• Anno 1045 •
Il silenzio della foresta era irreale, neanche un singolo rumore proveniva da essa come se fosse disabitata da molti anni.
Una leggera nebbia si alzava rasoterra nascondendo l'unico sentiero verso la capitale, un singolo passo falso è si doveva pregare gli dei per ritrovare la via di fuga da quel labirinto naturale che formava la Foresta di Bsuxe.
I tre uomini fissavano l'entrata di quella che veniva rinominata come "La foresta dalle mille illusioni", perché secondo alcuni detti locali, coloro che si avventuravano dentro entravano nel gioco mortale di un demone e i soli ritornati erano seguiti dalla follia del luogo che infine si sarebbero suicidati per sfuggire all'eterno "gioco".«S-sia-siamo pr-proprio sicuri c-c-che si sia rifug-g-giato l-l-lì? » Balbettò l'uomo dai corti capelli neri e dalla leggera peluria mentre gli occhi nocciola fissavano da una parte all'altra le fronde degli alberi dai tronchi assai spessi, che indicavano da quanto erano lì, molti secoli si poteva presumere. I rami non lasciavano entrare nemmeno un raggio di luce per quanto erano fitte.
«Hai forse paura Gerom? Non dirmi che credi a quelle leggende per poppanti!!» Lo rimproverava con scherno l'uomo che a quanto pare era capo del trio. Aveva un atteggiamento spavaldo è sembrava che la fama della Foresta di Bsuxe non lo toccasse minimamente, si capiva dal suo sguardo pieno di determinazione ed arroganza. Impugnò dal fodero sulla vita una spada corta dalla lama affilata e spessa con cui intaglio, ad un albero adiacente al sentiero, una freccia diretta verso la Capitale.
«Ricorda chi siamo Gerom, facciamo parte della più temuta gilda d'assassinio e sai benissimo che al capo non piace quando non riusciamo a portare a termine un lavoro.»
«Ma tanto il tipo è spacciato, nessuno sopravvive al "Labirinto del Demone"»
«Potrebbe essere gestita dal Male in persona ma sai cosa farebbe a noi il capo se gli portassimo la notizia che l'erede di Re Horax IV è ancora vivo.
Quindi dimmi...»
Il rosso si avvicinò al corvino estraendo velocemente un coltello da caccia il cui filo della lama premeva leggermente la giugulare. Gli occhi di Gerom si sgranarono dalla sorpresa e inizio a sudare freddo mentre il compagno bandito lo fissava con gli occhi di un nero pece che brillavano di uno strano fuoco, oscuro anche esso.
«Preferisci che sia il capo a ucciderci? Lo conosci come me e sai che nostro padre non si fara scrupoli ad farci conoscere la vera definizione di dolore. Ti ricordi di come si divertiva con i traditori? Ti ricordi di come e finito nostro zio quando cerco di spodestarlo? Allora fratellino, te le ricordi tutto ciò a cui ci a fatto assistere... Quindi cosa pensi di fare?»
Il corvino al solo ricordarsi di quelle scene che aveva stampato a fuoco nella sua memoria non poté che sbiancare al solo ripensarci.
«Andiamo Chris...» Il rosso ghigno soddisfatto rinfoderando la lama sul fondina nel petto.
Poi guardò il terzo uomo, un albino che indossava perenne maschera completamente bianca con solo due fori per gli occhi dorati, era rimasto muto per tutto il tempo e fissava la foresta come in trance.
«È tu novellino?» Chris si era ben preparato a convincere il nuovo arrivato nella gilda, nonché il più taciturno, ma lui stesso si stupì quando vide che l'albino si incamminò verso la foresta.
"A quanto pare il novellino ha fegato." Pensò tra se e se seguendolo mentre anche Gerom, con passo tremolante e sopratutto con riluttanza li seguiva.
Quello che il fratelli non sapevano e che una voce strozzata dal pianto chiedeva aiuto, che qualcuno lo salvasse, una disperata richiesta d'aiuto che però solo il mascherato sentiva ed essa lo guidava nella foresta.
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♪Frammenti♪
General FictionFrammenti di vita, sconnessi tra loro ma di eguale importanza. Immergere uno sguardo nelle vite di coloro condividendo le loro emozioni e sensazioni. [Raccolta One-Shot]