Intorno era solo silenzio. Il paese, in basso, sembrava già addormentato mentre gli ultimi raggi di sole scomparivano dietro Vettanebbia. Ettore scese da cavallo e fu subito davanti alla grande porta ferrata. Era decisamente fuori luogo, quel gran portone appariscente, in mezzo alle povere capanne degli altri contadini. Un battente lustro faceva bella mostra di sé fra ricercati intarsi di legno e ferro. Era davvero una porta degna di un re. Peccato che custodisse una casa piuttosto modesta.
Ettore bussò, mal celando un sorriso. Per qualche istante non si udì nulla. Immaginò che dall'altro lato ci si stesse chiedendo chi disturbasse a quell'ora. Poi, un lieve fruscio e: "Ettore!" disse una voce maschile, senza tutto l'entusiasmo che intendeva manifestare.
Fabiano era ancora lo stesso, non c'erano dubbi. Un giovane malinconico, dai tratti dolci ma non bellissimi. Assomigliava a quelli della sua stirpe, ma senza il piglio un po' avventuroso dei loro volti. Persino gli occhi che pure suo padre aveva belli, in lui erano come smorzati, appannati.
Ettore era ancora davanti alla porta. Il giovane lo osservava, con aria interrogativa. "Non entri?"
"Non credo sia questa la domanda che vorresti rivolgermi" disse l'uomo più anziano, pur accettando l'invito.
Fabiano sospirò. "Non c'è bisogno di chiedere – disse, distogliendo lo sguardo – Saprai già quali domande vorrei porti."
Ettore si sedette, senza attendere un invito esplicito. La grande stanza in cui si trovavano non deludeva le aspettative. Era altrettanto pretenziosa del portone e altrettanto fuori luogo. Si chiese dove si fosse procurato certi oggetti. L'orologio, ad esempio, che campeggiava sul camino, era abbastanza raro anche per luoghi lontani da quel villaggio. E i libri, i tessuti, le piccole armi in miniatura non facevano che rendere quel posto una sorta di museo ad un passato che non esisteva più. Né per lui né per il suo ospite. Che, stranamente, non sembrava accorgersene.
"Non sono qui per te. Questo puoi averlo immaginato da solo – spiegò con voce pacata – E sono l'unico a sapere dove ti trovi, stai tranquillo. In verità, non saprei chi dovrebbe venire a cercarti."
Fabiano, cauto, si sedette a sua volta. Non sembrava a suo agio e, del resto, ne aveva tutti i motivi. "Ettore, io..."
Lo sguardo di Ettore si fece più duro. "Non dire nulla, Fabiano – lo interruppe – Quello che devi dire non sono io ad avere il diritto di ascoltarlo. Ad altri dovresti parlare, se e quando ne avrai l'occasione. Sta a te decidere, lo sai bene."
"A me? – chiese il giovane, incredulo – E a chi dovrei parlare, poi? Di tutti quelli che amavo, sei rimasto solo tu. So quello che pensi di me, senza bisogno di leggerti nella mente. Ma resterai sempre il mio maestro."
"Tu non sai cosa penso di te – fece Ettore, stanco – E, tra l'altro, preferisco seguire l'esempio della mia gente e non giudicare il prossimo. Mi risparmio tante afflizioni, lo puoi immaginare. E poi, te lo ripeto, non sono qui per te. Voglio vedere lei."
Fabiano sembrò rilassarsi, solo leggermente. Si alzò, senza dire nulla, e accompagnò il suo maestro in un'altra camera, più piccola. E più semplice, anche. A parte una culla che, come un monumento, riempiva la stanza del suo candore.
"Ho fatto il meglio che ho potuto" disse Fabiano, prima ancora che Ettore si avvicinasse.
"Non ne dubito" rispose l'uomo, meno duramente. Scostò le tende del lettino e lei era lì. Dormiva serena, tra le lenzuola candide, una manina appoggiata al viso come se pensasse. In quel momento aprì gli occhi. Ettore non poté fare a meno di stupirsi. Erano verdi come quelli di tutta la sua stirpe, ma profondi e vellutati come quelli di sua madre. Gli sorrise, per nulla spaventata da quel viso barbuto. Per un lungo istante, pensò di portarla con sé. Sarebbero andati al sud, insieme, e lui l'avrebbe protetta e curata come si meritava.
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La via delle stelle
FantasyLucenzia vive con suo zio in una valle isolata ma sogna di vedere il mondo. Insieme alle minacce di una prossima guerra giunge nella valle anche un giovane misterioso che la trascinerà in una travolgente avventura in cui farà i conti con il suo pass...