Daughter of King Sombra

Capitolo 5

FLASHBACK:

Avevo solo 5 anni, quando mio padre iniziò a perdere il lume della ragione. Ero piccola, incosciente, e più mia madre mi diceva di non avvicinarmi a lui, più io volevo saperne di più di magia oscura. All'inizio, neanche mamma credeva che papà stesse sviluppando magia oscura dentro di sé. Mi aveva sempre raccontato che Sombra era il piccolo unicorno solitario e gentile. Vederlo come malvagio, era come vedere un angelo trasformarsi in un demonio, ossessionato solo dal potere e dall'egoismo.
Quando crebbi, e divenni adolescente, mia madre mi mandò tranquillamente a scuola, sapendo che Sombra era troppo occupato per combinarne una delle sue. Quello che voglio dire è che lui voleva applicare potere anche su di me. Purtroppo però non sapevo che ero nata da lui quando era già in possesso di magia oscura. Infatti, dentro di me, c'era poco controllo della rabbia e della tristezza: quando questi due sentimenti mi colpivano, potevo diventare pericolosa.
Non ricordo tutto, per filo e per segno, ma ricordo il volto terrorizzato della puledrina che avevo salvato dopo aver visto sua madre pietrificata e poi distrutta da Sombra. Costui mi aveva corrotta: dato che non ero accettata dagli altri, mi ha detto che se lui fosse diventato l'unico sovrano dell'Impero di Cristallo, le cose sarebbero notevolmente migliorate. Ma non avevo capito che stava beffando. Lui voleva solo il potere e la fine delle principesse.
Il mio compito era di infiltrarmi nel Castello e passare sul retro dalla porta principale per prendere il Cuore di Cristallo e uccidere le guardie. Ci riuscii, quando... Sentii una voce piangere e tremante. Il lamento di un cucciolo mi fece fare dietrofront, conducendomi in una stanzetta piena di giochi Cristallizzati e una culla. Dentro c'era una piccola alicorno, di nome Cadence. Lessi il nome dalla culla. Era spaventata. Mi guardò con occhi di Cristallo lucidi da lacrime impetuose, con un muso rosso e bagnato. Nei suoi occhi vidi speranza, speranza per un futuro migliore. Non mi accorsi che mio padre era penetrato nella stanza, con il Cuore di Cristallo in un sacchetto. «Bel lavoro con le guardie, ma cosa ci fai qui?!» ringhiò.
Io cercai di giustificarmi e dissi che non c'era niente nella stanza, ma la piccola non riuscì a stare zitta. Il lamento arrivò alle orecchie di Sombra, che si scagliò verso la culla per uccidere la puledrina, in preda al panico. Io lo bloccai, creando un potente campo di forza e spiegando che non poteva ucciderla.
«Non ci devono essere eredi, o io non sarò mai re!» esclamò.
«Almeno portiamola in un luogo sicuro.» replicai.
«Vuoi scherzare?! È un'alicorno! Non possiamo portarla in giro come nulla fosse o tutti penseranno che è davvero una principessa! Devo ucciderla, quindi o lo fai tu o lo faccio io!» i suoi occhi rosso sangue mi fulminarono e provocarono.
Io non potevo e non volevo ucciderla. Così finsi di fare una magia per la puledrina, ma poi colpii Sombra, che precipitò oltre la stanza. Io caricai Cadence in groppa e corsi via. Il Cuore di Cristallo rotolò fuori dal sacchetto, così provai a prenderlo. Sombra però fu più veloce. Mi lanciò un incantesimo che mi impedì di usare la magia. Corsi fuori con Cadence sulle spalle e avanzai più veloce che potevo verso un luogo sicuro. Mi fermai di colpo davanti alla statua di Regia Amore, la madre di Cadence, pietrificata con l'orrore in volto. Cadence disse «Mama..» e ansimò. «Non guardare!» esclamai a lei e continuai a correre. Dietro di me si levarono grida di terrore e colpi, quando Sombra uscì dal castello e mi inseguì.
Corsi così veloce che appena uscii dalla città, il cuore cominciò a pulsare talmente forte da causarmi mal di testa. Cadence iniziò a piangere più forte. Mi voltai e non vidi più mio padre. Rallentai è ripreso fiato. Lo cercai con lo sguardo, finché non me lo ritrovai davanti. Lo superai volando e atterrando sul ghiaccio. Ormai ero sul lago ghiacciato e la stazione distava non poco da lì. Iniziai a volare per darmi vantaggio, ma Sombra si materializzò davanti a me di nuovo e mi intrappolò in una cortina di fumo nero, accecandomi. Poi vidi... L'incubo. Letteralmente. Mi aveva scagliato il suo maleficio; aveva il potere di far vivere i peggiori incubi dei pony, e io lo stavo vivendo. Non capii più quale fosse la realtà. Scossi il capo e continuai a correre imperterrita, nonostante le voci intorno a me dicevano: "Fallita! Fallirai! Non sei nulla. Non sei nessuno. Sei inutile. Sei sola. Cosa farai poi? Cosa pensi di fare?"
«BASTA!» esclamai così forte che sentii Cadence trasalire.
Non so come, ma con un pizzico della sua mangia, l'incubo svanì. Lei aveva il potere di portare amore al prossimo. Rallentai e sgranai gli occhi. Il gelo mi percorse le zampe, facendomi rabbrividire. «G-grazie..»
Ebbi poco tempo per ringraziarla come si deve, perché Sombra batté un colpo sul ghiaccio, facendolo crepare. Trattenni il fiato. Voleva congelarci nel ghiaccio. Corsi di nuovo verso la stazione avanti a me. Gridai di aiutarci, ma ancora non ci sentiva nessuno. Sombra ringhiò e si catapultò verso di noi. Senza fermarmi e col cuore in gola, notai un'altra crepa avanti a me. Non potevo fermarmi né proseguire, o saremmo morte tutte e due. D'istinto, scagliai oltre la crepa la piccola Cadence, mentre io scivolai a faccia avanti e finii nell'acqua ghiacciata. Trattenni ancora il fiato, la testa completamente congelata. Rabbrividii e cercai di nuotare in superficie, ma quando arrivai in alto, il buco che avevo causato era svanito. Sombra lo aveva chiuso. Lo vidi oltre il ghiaccio, un sorriso malefico in faccia. Mostrò le zanne. Io battei contro il ghiaccio più forte che potevo, e lo implorai di farmi uscire... Nei miei occhi c'era orrore, paura... La fine. Lui svanì, così come il mio respiro. I miei polmoni si riempirono d'acqua e il buio mi assalì, lasciando dentro di me quegli occhi di Cristallo della piccola principessa.