Capitolo 27

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E adesso? Cosa faccio? Ormai mi ha vista, non posso nascondermi. Non posso fare altro che stare ferma dove sono e lasciare che mi si avvicini. Chiudo gli occhi e aspetto la sfuriata di mia madre. Aspetto e aspetto, ma vedendo che non dice niente, riapro gli occhi.

È di fronte a me, ma stranamente non è arrabbiata. Non mi sta fulminando con lo sguardo né vedo uscirle fumo dalle orecchie. Sembra quasi fiera di sé stessa e contenta, ma non ha senso. Perché non mi dice niente? Perché non mi grida che sono una delusione per lei e la nostra famiglia?

<Andiamo, Anastasia. Torniamo a casa> mi dice, calma.

Continuo a guardarla senza capire. Non è da lei essere così calma, soprattutto non con me. In quel momento mi torna in mente il motivo per cui mi trovo qui: Daniel! Dov'è? Starà arrivando? Non posso tornare a casa, devo aspettarlo.

<Lui non verrà> dice mia madre. Si gira di spalle e torna sui suoi passi, verso casa.

<Come?> dico scioccata.

Come fa a sapere che stavo aspettando qualcuno? E come sa che lui non verrà?

<Anastasia, torniamo a casa! Non farmi perdere la pazienza. Il figlio del giardiniere non verrà> dice, continuando a camminare.

Come fa a sapere di me e Daniel?

La raggiungo correndo e mi metto di fronte a lei.

Sono sconvolta e un po' intimidita da mia madre, ma la curiosità mi fa diventare coraggiosa.

<Come lo sai?> dico.

Questa domanda ha più di un significato: come sa di me e Daniel? Come sapeva dove trovarmi? Come sa che lui non verrà?

Fa un mezzo sorriso e dice: <Chiedilo ad Ella.>

Mi supera ed entra nel bosco, diretta verso casa.

Resto bloccata, le gambe non ne vogliono sapere di funzionare. Ella? Cosa c'entra Ella? Non ci credo che ha detto a mia madre i miei segreti, non lo farebbe mai. Ma allora perché mia madre ha detto di chiederlo a lei? Solo per dividerci o c'è un fondo di verità?

Resto ancora qualche minuto nel bosco, ma poi mi arrendo all'evidenza: Daniel non verrà. Cammino verso casa, a testa bassa, triste. Attraverso la porta d'ingresso e salgo le scale per andare in camera mia. Davanti alla porta vedo Ella seduta, in lacrime.

Appena si accorge della mia presenza, mi guarda negli occhi e si alza in piedi.

<Mi dispiace, Anastasia. Mi dispiace così tanto> dice singhiozzando, con le lacrime che le scorrono lungo le guance.

<Ella, mia madre ha detto che Daniel non sarebbe venuto e ha detto di chiedere a te il motivo.>

Non credo che lei sappia effettivamente il perché, penso che mia madre me l'abbia detto per mettere zizzania tra di noi.

Ella mi guarda colpevole.

<Mi dispiace tanto> continua a ripetere.

Ma di cosa le dispiace?

<Ella, cos'è successo?> chiedo.

Comincio a preoccuparmi.

<Io... Dopo averti fatta uscire di nascosto sono andata in camera mia e lì c'era tua madre.>

<E...?>

<E... Stava leggendo il mio diario.>

Non sapevo che tenesse un diario, ma non vedo come questo riguardi me e Daniel.

<E quindi?> dico.

<Nel diario scrivo tutto... Le mie giornate, i miei sogni... E le nostre conversazioni...>

<Cosa?! Perché?!>

<Beh sai, le mie giornate sono tutte uguali, non mi succede mai niente di interessante. E allora ho cominciato a scrivere anche quello che succedeva a te.>

<Da quanto scrivi i miei segreti?>

Ella mi guarda colpevole e poi abbassa lo sguardo.

<Da quando eravamo bambine.>

<Cosa?! Quindi mia madre ha letto di me e Daniel?>

Annuisce.

<E avevi anche scritto della nostra fuga e dov'era l'appuntamento?>

Annuisce.

Sono scioccata e arrabbiata, molto arrabbiata. Ho sempre confidato ad Ella i miei segreti, sicura che non li avrebbe mai rivelati a nessuno. E adesso vengo a scoprire che li aveva scritti nel suo diario e che mia madre l'ha letto.

<Io mi fidavo di te> dico, delusa ed arrabbiata.

<Mi dispiace tantissimo. Io non volevo> dice piangendo.

Entro in camera mia e mi chiudo la porta alle spalle. Sento ancora Ella che piange in corridoio, ma non m'interessa. Mi ha tradita. Non le ho raccontato i miei segreti perché potesse scriverli e tutti potessero leggerli.

Decido di andare a dormire. Domani parlerò con Daniel e gli spiegherò tutto.


<Cenerentola, dove sono le mie uova?> chiede Genoveffa, altezzosa come sempre.

Ha preso l'abitudine di usare questo nomignolo con Ella, sapendo che lei non lo sopporta.

Stamattina c'è più silenzio del solito in sala da pranzo. Ho dormito molto poco stanotte e non ho proprio voglia di conversare stamattina.

Ella corre in sala da pranzo con le uova richieste da mia sorella. Cerca di incrociare il mio sguardo, ma io lo evito. Non voglio parlarle.

Finisco la mia colazione, mi alzo dalla tavola e vado in giardino a cercare Daniel. Giro l'angolo della casa e lo vedo chino su una pianta. Mentre mi sto avvicinando si alza e si asciuga il viso con la manica.

Non è Daniel!

È un uomo che non conosco, non l'ho mai visto. Dov'è Daniel?

Rientro in casa e cerco mia madre. In fin dei conti, ormai lei sa di me e Daniel, quindi non c'è più bisogno di nasconderlo.

La trovo in salotto, seduta sulla sua poltrona.

<Madre, dov'è Daniel?> le chiedo.

<Chi è Daniel?>

<Il giardiniere. Lavora per noi da anni. Fuori ho visto un altro al suo posto.>

<Sì, lui è il nuovo giardiniere.>

<E Daniel?>

<Non lavora più per noi. L'ho mandato a lavorare per una famiglia che vive molto lontano da qui.>

Daniel. Il mio Daniel, non c'è più. Sento una stretta al cuore.

<Non credevi che avrei permesso che restasse qui, vero? La cosa stava diventando troppo seria e pericolosa per la nostra famiglia. So di te e della tua amicizia con quel ragazzo da anni, grazie al diario di Ella, ma non credevo diventasse una cosa seria. Quando ho capito che era così, ho deciso di combinarti il matrimonio con il conte, ma tu hai rovinato tutto. Poi ho letto della vostra fuga ed ho dovuto prendere dei provvedimenti.>

Resto a bocca aperta. Sa tutto fin dall'inizio per colpa del diario di Ella! Mia madre ha mandato via Daniel per colpa della mia sorellastra! Ho perso l'amore della mia vita per colpa sua! Non la perdonerò mai!

Scoppio a piangere: ho perso nello stesso giorno Daniel e una sorella. Esco dal salotto e mi imbatto in Ella.

Lei prova a scusarsi nuovamente, ma io la blocco: <Va via, Cenerentola!>

Spalanca gli occhi e si allontana ferita, ma a me non interessa. Non più. Ho sbagliato a confidarmi con lei e a trattarla come una sorella, mentre è solo una sorellastra. Ma non farò più questo sbaglio.

La sorellastra di CenerentolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora