Prigionieri 098765 & 5506

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«La strada per l'inferno è decisamente affollata.... Ma è una strada che si percorre in perfetta solitudine.»

Le pareti era bianche, completamente prive di ogni qualsiasi macchia che le priverebbe della sua uniformità; questo però non era riferito al soffitto che era di un nero carbone.

La stanza aveva l'area di superficie di una decina di metri cubi mentre l'altezza sfiorava soltanto i 2 metri e 50 centimetri che uniti all'effetto ottico rendeva la stanza più piccola di quanto in realtà essa non fosse.

Una fiocca luce sui quattro angoli rischiaravano la stanza con le loro luci al neon di un giallo quasi accecante ed una lampada a forma di un ellissi, si trovava esattamente a meta della stanza fissata al soffitto.

Un intero muro era composto da un materiale simile al vetro ma più resistente e mostrava lo spettacolare panorama del Kosmo e di tutto il sistema solare ed i suoi undici pianeti.

Dentro la stanza si trovava un letto a castello affiancato da un como ed una scaletta per salire nel letto superiore, un armadio in legno, rigorosamente riverniciato di bianco, da quattro ante e per finire una scrivania ed una mini libreria composta da diversi tipi di libri.

Il resto della stanza era completamente spoglio e privo di una sua personalità rendendola una semplice stanza.

Some legends are told
Some turn to dust or to gold
But you will remember me
Remember me for centuries
And just one mistake
Is all it will take
We'll go down in history
Remember me for centuries

Una voce rimbombava tra le pareti, il suo timbro vocale era forte ma decisamente più acuto di quando avrebbe dovuto essere.

La sua provenienza era da ricollegare alla figura che era sdraiata nel letto a castello sul piano inferiore.

Mummified my teenage dreams
No, it's nothing wrong with me
The kids are all wrong
The story's all off
Heavy metal broke my heart

Nonostante su qualche nota sbagliasse completamente ritmo, rovinando cosi la canzone, continuo imperterrito.

Ma mentre stava per fare la terza strofa del brano, qualcosa l'interuppe, il suono di chiavi e serrature che si aprivano fece avere tutta l'attenzione della figura mentre un robot dalle forme umanoidi e ricoperto da un endoscheletro bianco, seguito a ruota da una creatura bizzarra.

«Benvenuto nella tua nuova casa Detenuto 5506»

Affermo la I.A. che con un calcio ben saldo riuscì a scaraventarlo dentro affermando:«Benvenuto nel tuo inferno personale.... Mutante.»

La porta poi un tonfo secco si serrò immediatamente dopo l'entrata del mutante, rendendo la stanza completamente sigillata.

La figura intanto si stava rialzando con evidente fatica e le catene energetiche hai polsi e caviglia che lo rendevano impacciato con i movimenti.

All'improvviso si senti di non avere i piedi a terra e aveva il pavimento dinanzi alla faccia, solo dopo si accorse che era stato preso di peso da qualcuno altro che lo appoggio su una sedia.

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