CAPITOLO TRE

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Dopo un tranquillo e lento risveglio, verso le undici decisi di chiamare Rachel per chiederle se potevo passare ora o più tardi.

<<pronto?>>

<<ciao cara sono io>>

<<oh buongiorno mia 'scappo con la tua giulietta'!>>

<<parla quella che è tornata a casa ancora intatta per culo..>> le dissi roteando gli occhi.

<<beh qual buon vento ti porta da me?>>

<<devo riportarti la macchina scema, posso passare ora?>>

<<mmm no meglio se passi dopo pranzo se non ti dispiace..anzi con l'occasione potremmo andare a farci un giretto al centro commerciale!>>

<<si buona idea! allora vengo da te alle tre?>>

<<fatta! a dopo!>>

Dato che non avevo impegni o altro da sbrigare mi misi a cucinare un pranzetto veloce ma gustoso: farro con zucchine, carote e pomodorini e per finire una bella e succosa mela.

Non sono mai stata una mangiona, almeno non dai vent'anni in su.

Inizialmente tutto quello che mamma faceva io lo mangiavo solo che col tempo ho notato di non piacermi più tanto così decisi di cominciare un po' di sana attività fisica.

Ci volle un altro anno prima di mettermi dell'idea, ma almeno iniziai.

Camminavo o correvo e avevo iniziato a mangiare meno ma più sano, senza farmi mancare niente.

Così con gli anni ero dimagrita e migliorata a vista d'occhio ed io potevo dirmi fiera di me e di quel che vedevo allo specchio.

Alle tre spaccate ero davanti casa di Rachel e dopo essere tornata tristemente al posto del passeggero, proseguimmo alla volta del centro commerciale.

<<potevi lasciarmela guidare un altro pochino però..>> le dissi fingendo di essere triste.

<<no no, chissà cosa potresti combinare tu con la mia piccola!>>

<<donna di poca fede>>

Non appena entrammo, il mio finto broncio svanì per lasciare posto a un sorriso a trentadue denti vedendo tutti i nostri amati negozi.

Passammo un pomeriggio all'insegna dello shopping, chiudendo un occhio su qualche abitino un po' costoso con la scusa del 'per oggi ce lo siamo meritate'.

Verso le cinque decidemmo di sederci e prenderci una bella coppetta di yogurt e frutta anche per dare una piccola tregua ai nostri poveri piedi che camminavano da ormai due ore.

Mentre mandava giù l'ultimo boccone sentì il cellulare vibrare così lo presi dalla tasca e lessi il nome del mio capo al giornale. Mimai a Rachel chi era e risposi.

<<pronto>>

<<buon pomeriggio signorina Smith>>

<<buon pomeriggio a lei>>

<<volevo solo informarla che le ho mandato via mail i dettagli dell'intervista di domani, mi raccomando conto su di lei>>

<<certo signora Wildflore, la ringrazio>>

<<bene, buona giornata>>

<<a lei>>

Verso le sei e mezza eravamo già ognuna a casa propria e prima di cominciare a cucinare per cena, decisi di mettermi a leggere la mail che mi aveva mandato il capo riguardo all'incontro di domani.

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