Serata a Buenos Aires

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Cande aveva prenotato una cena in un ristorante storico di Buenos Aires perché Ruggero non ci era mai stato; era un ristorante abbastanza elegante, ma ci andavano parecchie coppie anche loro coetanee. Il tavolo era prenotato alle ore 21:00 e alle 20:00 loro erano già nei paraggi. 

–Che facciamo mentre aspettiamo per mangiare?-

-Sei mai stato sul corso principale?-

-Non precisamente...-

-Andiamo a fare una passeggiata lì se ti va.- 

-Ce la faremo per le 21 poi?-

-Sì, sicuramente!- 

Si avviarono insieme verso il corso, mano nella mano, e guardavano le vetrine dei negozi che erano ancora aperti perché oggi era notte bianca a Buenos Aires. 

–Uuuh guarda quel cappellino! Mi starebbe d'incanto!- esclamò Cande indicando sul vetro. 

–Nah, secondo me no invece...- 

-Tu, Ruggero Pasquarelli, stai dicendo a me che sono brutta?- 

-Con quel cappellino orribile sì- rispose ridendo. -Ehm... Candelaria Molfese... quanto ci vuole a piedi da qui al ristorante?- 

-Venti minuti. Perché?- 

-Sono le 20:40. Se non ci sbrighiamo perdiamo il tavolo- 

Cande lo prese per un braccio e lo trascinò camminando a passo svelto verso il ristorante. Arrivarono lì davanti alle 21:00 precise e il maitre li fece entrare e accomodare al tavolo prenotato a nome Pasquarelli. 

–Prego, signori Pasquarelli. Gradite qualcosa prima della cena?- 

Ruggero scoppiò a ridere per il signori Pasquarelli , mentre Cande gli diede un calcetto sulla gamba per farlo smettere. 

–Ehm... una bottiglia di vino, grazie- disse l'italiano ricomponendosi.

Appena il cameriere andò via ripresero a ridere sotto i baffi con Ruggero che ripeteva in modo buffo frasi del tipo Stasera la sua eleganza mi stupisce, signora Pasquarelli

–Scemo! Io non sono la signora Pasquarelli! Lo sarò solo quando saremo sposati... adesso puoi chiamarmi signorina Molfese!-

-Solo un ingenuo chiederebbe a te di sposarlo!- rise l'italiano.

–Ah sì?! E allora sai che ti dico? Che sei un ingenuo perché tu un giorno me lo chiederai!-

-No, anche perché appena non riuscirò più a sopportarti me ne scapperò in Italia- 

-Ma io so dove abiti!- 

-E infatti io scapperò in qualche altro paese di Pescara- 

-Sei un idiota!- disse sbuffando. 

Dopo poco passò davanti al tavolo una signora anziana, doveva essere sull'ottantina, che si muoveva grazie alla sedia a rotelle. Stava raggiungendo il tavolo con i suoi nipoti e si era soffermata ad ascoltare gli scherzi di Cande e Ruggero. 

–Vedi che lui ti ama!- sussurrò alla rossa. 

–Ahahah come lo ha capito?- 

-Dal suo sguardo innamorato quando ti guarda...- 

-Sì, anche io lo guardo in quel modo...- commentò Cande fissando Ruggero che era in imbarazzo. 

–Non fartelo scappare, mi raccomando!- 

La signora tornò al suo tavolo e d'un tratto tutte quelle battutine finirono, anche perché il cameriere arrivò con il vino e prese le ordinazioni. 

–Sai, ha ragione quella signora- 

-Lo so. Gli anziani hanno sempre qualcosa da insegnarci...- 

Ruggero le prese la mano continuando a guardarla negli occhi e a sorridere.

–Ti amo piccola... e prima stavo scherzando... probabilmente hai ragione tu: sono un ingenuo, ma voglio esserlo.-

-Non sei un ingenuo, sei solo innamorato.-

-Sì, della più bella di tutte.-

-Anche io ti amo amore mio- 

Si strinsero forte la mano che non volevano mai staccare. E la signora li guardava da lontano sorridente.

Da quel bacio cambiò tutto... - RuggelariaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora