Capitolo 26

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È passata qualche ora senza che nessuno venisse alla mia porta, né mia madre né Ella. Ho provato, senza risultato, ad aprire la porta che dalla mia stanza porta a quella di Genoveffa, ma era chiusa. Io e mia sorella non l'abbiamo mai utilizzata: nessuna delle due sentiva il bisogno di passare del tempo con l'altra.

Ormai è notte e decido di cambiarmi per indossare la camicia da notte, quando sento un rumore lieve alla porta. Mi avvicino e tendo l'orecchio per sentire meglio. Sì, c'è qualcuno alla porta. Sento rumore di chiavi e spero vivamente che non sia mia madre. La serratura scatta e io mi allontano dalla porta. Se dovesse essere effettivamente mia madre, voglio mantenere una distanza di sicurezza. La porta si apre piano, senza fare rumore, e vedo Ella. Entra e si chiude alle spalle la porta.

<Ce l'hai fatta!> le dico, gettandole le braccia la collo, grata.

<Sì. A quanto pare anche tua madre tiene le chiavi nel cassetto della scrivania come faceva mio padre. Vieni, devi far presto> dice, allontanandosi. <Ho detto a Daniel di aspettarti nel bosco. Vai, corri. Non stare via troppo, però. Non dobbiamo farci scoprire da tua madre.>

La ringrazio e apro piano la porta. Controllo che non ci sia nessuno e mi dirigo verso le scale. Scendo i gradini velocemente, ma cercando di non far rumore. Raggiungo la porta d'ingresso, la apro e me la richiudo alle spalle. Comincio a correre più veloce che posso verso il bosco. Ancora non ci credo che Ella sia riuscita a farmi uscire. Sono libera, per poco, ma quanto basta per vedere Daniel.

Quando arrivo al bosco rallento un po', per paura d'inciampare. Scosto alcuni rami per farmi strada e poco dopo arrivo nel nostro posto, mio e di Daniel. Lo vedo seduto in riva al laghetto che gioca a lanciare i sassi in acqua. Si blocca sentendomi arrivare, si gira e mi viene incontro. Mi butto tra le sue braccia e comincio a piangere.

<Amore, perché piangi?> mi chiede preoccupato, stringendomi ancora più forte al petto.

<Sono felice di vederti> rispondo.

Sento che si rilassa un po', ma non del tutto.

<Ella mi ha detto di aspettarti qui, che volevi parlarmi, ma non mi ha detto perché. È successo qualcosa?>

Mi allontano un po', ma senza interrompere l'abbraccio.

<Mia madre mi ha rinchiuso in camera> dico, asciugandomi gli occhi bagnati dalle mie lacrime.

<Cosa?! Perché?>

<Le ho detto di Enrico. Ho dovuto, mi guardava e non sono riuscita a mentirle> dico, ricominciando a singhiozzare. Non riesco a raccontare quello che è successo senza rivivere tutto.

<Shh, shh> mi dice Daniel, premendo la mia testa contro il suo petto. <Va tutto bene. Adesso ci sono io, tesoro.>

<C'è dell'altro> dico, continuando a tenermi stretta a lui. <Dovrò partecipare al ballo del principe e cercare di conquistarlo. Vuole assolutamente che una tra me e Genoveffa lo sposi, per diventare regina.>

Lo sento irrigidirsi di nuovo.

<E tu? Cosa vorresti?> dice, quasi distaccato.

Mi allontano per poterlo vedere negli occhi.

<A me non interessa né il principe né la corona. Lo sai che non mi interessano titoli e ricchezze.>

<Sicura? Se volessi, potresti ottenere tutto questo. Sono sicuro che non avresti difficoltà a conquistare il principe o chiunque altro. Non sentirti obbligata a stare con me per paura di spezzarmi il cuore. Io voglio il meglio per te.>

La sorellastra di CenerentolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora