Prologo

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Prologo

Non esiste un giorno meno nuvoloso qui a Milano? Sono settimane che si va avanti tra piogge, grigiore e vento. Sono infreddolita dentro, niente mi dà più calore, neanche il riscaldamento acceso ventiquattro ore su ventiquattro. Poi, c'è da aggiungere, che ho una strana sensazione da due giorni a questa parte: sono diventata un pinguino. Non c'è calore che riesca a scaldarmi, forse solo un corpo umano potrebbe. Però lo vorrei forte, muscoloso e con un sedere che non lasci un minimo di salivazione.

Avete presente quei glutei marmorei che se li schiaffeggi restano fermi? Quelli che hai voglia di mordere in ogni momento della giornata? Perché se avessi un uomo così, di certo non starei ferma a guardarlo. Anzi no, lo guarderei e non solo. Ma... non ha senso pensarci adesso, perché qui siamo in una casa igloo e io sono diventata un orso bianco.

Il suono del bollitore mi distoglie da ogni pensiero, mi sollevo dal letto e senza pensare alla mia orrenda vestaglia di pile, ai calzettoni di spugna morbidosi che coprono la pelle fin sopra il pigiama maxi tuta, che non ha nulla di femminile, mi dirigo in cucina, dall'altro lato della casa.

Nell'appartamento adiacente al mio si sta svolgendo l'ennesimo "festino" tutto sesso e alcool. Vorrei tanto conoscerne il proprietario, non so neanche se è un uomo o una donna. Quello che so per certo è che si diverte di brutto. Beato! Be' cosa avete da guardare, sì sono gelosa, la mia vita è solo casa, università, lavoro, secondo lavoro e terzo quando posso. Mi divertivo più l'anno scorso quando uscivo e scopavo ogni sera. Cos'è cambiato da allora? Mia madre non mi paga più gli studi, con la perdita del lavoro non può affrontare altre spese a parte il mantenimento del mio fratellino piccolo e la casa e, per aggiungere benzina sul fuoco, sono rimasta senza amici. La mia migliore amica e il mio amico del cuore, delle confidenze e tutto, sono partiti. Kendji ed Eleonor sono a Parigi. Se vi state chiedendo come sia possibile che abbia dei migliori amici francesi, be' è semplice: il loro padre è parigino e ha sposato un'italiana. Fino al loro divorzio tutto bene, ma dopo... il signor Roux è partito e con loro anche i miei amici. La signora Rossi è troppo impegnata con la carriera per badare , o anche solo ospitare, i propri figli. Una madre esemplare direi! Tra me ed Eleonor non so chi abbia più fortuna in ambito genitoriale. I miei si amavano poi d'un tratto è andato tutto a farsi benedire. E io sono consapevole che questo possa accadere alle coppie che hanno affrontato un matrimonio troppo velocemente. Quello che non ho mai digerito era, ed è, il loro comportamento nei miei confronti. Mi hanno sempre trattato con superficialità, tanto da non preoccuparsi di dirmi come funzionava il mondo. Avete capito, no? Ho appreso del sesso dalle mie amiche, delle droghe dalla tv e dalla scuola e, prima ancora, delle mestruazioni da internet. Mi sono sempre chiesta perché diamine mi abbiano messo al mondo, se mi avessero voluta realmente, mi avrebbero insegnato la "vita".

Oh sì, cazzo!

Un urlo da orgasmo con relativa esclamazione, ferma i miei pensieri. Riflettendoci bene, la voce femminile e quel "Oh sì, cazzo" appartengono alla stessa persona di ieri e del giorno prima ancora. Svelato l'arcano! Nell'appartamento accanto al mio vive una donna che, di certo, sa come divertirsi. Beata lei!

Verso l'acqua, ancora bollente, nella tazza dei "Minions" e faccio scivolare dentro il mio infuso preferito. Vivo da sola da quando ho scoperto che i miei non mi volevano. Sto molto meglio così, anche se spesso mi sento davvero sola. Tra qualche giorno però arriveranno Ele e Kendji per passare un po' di tempo qui. Approfitteranno delle vacanze natalizie per staccare la spina dal padre pesante e io non vedo l'ora. La pace noiosa è finita, la pacchia sta per tornare e forse mi divertirò con qualche uscita in compagnia maschile.

Con la tisana fumante tra le mani vado ad accoccolarmi sul divano in soggiorno. Accendo la tv e comincio il mio zapping selvaggio. La signorina di fianco urla ancora. Ma che diamine! È insaziabile.

Oh dio, Kendji! Così, ancora!

Un momento ha detto Kendji? Quale altro essere umano a Milano può chiamarsi in questo modo assurdo? Va bene, Ari, sarà solo una straordinaria coincidenza, mi dico e continuo lo zapping. Una scena in bianco e nero attira la mia attenzione. Adoro i film di un tempo, sono una ventitreenne un po' all'antica. Ele dice che sembro sua nonna e spesso si vergogna ad uscire con me. Sinceramente me ne sono sempre infischiata, tanto ho sempre rimorchiato.

Dio, cazzo, sì! Di più! Più forte!

Eh ma che cazzo! Alzo il volume alla tv per evitare di sentire come gode la tipa. Sorseggio la mia tisana velocemente, tanto che dopo tre secondi è finita. Per fortuna anche i gemiti della tipa sembrano svaniti. Almeno alle ore 23:00 posso dire che riuscirò a riposare tranquillamente stanotte.

Uso la tazza, ancora calda, come scaldamani. La scena che guardo è commovente, anche se non ho la più pallida idea di che film sia o di cosa parli. Lui la sta lasciando pur amandola alla follia perché deve partire per una missione militare. Le loro lacrime diventano le mie. Mi asciugo il nasco colante con la manica della vestaglia, senza pensare all'orribile gesto. Sono distratta dalla bellezza di quest'attore e poi loro, insieme... sono così bravi che rendono la scena reale. Il suono della sveglia mi distrae, che strano non ricordo di averla messa a quest'ora e non è l'unica cosa strana: ha già smesso di suonare senza che io la staccassi.

E risuona. Un momento! Questo suono non è la sveglia, ma il campanello di casa!

Appoggio la tazza fumante sul tavolo davanti al divano e cammino in punta di piedi, come se un qualsiasi interlocutore potesse avvertire il suono dei miei calzettoni di spugna.

Arrivata alla porta, guardo dallo spioncino, ma non c'è nessuno. Forse me lo sono sognato, penso allontanandomi. Poi un tonfo, due pugni sul legno della porta.

«Chi è?» urlo spaventata. Prendo la mazza da baseball che mi ha regalato Kendji prima di partire. La conservo gelosamente, era il suo portafortuna, ora è l'arma ideale nel caso fossero i ladri...

«Chiedo asilo politico. Salvami, Ari!»

Ari... lui mi conosce.

«Chi sei?»

«Ariana, apri! Salvami!»

Non so perché ho la sicurezza che non sia un ladro, non c'è niente che mi ostacoli dall'aprire la porta di casa, neanche la paura. Un nanosecondo e mi ritrovo Kendji attaccato alle caviglie. Puzza. È ubriaco fradicio.

«Puzzi Kendji! Che cazzo ci fai qui?»

Si solleva a stento, barcolla e mi cade addosso.

«Vaffanculo, come diamine ti sei ridotto» non fateci caso se sono così schietta e volgare, è pur sempre il mio migliore amico e le cose gliele dico senza troppi giri di parola. Come fa anche lui!

«Io?» chiede sgranando gli occhi, «Cristo, ma ti sei vista? Sembri la brutta copia di Ugly Betty. Vado a fare una doccia»

Si stacca da me che sono ancora disorientata. Punto uno: cosa ci fa qui? Due: era lui nella casa accanto a fare sesso sfrenato? Tre: porco cazzo è ubriaco e si è piazzato in casa mia. Quattro: Ele non ne sarà felice. Cinque e ultimo: come cazzo sono vestita?


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