un po'. Stiamo andando nella nostra nuova casa.

Io sto pettinando la mia bambola preferita, mentre Genoveffa dorme appoggiata alla mamma.

Cerco di sembrare tranquilla e contenta così mamma non mi sgriderà, ma in realtà sono agitata. Spero tanto che questa volta ci fermeremo più a lungo in questa casa. Ci siamo trasferite anche altre volte, ogni volta che mamma si risposava. Gli altri Signori (non mi piace chiamarli papà) erano troppo vecchi per giocare con me e non avevano figli. Così mi dovevo accontentare di giocare con Genoveffa. A lei voglio bene, ma alcune volte è prepotente e vuole i miei giocattoli.  Mamma è sempre dalla sua parte. Con la mia nuova sorella le cose saranno diverse. Ci divertiremo, giocheremo e rideremo.

Da lontano vedo una villa. Forse è quella casa nostra. Man mano che la carrozza si avvicina, vedo che c'è un grande giardino con tanti fiori colorati. Sorpassiamo il cancello e ci fermiamo davanti alle scale che portano all'ingresso della casa.

Sulla gradinata vedo alcune persone. Forse sono venute a salutarci.

Il valletto apre la porta della carrozza e ci aiuta a scendere.

Mi guardo intorno e vedo che il giardino è ancora più bello da vicino. Non vedo l'ora di giocarci!

La porta d'ingresso si apre ed esce un uomo. Scende le scale, si avvicina alla mamma, la prende per mano e la bacia sulla guancia.

<Bambine, questo è il mio sposo> dice mamma.

L'uomo sorride e si avvicina a noi.

<Ciao. Voi dovete essere Anastasia e Genoveffa. Siete belle proprio come vi immaginavo> dice, sempre col sorriso sulle labbra. <Io sono James. E quella è mia figlia Ella>.

Indica in cima alla scalinata. Lì c'è una bambina che sta scendendo le scale. Ha i boccoli biondi e un bel vestito azzurro.

<Ella, che ne dici di far vedere alle tue nuove sorelle la loro stanza?> dice James.

Ella annuisce e ci fa segno di seguirla dentro casa.

La villa dentro è stupenda. Resto a bocca aperta. È piena di quadri, specchi, tappeti, vasi di fiori. E' tutto molto luminoso e accogliente.

Vedo che Ella e Genoveffa non mi hanno aspettato e sono andate avanti. Allora corro per non perderle. Ella ci fa salire sulle scale, passiamo per dei corridoi e si ferma davanti a una porta. La apre, entra e noi la seguiamo.

La stanza è enorme. Ci sono due letti a baldacchino, due grossi armadi e una finestra enorme da cui entra tanta luce e sotto di essa c'è un divanetto. Ci salgo sopra per guardare fuori. Da qui si vede tutto il giardino, la serra e da lontano vedo anche le montagne. Vedo che in giardino c'è un'altalena. Non vedo l'ora di giocarci. Vorrei chiedere ad Ella se posso usarla subito, ma non vorrei sembrare maleducata.

Ella ci dice di seguirla e apre la porta che c'è vicino alla finestra. 

<Questa invece è la mia stanza> dice Ella. <Quando volete giocare, basta che bussate alla porta. E lo stesso farò anch'io> dice.

Sembra simpatica. Sono sicura che diventeremo grandi amiche.

La sorellastra di CenerentolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora