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Sfreccio sull'asfalto cercando di non pensare a questa serata, e cercando di arrivare a casa il prima possibile, non so in che condizioni sia, non so come possa stare, so solo che mi deve un grande favore e so anche già quale... 

Finalmente la facciata di casa mia si intravede dalla via, mi fermo davanti al cancello, come al solito la macchina di mio padre non c'è segno che è ancora al lavoro... 

Cerco di trascinarlo dentro casa, lo adagio sul divano e medico le ferite con il kit di pronto soccorso, fortunatamente in Italia avevo fatto delle lezioni base 

Ha un taglio molto profondo che gli attraversa il sopracciglio, il labbro rotto e... Del sangue mi ricopre completamente la mano che è stata sulla sua schiena fino a cinque minuti fa, cerco di girarlo sperando che non sia niente di grave, ma, i miei pensieri crollano quando un profondo taglio dovuto sicuramente a una lama cattura la mia vista... 

Prendo una forbice e gli taglio la sua maglietta nera, prendo il disinfettante e pulisco la ferita, il sangue non si ferma, continuo a tamponare con garze e cotone, ma niente da fare, l'unica cosa è cucirgli la ferita... 

Ho visto un paio di volte come fare, non penso sia così difficile, se lo lasciassi qua morirebbe dissanguato e portarlo all'ospedale non se ne parla, farebbero troppe domande, con un grande respiro e con tutto il coraggio possibile cerco nella cassetta tutto il necessario, fortunatamente c'è tutto, mi infilo i guanti e cerco di ricordarmi cos'avevo visto al corso; dieci minuti dopo la ferita è cucita e gli metto un grosso cerotto e spero con tutto il cuore che si riprenda. 

È stata la notte più lunga della mia vita, la più rischiosa, la più attiva e la più viva, fortunatamente Costanza non si è svegliata, vado a prendere due bicchieri d'acqua, uno nel caso che si svegli, degli antidolorifici e una spremuta; lo copro con una coperta pesante e spero che si ricordi ben poco di tutto quello che è successo. 

Ormai sono le sei del mattino, il sole non è ancora sorto e le nuvole di pioggia stanno coprendo tutto il cielo, vado in cucina e decido di provare a preparare la colazione, prendo un libro di cucina e cerco di cimentarmi nel fare pancake, uova e delle crêpe, deve mangiare visto che comunque ha perso molto sangue, appena terminata la pastella, sperando che sia venuta nel modo corretto, vado di sopra e mi faccio una bella doccia calda, è da tanto che non aggiorno il mio diario, probabilmente stasera lo aggiornerò... 

La doccia lava via tutta la tensione accumulata, l'acqua calda mi rilassa i muscoli e il mio corpo si rilassa leggermente, quando sono pronta per affrontare la giornata esco e mi vesto con una tuta larga nera e una felpa di pelo nera e metto nei miei piedi le calde e morbide pantofole, sono ritornata me stessa. 

I capelli bagnati gocciolano lungo le scale che portano al soggiorno, spero che questa mattina Andrew si senta meglio, l'ultimo mio problema è un moribondo sul mio divano, prendo il mio diario e inizio a scrivere frasi, commenti e il pensiero che con flebile voce ho detto ieri sera, questa volta l'ho scritto in grande e in rosso, rosso come il sangue e rosso come l'amore: 

"Ho ucciso per amore" 

Ormai sono le nove di mattina, la casa è in silenzio a parte i miei pensieri, confusi e disturbati, mi avvicino a Andrew, vedo che la fronte è mandida di sudore, appoggio la mia mano sulla sua fronte; scotta, probabilmente è la febbre dovuta al trauma subito, corro a prendere un panno bagnato e glielo appoggio sulla fronte, prendo altre coperte e cuscini, continuo a sostituirgli lo straccio bagnato, spero solo che si svegli al più presto, non avrei mai detto che mi sarebbe mancato così tanto. 

Sento dei rumori provenire dalle scale e alzo lo sguardo, vedo costanza in tutta la sua bellezza

"Buongiorno, hai per caso sentito o visto Andrew? Ieri sera mi ha detto che doveva andare a giocare a football con la squadra ma non l'ho più sentito" quindi lui le ha mentito? Non male ragazzo 

The perfect stormDove le storie prendono vita. Scoprilo ora