Prendo il cestino e corro nel bosco. Ancora non mi sembra vero. Io e Daniel siamo innamorati l'uno dell'altra. La nostra amicizia si è trasformata in qualcosa di più importante.
Scorgo Daniel da lontano. Lo vedo concentrato, preso da qualcosa, ma non riesco a vedere da cosa. Appena mi avvicino, nasconde le mani dietro la schiena.
Lo guardo.
<Cos'hai lì?>
<Lì dove?>
<Dietro la schiena.>
<Niente.>
So che c'è qualcosa, ma non vuole dirmelo.
<Allora perché hai le mani dietro la schiena?>
<Sono comodo così> mi dice.
Mi siedo di fianco a lui.
<Va bene. Se non me lo vuoi dire... Lo scoprirò da sola!> dico, allungandomi dietro di lui e cercando di prendergli le mani.
Lui oppone resistenza, ma io mi butto su di lui e cadiamo distesi sul prato.
<Ecco. Adesso si sarà rovinata> mi dice, dispiaciuto.
<Cosa si è rovinata?>
<Chiudi gli occhi> mi dice.
Io li chiudo, obbediente e impaziente.
Mi mette qualcosa sulla testa, ma non riesco a capire cos'è.
<Ecco. Una corona per la mia principessa> dice.
Mi avvicino al laghetto per specchiarmi.
<È bellissima!> gli dico.
<Si è un po' rovinata con la caduta. Posso fartene un'altra però.>
<No, questa va benissimo. È perfetta!>
Per ringraziarlo, lo bacio. Un bacio dolce, tenero. Ancora non mi sembra vero di poterlo fare quando voglio. Appena mi allontano, Daniel mi prende il viso e riprendiamo a baciarci.
<Era da tanto che sognavo di poterti baciare> mi dice, tra un bacio e l'altro.
<Davvero?>
<Sì, da anni.>
<Quando ti sei reso conto che non ero più solo un'amica per te?> gli chiedo, interessata.
<Beh. Mi avevi colpito già dalla prima volta che ti ho vista. Eri così carina con i tuoi ricci rossi. E mi piaceva che ti preoccupavi tanto per Ella. Non ti interessava che non fosse veramente tua parente. Per te era, ed è ancora, come una sorella e forse anche di più. Mi piace anche il fatto che a te non sia mai interessato che io fossi un semplice giardiniere. Mi hai trattato fin da subito come un tuo amico.>
<Ho sempre ammirato l'amore che metti nel curare il giardino e mi è sempre piaciuto darti una mano.>
<Ecco, vedi? Anche questo. Tu non sei come Genoveffa o tua madre. A te non dispiace sporcarti le mani e aiutare gli altri, anche se magari non è compito tuo. Aiuti sempre tutti, anche se sono di un ceto sociale più basso del tuo. Tu non hai mai badato a queste cose. Mi hai sempre trattato come un tuo pari.>
<E lo farò sempre> dico, arrossendo per tutti i complimenti che mi ha fatto.
Mangiamo e passiamo il resto del pomeriggio a confidarci l'un con l'altro, finché il sole comincia a tramontare.
<Devo proprio andare.>
<Lo so, purtroppo. Vorrei non separarmi più da te> dice, triste.
Ci alziamo e ci incamminiamo verso casa, mano nella mano. Arrivati alla fine del bosco, ci salutiamo e ci baciamo un'ultima volta. Lui rientra nel bosco, diretto al villaggio dove vive e io mi dirigo verso casa.
Entro e mi chiudo la porta alle spalle e mi ci appoggio. Sospiro, felice. Chi s'immaginava che sarebbe andata così tra di noi? Cerco di ricompormi come posso e vado in sala da pranzo. Genoveffa e mia madre sono già sedute a tavola.
<Sei in ritardo> mi dice mia madre.
<Mi dispiace.>
Mi siedo al mio posto e poco dopo entra Ella per servire la cena.
<Ti sei ripresa, Anastasia?> mi chiede lei, facendomi l'occhiolino.
<Sì, grazie Ella. Sto molto meglio> le dico, sorridendole.
<Sembri felice, Anastasia. È successo qualcosa?> mi chiede mia madre, sospettosa.
<No, niente. Ripensavo al sogno che ho fatto oggi. Era così bello che sembrava vero. E magari lo è.>
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La sorellastra di Cenerentola
FanfictionE se la protagonista della fiaba di Cenerentola non fosse stata lei, ma una delle sue sorellastre? Come sarebbe andata? Cenerentola è così buona e innocente come vogliono farci credere? E le sue sorellastre sono veramente così cattive? #6 in N...