Kay accompagnò Jeff davanti al palazzo in cui si sarebbe svolta la sua prima missione, era il palazzo più alto che si potesse trovare nella periferia della città e, all'esterno, era completamente fatto di vetro. Una volta arrivati, lei gli diede le ultime istruzioni.
- Allora, prima di andare, ricordati di stare attento a non attirare l'attenzione e, soprattutto, non dare niente per scontato. Quando troverai l'oggetto da recuperare, potresti non trovarlo in bella vista, ma è molto probabile che sarà all'interno di una scatola o qualcosa del genere. Non aprirla, mi raccomando, non sappiamo quali altri meccanismi potrebbe contenere e non vogliamo perderti già alla prima missione.
- Grazie, questo mi rassicura molto. - rispose Jeff ironicamente. - Per scappare come farò? Sicuramente chiuderanno gli ingressi.
- Beh, questo è il tuo dovere, Jeff, io non so in quali situazioni ti troverai. Sarai completamente solo.
- Non del tutto, ho questo! - disse mostrando a Kay il telefono che gli ha consegnato Greg.
- Giusto, a proposito del telefono. Hai a disposizione una sola chiamata, altrimenti potrebbero rintracciarti, ma non potrai chiamare nessuno di noi. Come ti ho detto, ti abbiamo dato tutto l'aiuto che potevamo offrirti.
- E chi dovrei chiamare? Non ho rapporti con nessuno da un paio di settimane. - e a queste parole Jeff ebbe un tuffo al cuore. Si era scordato che quel lavoro era il motivo dei suoi recenti incubi e del suo volersi isolare.
- Si, ne sono al corrente, ma penso che, quando ne avrai bisogno, ti verrà in mente cosa fare.
- D'accordo, allora vado.
- In bocca al lupo, Jeff. Mi raccomando, vedi di tornare. Io porto via la macchina da qui, quando avrai completato la missione tornerò a prenderti. - e detto questo gli diede un bacio su una guancia.Mentre era ancora scosso a causa dei suoi pensieri ed il bacio di Kay, Jeff si avviò verso l'edificio ed entrò tranquillamente.
"Bene, si va in scena", pensò Jeff.
L'ingresso era sospettosamente vuoto, alla reception c'era il PC acceso, ma nessuno che lo stesse usando. La prima cosa che pensò di fare, fu di andare nell'ascensore e assicurarsi del numero di piani. Guardando l'edificio all'esterno, si direbbe che ne avesse avuti all'incirca 5. Entrato nell'ascensore, questa previsione venne confermata. Aveva 5 piani da setacciare alla ricerca di un oggetto di cui non conosceva né la forma, né la posizione.
Dopo aver controllato a fondo i primi 3 piani, e non aver visto anima viva, arrivo a metà del quarto quando, una volta aperta una porta, si trovò davanti un pacco non troppo grande.
"A quanto pare Kay aveva ragione"
Appena lo prese dal tavolo in cui era appoggiato, notò che non era tanto pesante, ma purtroppo non era nemmeno leggero. Jeff contò 10 secondi e, appena finito di contare, sentì un allarme suonare e fu sicuro di aver trovato l'oggetto giusto.
Alle sue spalle sentì dei passi avvicinarsi velocemente verso di lui. Dovevano essere le spie di cui aveva parlato Kay, ma lui era sicuro che il posto fosse vuoto. Forse si trovavano al piano superiore, la sua solita sfortuna.
Jeff scappò verso le scale e continuò a salire finché non si trovò sul tetto e gli uomini che lo inseguivano, erano in 3 e piuttosto muscolosi, lo raggiunsero.
"Avrei potuto lanciarlo da quassù e sperare che Kay lo prendesse al volo, se solo non se ne fosse andata, ma sarebbe comunque stato un rischio troppo alto. Beh, credo proprio che sia finita qui."
Ma in quel momento a Jeff tornò in mente una cosa successa prima di quella settimana dimenticata, quando era a cena fuori con la sua, ormai, ex fidanzata Holly e, mentre tornava a casa, venne fermato dalla polizia con l'accusa di aver venduto sostanze illegali. Dopo aver dimostrato all'agente che la soffiata fatta era falsa e dopo aver ricevuto le scuse del poliziotto per il malinteso, tornò a casa con Holly e non ci pensò più, ancora non sapeva chi aveva cercato di incastrarlo. Ma ora la polizia gli avrebbe fatto molto comodo, e quasi ringraziò per quella soffiata falsa, così prese il telefono e chiamò la centrale e si fece passare l'agente che lo aveva fermato.
- Pronto? Sono l'uomo che ha fermato qualche settimana fa, si ricorda? - Jeff cercò di avere un tono sicuro e deciso.
- Certo, mi ricordo di lei. - rispose l'agente un po' interdetto.
- Bene, volevo avvisarla che la soffiata era corretta, le accuse che mi aveva dato erano meritate. Tutto quello che vi è stato detto su di me era corretto.
- Sta dicendo sul serio?
- Assolutamente, mai stato più serio. - Jeff stava sudando freddo, stava mentendo a un poliziotto e i tre uomini si avvicinavano spingendolo al bordo del tetto. - E dato che non ho paura di voi, vi dirò anche dove trovarmi.Jeff diede la sua posizione all'agente che nemmeno riattaccò, infatti si sentì la sua voce chiamare più agenti possibile per andare con lui. Sperò solo che qualcuno dell'agenzia per cui ormai lavorava avrebbe pagato la cauzione, in caso di arresto.
In attesa dell'arrivo della polizia, cercò di temporeggiare per non farsi prendere, e soprattutto non lasciarsi prendere l'oggetto dalle mani, dai 3 gorilla che lo chiudevano in un angolo, ormai. Fortunatamente dopo pochi minuti sentì delle sirene avvicinarsi e le spie scapparono più agilmente di quanto il loro fisico farebbe pensare. La polizia raggiunse Jeff sul tetto e si ritrovò subito con le manette ai polsi.
- So cosa ho detto al telefono, - disse all'agente con cui aveva parlato. - ma le assicuro che non ero serio, era solo uno scherzo per liberarmi di alcuni uomini che mi avrebbero fatto fuori.
- Si fidi, questo non la mette in una situazione migliore, mobilitare tutta la polizia per uno scherzo è anche peggio che per l'accusa di cui si era appropriato. - rispose l'agente in tono molto arrabbiato. - Adesso ci segua, la portiamo alla centrale.Un agente prese la scatola che aveva recuperato Jeff, ma, prima che riuscì ad aprirla, gli urlò contro.
- NO! Non la apra. È, ehm, un regalo per la mia fidanzata. - improvvisò Jeff guardando l'agente che lo aveva ammanettato. - Si ricorda di lei, vero?
L'agente fece un cenno al collega che lasciò perdere il pacco. Una volta usciti dall'ingresso, Jeff vide Kay arrivare e chiese di poterle consegnare la scatola. Dopo aver ricevuto il permesso, andò da Kay con aria soddisfatta.
- Ce l'ho fatta! Certo, non nel modo più normale, ma l'importante è esserci riuscito.
- Bravissimo Jeff, sapevamo di poter contare su di te. Ci penso io a portarlo alla sede, credo tu sia un po' impegnato al momento. - disse Kay sorridendo.
- Già, a proposito, voi potete fare qualcosa?
- Certo, tranquillo, parlerò con il direttore e ci penseremo noi. Adesso, non vuoi scoprire cosa c'è nella scatola?
- Non aspettavo altro, ma hai detto che potrebbero esserci delle trap...Jeff non finì nemmeno la frase che Kay aprì la scatola e tirò fuori un'action figure di Iron Man, scritto sulla confezione c'era il titolo dell'ultimo film degli Avengers.
- Beh, a questo punto posso dirtelo. - disse Kay in tono divertito. - Questa era solo una missione di prova per testare le tue abilità. Direi che l'hai superata alla grande.
- Ma quegli uomini che mi inseguivano...
- ...erano dei colleghi. Per fortuna che non li hai incontrati alla base o sarebbe saltato tutto.
- E la "missione di recupero", invece?
- Oggi è domenica, Jeff, non passano i corrieri, ma il direttore era molto impaziente di aggiungere questo alla sua collezione, cosi abbiamo un po' approfittato dell'occasione.
- Sono passato da agente segreto a fattorino nel giro di una giornata, ottimo. - disse Jeff in tono sarcastico.
- Hai svolto un ottimo lavoro, non avrei mai pensato alla soluzione che hai trovato tu. Adesso meglio che vai, prima che gli agenti si arrabbino di più. Tranquillo, ti faremo uscire noi, poi ti comunicheremo la tua vera prima missione.Mentre Kay andava via e lui veniva scortato verso la centrale di polizia, i suoi pensieri tornarono alla sua ex fidanzata e si chiese se l'avrebbe mai più rivista.
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The Game
ActionUn passato dimenticato torna a perseguitare un uomo che pensava di condurre una vita già non molto tranquilla. Si troverà a ripercorrere passi già fatti, ma che per lui sarà come se fosse la prima volta. . Questa è la prima storia che scrivo, se vol...