Si fa presto a dire "famiglia"

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È alla base della società, tutti ne fanno parte ancora prima di averne coscienza. È il primo gruppo con cui si viene a contatto, grazie al quale si assimilano le norme fondamentali che regolano la vita di ogni giorno, dall'usare coltello e forchetta al significato del semaforo rosso. Influenza il carattere e le scelte future, eppure, nonostante accudire la prole sia un istinto primordiale (quasi) universale, nel ventunesimo secolo ancora si discute con accesi dibattiti sul significato di "famiglia".

Se per la fede cristiana è l'unione di un uomo e una donna davanti a Dio, per la Legge può esserlo di fatto una coppia con un figlio avuto al di fuori del matrimonio che convive sotto lo stesso tetto. I tempi corrono, i modelli di vita cambiano, le istituzioni si aggiornano e diventano di anno in anno più sofisticate ed efficienti e la famiglia non rimane incolume di fronte a tali mutamenti.

Si possono distinguere due modelli principali di famiglie: quello "tradizionale" di cui scrive il sociologo Golini ne Profilo demografico della famiglia italiana, è improntato sulla morale cristiana (anche se si potrebbe benissimo applicare il patriarcato a famiglie tradizionali di ogni credo, nonostante le differenze nei vincoli coniugali e nella denominazione dei ruoli) in cui è l'uomo a detenere il ruolo di capofamiglia esercitando un potere forte e autoritario, mentre la madre - di status inferiore- è sottoposta alla volontà del marito e imprime un'educazione diversa ai bambini e alle bambine. I primi dovranno seguire le orme del padre e portare avanti il suo mestiere, mentre le utilme dovranno essere in grado di gestire la casa, svolgere le faccende domestiche e accudire i neonati.

Studi psicologici dimostrano che l'attaccamento materno e la virilità del padre influiscono sulla personalità del figlio da adulto. L'atteggiamento childoriented, sommato a un apprendimento della morale religiosa nell'infanzia, fanno nascere nell'individuo un forte senso del dovere e di passiva sottomissione alla società: egli assimilerà gli stereotipi trasmessi dai genitori riguardo all'inferiorità della donna e il tabù del sesso come finalizzato all'esclusiva attività riproduttiva rendendo la procreazione lo scopo unico del legame matrimoniale.

Questo modello risulta però obsoleto e inadatto alla vita moderna con diversi valori ed ideali: la donna ha ottenuto diritti e indipendenza e il sentimento religioso va affievolendosi (come dimostrato dal drastico calo delle vocazioni) e a una struttura familiare asimmetrica si preferisce un modello simmetrico, di cui scrive Berger ne La dimensione sociale della vita quotidiana, mostrandone al contempo le debolezze: la famiglia si forma da una coppia unita da un sentimento amoroso (valore presente anche nel modello tradizionale, ma inteso diversamente: se prima la coppia era formata dai genitori e l'affetto era interamente rivolto ai figli, ora sono i coniugi stessi a creare un rapporto senza mediazioni, sicuramente fondato su un sentimento più sincero) che per quanto forte non può garantire una relazione stabile poiché manca un nucleo autoritario dominante, necessario affinché i membri non si dividano. La famiglia cosiddetta "degli affetti" è dunque più vulnerabile e deve trovare il suo spazio con fatica  in una società che invece la opprime e le toglie il suo ruolo educativo provvedendosi di nuove istituzioni. Ciò crea un conflitto inevitabile tra genitori e i figli che insorgono, non riconoscendo nel padre e nella madre una vera autorità.

I figli diventano così narcisisti e creano da sé il loro cammino di vita (in alcuni casi senza l'approvazione della famiglia stessa) alla ricerca della realizzazione personale: come dimostrerebbero gli studi dello psicologo Gustavo Pietropolli Charmet sugli adolescenti. I giovani a cui è stato concesso di scegliere così liberamente saranno paradossalmente più fragili e inclini alla vergogna: in caso di fallimento, infatti, la colpa ricadrebbe solo su di lui.

Interessanti sono anche i dati ISTAT dai quali emerge che dal 2000 diminuiscono le famiglie in cui solo il padre lavora e sono in aumento le coppie senza figli (dovute probabilmente agli impegni economici che non permettono di fatto le condizioni necessarie alla crescita e al mantenimento della prole). Cresce il numero delle libere unioni e il matrimonio perde valore.

È dunque impossibile essere genitori perfetti come quelli delle serie tv: non si deve credere che, solo perché il rumore dei piatti lanciati dal vicino di casa è attutito, siamo circondati da famiglie felici e la sfortuna che ci perseguita ha voluto solo per noi una mesta esistenza in una famiglia piena di conflitti. Un giorno anche le nuove generazioni capiranno il significato di tutti quei "Eh, quando sarai genitore tu, capirai!"

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