Capitolo 4

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Dopo quelli che a Jeff sembravano pochi secondi, si senti scuotere per la spalla da una mano leggera. Si svegliò e vide davanti a sé Lisa che lo chiamava.

- Jeff, svegliati, il direttore è pronto per vederti.
- Cosa? Quando mi sono addormentato? Quanto tempo ero seduto qui?
- Non molto, sono passati solo 10 minuti. Non ho voluto disturbarti, sembravi molto stanco.
- La ringrazio, Lisa. Posso entrare nel suo ufficio, quindi?
- Certo, vieni con me.

Lisa lo accompagnò davanti all'ufficio del direttore, aprì la porta per avvisare quest'ultimo e fece gesto a Jeff di entrare.

Si aspettava di trovare un uomo di una certa età, che ne avesse viste così tante nella sua vita da essere diventato un uomo saggio, invece la persona che si trovò davanti una volta entrato era...

- Un bambino?! - urlo Jeff. Non si rese conto di aver urlato finché non sentì l'eco della sua voce nell'ufficio. - Tutto questo non ha senso, il direttore di questo posto è un bambino? No, sicuramente sarà qui per la giornata "Porta tuo figlio a lavoro", deve essere così.

Jeff non aveva parole. Tutto quel tempo ad aspettare di incontrarlo, per poi trovarsi un bambino che, per ingannare l'attesa, sistemava le sue carte di Yu-Gi-Oh nel suo raccoglitore.

- Scusa se non ti ho ricevuto prima, ma stavo aprendo i pacchetti nuovi. Ora siediti, per favore. - rispose il bambino. La sua voce, nonostante non si fosse ancora sviluppata, emanava autorità, infatti Jeff gli diede retta e si accomodò, trattenendosi molto per non dare di matto alla vista di quella scena. - So che tutto questo potrà sembrarti assurdo, ma non abbiamo tempo per focalizzarci su queste cose. Adesso seguimi, devo portarti da una parte. Mentre andiamo ti dirò alcune cose su questo posto.

Jeff non era più sicuro di volere delle risposte, quello che voleva era capire perché fosse li. Ormai, però, era dentro, tanto valeva dare corda a quella buffonata. Durante la strada, il bambino, che a quanto pareva era davvero il direttore, gli cominciò a spiegare dove si trovava e cosa facevano.

Il direttore, anche se era molto piccolo, sembrava conoscere molte cose. Avrà avuto sui 10 anni, non era molto alto, nemmeno per la sua età, e aveva capelli e occhi marroni, la sua espressione, a differenza di un normale ragazzino della sua età, era molto dura e severa. Sarebbe potuto benissimo essere il bambino che segnava i nomi di chi parlava sulla lavagna quando la maestra usciva dall'aula, ma a quanto pare una carriera da direttore lo intrigava di più.

Quel posto era molto segreto e noto solo agli addetti, come aveva accennato Kay, svolgevano lavori che la polizia, la CIA o l'FBI non riuscivano o non avevano il coraggio di svolgere. Le persone all'interno dell'edificio erano molto più di agenti segreti. Quel luogo era così segreto da non avere nemmeno un nome o un logo, infatti, chi ci lavorava, lo chiamava semplicemente "lavoro", così anche da non destare nessun sospetto parlando con le persone all'esterno.

- Eccoci, siamo arrivati. - annunciò il direttore, una volta arrivati davanti a una porta che portava a una specie di palestra.
- Perché siamo in una palestra? Non vorrai mica farmi allenare adesso.
- Non esattamente, volevo mostrarti una cosa. Sali sul ring, se non ti dispiace.

Jeff capì che non era una vera richiesta e fece ciò che gli era stato chiesto. Guardò la porta da cui era entrato e vide entrare un uomo che aveva visto mentre camminava verso quella stanza. Il bambino lo chiamò a sé e gli sussurrò una cosa all'orecchio, poi gli fece gesto di salire sul ring insieme a Jeff, cosi si ritrovò faccia a faccia all'interno di un quadrato delineato da delle corde molto robuste con un uomo muscoloso, ma non troppo, che, secondo Jeff, aveva una faccia simpatica. Si strinsero la mano, poi l'uomo si mise in posizione come per combattere.

- Aspettate, cosa avete intenzione di fare? Non voglio partecipare a questa cosa, voglio tornare...

Jeff non riuscì a finire la frase, che il suo sfidante attaccò e, a sua sorpresa, riuscì a parare il colpo.

"Okay, questa è stata fortuna, non so nemmeno cosa sia successo" pensò Jeff. L'altro uomo continuo ad attaccare, anche se non troppo violentemente, e Jeff continuava a parare i colpi come se non fosse nato per fare altro. All'improvviso, come per un riflesso incondizionato, prese a contrattaccare. Il suo corpo si muoveva da solo, eseguiva mosse di combattimento che ricordava di aver visto in alcuni vecchi film di Bruce Lee. Jeff non capiva cosa era successo al suo corpo, era come se all'improvviso avesse imparato molti stili di combattimento, stava avendo il dubbio che non gli fosse arrivato per mail l'Intersect, come nella serie tv "Chuck". In un momento come quello, il pensiero che gli venne fu di volersela riguardare.

- Bene, può bastare. - annunciò il direttore. - Jeff, puoi venire qui da me?
- Dimmi... scusi, mi dica. - a Jeff veniva molto difficile parlare in modo formale con un bambino che, per l'età che aveva, sarebbe potuto essere il suo fratellino.
- Non penso di dover aggiungere qualcosa, ti sei accorto da solo di cosa hai fatto, vero?
- Quindi stava succedendo davvero? - si voleva convincere che fosse tutta un'illusione data dalle poche ore di sonno che aveva avuto.
- Sì, era tutto vero. Adesso parliamo di cose serie. Ti sarai accorto che non sei una persona qualunque, quindi te lo dirò senza girarci intorno. Tu hai già lavorato qui, quella settimana che non ricordi l'hai passata con noi. Come già ti avrà detto Kay, hai scelto tu di cancellarti i ricordi sui tuoi momenti qui, infatti non ricordi più niente. Il motivo per cui ti abbiamo cercato è perche abbiamo nuovamente bisogno di te, sei stato un ottimo membro per la squadra e adesso c'è una nuova minaccia di cui vorremmo ci aiutassi a liberarci. Ho detto anche più di quel che avrei dovuto. Rifletti sulla mia proposta e, appena avrai deciso, torna al mio ufficio per riferirmi la tua decisione.
- Cosa mi succederà se decidessi di rifiutare? Mi ucciderete?
- Cosa? Assolutamente no, ti rimuoveremo semplicemente i ricordi attuali su questo posto e le informazioni che hai avuto, ti ritroverai a casa tua e sarà come se niente fosse mai accaduto. Bene, allora a tra poco.

Jeff era veramente indeciso. Era passato dal non voler mettere piedi fuori casa, al combattere con uno sconosciuto. Il tutto in solo una notte. Dovette ammettere con sé stesso che ciò che era successo poco prima gli aveva fatto completamente cambiare opinione su quella notte, anche se il fatto che il direttore fosse un bambino lo trovava ancora assurdo.

Dopo circa una decina di minuti, Jeff tornò verso l'ufficio del direttore, Lisa gli aprì la porta e lui entrò, guardò dritto negli occhi il direttore, che sostenne il suo sguardo, e parlò.

- Ho preso la mia decisione. Resto.

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