Capitolo 1

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   Come ormai era abituato, Jeff si svegliò completamente ricoperto di  sudore e con il cuore che batteva velocissimo, si poteva sentire il  battito senza bisogno dello stetoscopio. Guardò la sveglia: era ancora  notte fonda. Provò a rilassarsi sul letto e si mise ad ascoltare il  silenzio che aleggiava nel suo appartamento.

   Il posto in cui viveva Jeff non era niente di troppo lussuoso, era un  appartamento di sole 3 stanze: un salotto che era arredato molto  semplicemente, la parte più sistemata era quella in cui passava più  tempo, la zona TV. Non aveva molti mobili e i pochi che aveva avevano  uno strato di polvere che si poteva vedere a occhio nudo; aveva un bagno  con giusto le cose essenziali e un camera da letto, un altro posto in  cui passava molto tempo, in cui c'era un letto e un armadio, con nemmeno  tanti vestiti al suo interno, Jeff non andava molto spesso a fare  shopping.

   All'improvviso questa sensazione di pace venne interrotta, quando udì  un rumore provenire dall'ingresso del suo appartamento. Decise di  ignorarlo, il sonno gioca brutti scherzi, ma, quando senti di nuovo un  rumore strano, si alzò molto lentamente dal letto e, ancora tutto  assonnato, si diresse verso l'ingresso.

   Accese la luce del salotto e si trovò davanti la figura che aveva  visto in lontananza il giorno prima. Era girata di spalle, ma sapeva che  si trattava della stessa persona. Lo spavento che provò gli fece  passare all'improvviso tutta la stanchezza che aveva.

   La figura si volto e tolse lentamente il cappuccio che copriva la  faccia e, una volta scoperta, Jeff ebbe un sussulto: era una ragazza  molto giovane e di bell'aspetto, a suo parere. Dopo qualche secondo di  esitazione, finalmente il silenzio fu rotto dalle parole di Jeff.

   - Io so chi sei.
- Dici sul serio? - rispose la ragazza in un tono che a Jeff sembrò quasi speranzoso.
- Certo, eri la persona che ieri pomeriggio mi osservava, mentre ero  per strada. - la ragazza parve quasi delusa dalle sue parole, come se si  aspettasse di essere riconosciuta per altro.
- È vero, ieri ti stavo osservando e mi dispiace per averti  spaventato. - Jeff arrossì lievemente a queste parole. - È da un po', in  realtà che cerco di raggiungerti, avevo bisogno di parlarti.
- Di cosa dovresti parlarmi? Non ci conosciamo nemmeno.
   - Possiamo accomodarci, prima?

"Vorrei tanto sapere chi le da il diritto di comandare in casa mia."  pensò Jeff tra sé e sé, ma il tono triste della ragazza lo fece sentire  un po' in colpa, così la fece accomodare nella sua poltrona, mentre lui  si mise su una sedia.

   La ragazza tirò fuori dalla giacca una cartella con dentro qualche  foglio, qualcosa di serio, pensò Jeff, e la porse verso di lui.

   – C'è qualcosa che devi sapere... di nuovo.

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