Capitolo 5

513 27 1
                                    

Eric pov.

È veloce, scattante, agile.
I suoi pungi sono poco forti, ma precisi. Saltella da un piede all'altro, inclina i fianchi un po' a destra e un po' a sinistra, para qualche fendente immaginario per poi ributtarsi a capofitto nella lotta. Sta andando avanti così da minuti, piccole perle di sudore le scendono argentee lungo le spalle lasciate scoperte dalla canotta. Non ha ancora molti muscoli, ma il suo è un corpo sodo e leggermente abbronzato, fattori che denotano allenamenti all'aria aperta.
Strano, i Candidi non sono propensi alla ginnastica, solitamente è il carattere forte, sveglio e spiccato la causa della Scelta di cambiare fazione.
Lei no invece.
È vero mi tiene testa, ma non vuole essere superiore, non è schietta e insensibile. Sono convinto che la sua spavalderia sia il risultato del fuoco visto nei suoi occhi ieri. Lei è un Vulcano quiescente, non erutta sempre, lo fa poche volte. Preferisce stare in silenzio ad osservare, godendosi con tranquillità la propria vita. È enrgica, ma non iperattiva: sa quando tacere e quando disseminare il panico.
Una ragazza davvero interessante.
Il suo respiro si fa più affannoso, ma non accenna a diminuire la velocità dei colpi. Ne ha di resistenza, certo il suo stile è sporco, ma può imparare.
"OK ferma." ordino, lei però continua come se la mia voce non l'avesse neppure sfiorata.
"Ferma." il mio tono è più duro, non accetta repliche.
I fendenti continuano a colpire il saccone. Mi sta facendo perdere le staffe. Con una falcata mi posiziono di fianco al suo corpo, le afferro senza fatica il pungo chiudendolo interamente nella mia mano sinistra, mentre con quella libera blocco il nuovo colpo che minacciava di partire. Con una mossa secca la giro verso di me alzandole le braccia, il suo viso è vicino al mio collo e devo abbassare lo sguardo per catturarle gli occhi.
*è così piccola, le mie mani divorano le sue, non sono fatte per far del male.*
mi ritrovo stupidamente a pensare. Però il suo volto che il primo giorno ho classificato come troppo dolce per assumere espressioni severe, è diverso. La bocca carnosa é socchiusa ed ansima, segutia dalle spalle che si alzano ed abbassano spasmodicamente con l'allargarsi e stringersi della cassa toracica. Gli occhi sono quelli che inquietano di più: la pupilla è totalmente dilatata, solo un cerchietto marrone di pochi millimetri che la circonda, fa credere ancora che sia umana. Sono pozzi neri in cui mi sento annegare, ma allo stesso tempo ho paura per lei: é come se fossi il naufrago che la deve salvare dalla tempesta da lei stessa creata.
La scuoto un po' cercando di farla riprendere. Non è proprio la cosa più gentile potesse venirmi in mente di fare, ma sono impreparato in questo campo.
Lei continua a guardarmi attraverso, come se fossi invisibile e percepisca solo la mia forza. Magari chiamandola si potrebbe riprendere...
Non faccio in tempo a finire il mio pensiero che il suo nome sfugge come un soffio dalle mie labbra:"Courtney. "
Cour pov.

Due occhi azzurri, freddi come il ghiaccio, sono incollati ai miei. Provo a muovere le braccia, ma sono bloccate.
Sono totalmente impietrita.
"Courtney."
Il mio nome, come un comando, mi sveglia dal mio stato di trans.
"Cosa diavolo è successo?"
Mi sfugge dalla bocca.
Mi libero dalla stretta del ragazzo e mi massaggio i polsi. Come risposta ottengo solo silenzio. Lo guardo in volto.
* Merda è Eric* me ne ero totalmente dimenticata, o meglio, mi ero dimenticata di tutto, anche di me. Come è possibile?
Dovevo far bella figura sul Capofazione, ora ricordo.
Dalla sua espressione credo di aver ottenuto l'effetto contrario, fantastico! Vedo il suo sguardo vacillare, strano da parte sua.
"Perché quella faccia, cos'ho fatto?" mi mordo la lingua, dannata schiettezza da Candida.
La mia domanda sembra colpirlo, trasale immediatamente e indossa la solita maschera da duro.
"Hai disubbito, ecco cosa. E non pensare che mi sia dimenticato della faccia tosta che hai avuto ieri."
So già che questo discorso non porterà nulla di buono, o almeno non per me.
Senza aggiungere altro gira le spalle e si allontana di qualche passo.
*tutto qui? Solo una ramanzina? Strano*
Comunque non ho intenzione di chiedere, almeno per oggi potrò stare tranquilla. Non faccio in tempo a tirare un sospiro di sollievo che...
"Pulirai la palestra dopo gli allenamenti, il che significa niente cena. Fa in modo che brilli, odio la sporcizia."
La sua voce tuona per tutta la sala, gli Iniziati trasalgono prima di puntare gli occhi su di me. Incontro quelli di Jade preoccupati e quelli di Lea che urlano un: "Te la sei cercata." e come darle torto.
"Non passerà nessuno il primo modulo se non si lavora, continuate gli esercizi Forza!" urla Lauren prima di guardarmi e sorridere. Le mimo con la bocca un Grazie, almeno qualcuno di gentile qua dentro c'è. Riguardo il sacco da Box davanti a me. Sento il corpo tremare e non capisco se è per la punizione o per quello che mi è accaduto prima. Perché lo avevo aggredito così? Perché non avevo contatti con la realtà? Se prima non amavo me stessa, adesso ne ho timore.
"Tutto bene?"
Quattro compare da dietro.
"Sto bene come una che si è inimicita un Capofazione e che al suo primo giorno si è beccata una punizione." scherzo un po', in fondo non serve a nulla lamentarsi, no?
Incredibile, ma vero, l'istruttore sogghigna.
*Può provare dei sentimenti? Questa fazione mi stupisce ora dopo ora*
"Posizione di difesa." ordina ed io eseguo.
"Fendente destro." mi blocco qualche secondo: non voglio rifare l'esperienza di poco fa. Deglutisco sonoramente, la gola è stranamente secca.
Mi preparo a scattare con gli occhi chiusi. Non ho mai avuto così tanta paura di tirare un pugno in vita mia, ma prima di poter colpire il sacco...
"Ferma."
Mi volto verso Quattro con gli occhi sgranati.
"Lo stavo rifacendo?"
Trattengo il fiato aspettando una sua risposta. Mi squadra imperscrutabile, nessuna emozione in volto.
Un secco "no." mi fa tirare un sospiro.
"... Ma hai paura, e non va bene."
*Cour smettila di tirare sospiri perché tanto ti va male comunque!*
"Non capisco cosa mi sia preso prima." mormoro.
Forse non dovrei dirglielo, in fondo un Intrepido non si confida, non prova emozioni, tra le quali la paura, a prescindere. Però c'è qualcosa di diverso in Quattro, lo sento. Peccato che è stramaledettamente chiuso in se stesso, riesco a leggere meglio Eric, il che è un tutto dire.
"Hai immaginato che il sacco fosse una tua paura, vero?"
Lo guardo sconcentrata, come ha fatto a capirlo? Certo mi sono accanita su quel povero ammasso di tela e sabbia come se non ci fosse un domani, è vero. Però poteva benissimo essere una persona che odiavo o che ne so...
"Si, come diavolo..."
Non finisco la frase che mi interrompe:
"Non sei pronta."
Rimango con la bocca aperta, a cosa dovrei essere pronta, scusa?
"In che senso non sono pronta?" dò voce ai miei pensieri, come al solito d'altronde.
"Se le paure si affrontano nel secondo modulo c'è un perché." Dice lapidario. Mi sento estremamente stupida, continuo a non capire. Ok il secondo modulo è psicologico, lo sapevo però...
"Che c'è di male se affronto il sacco come un pericolo reale? Mi sprona a combattere con più forza e ..."
"Con più forza o ferocia?"
Si intromette ancora e non mi lascia neanche il tempo di pensarci su che continua.
"A questo livello non riesci ad affrontare la paura, ma aggredirla perché devi difendere Te Stessa da lei. Però noi vi alleniamo affinché voi impariate a difendere gli Altri dai pericoli, anche a costo della vostra vita. Devi combattere sempre Per qualcuno e mai Contro qualcosa. Poi non pensi che prima di buttarti in un combattimento tu debba imparare la tecnica? Non ti sentivi quasi una bestia prima, quando attaccavi?"
Quelle parole mi ferivano e aprivano gli occhi allo stesso tempo. Oltre che stupire, non ho mai sentito Quattro dire più di tre parole a frase, ora è qui che mi sta facendo un discorso sul Combattimento.
Non lo avevo mai visto sotto questa luce. Per me combattere è sempre stato un dovermi difendere o un farmi valere. Invece adesso scopro che è un proteggere gli altri e che la fatica non è solo fisica, ma anche psichica.
Incapace di parlare annuisco. Effettivamente mi sentivo come una belva in gabbia che tentava in tutti i modi la fuga.
"É perché agivi di istinto. Non sapevi come muoverti, l'importante era scappare e l'unico modo che conoscevi era attaccare per uccidere, o almeno mostrarti la più forte. Gli animali usano l'istinto, l'uomo la ragione e credimi che vincerà sempre la seconda fra le due."
Abbasso la testa mortificata. Sono stata così stupida, pensavo che essendo destinata a questo mondo ne avrei fatto parte appena entrata, invece ho così tanto da imparare. A pensarci a lungo sale il panico, riuscirò a cambiare così tanto in così poco tempo?
"Non posso fermarmi." penso ad alta voce. Quattro alza un sopracciglio chiedendomi di spiegare meglio.
"Mi hai fatto capire di fare un passo alla volta, ma ho davvero molto da scoprire di questo mondo, quindi rimettiamoci al lavoro e questa volta per bene." affermo più decisa che mai. L'Istruttore sogghigna e spero sia perché è fiero di me e non perché sa che non potrò mai farcela.
"Posizione di difesa." ripete "Fendente destro."
E con una nuova luce negli occhi eseguo l'esercizio. I colpi sono meno veloci, forti non lo sono mai stati e la mia guardia lascia molto a desiderare. Detto così sono un piccolo disastro, però ripeto tutta la sequenza per mezz'ora senza pause. Penso di sentire i muscoli gridare e di star sudando dagli occhi, ma non voglio fermarmi e questo mi fa credere di poter continuare all'infinito. Mano a mano i colpi diventano sempre più precisi e la postura, che prima Quattro mi correggeva sempre una volta tornata in difesa, é automatica. I piedi sono saldi a terra e si muovono veloci. Sto migliorando, lentamente, ma la gioia è immensa anche se breve. Già, perché faccio in tempo a tirare l'ultimo sinistro che Lauren urla "Alle Docce!".
Grida di giubilo si alzano dai poveri Iniziati fatti a pezzi dal primo giorno di allenamento e tutti si avviano in Camerata mormorando fra loro. Chi si lamenta dei lividi, chi degli esercizi eseguiti, chi si dispera perché non è riuscito a spostare di neanche un centimetro il sacco, ma anche chi nel vedermi ferma alla mia postazione si ricorda della punizione assegnatami e ci vuole poco prima che diventi argomento di conversazione.
Sbuffo e dò loro le spalle.
"Non fare quella faccia Trasfazione." È sempre Quattro a parlare.
"Siamo loquaci oggi." gli faccio notare sorridendogli sinceramente, mi ha aiutato davvero tanto oggi è gliene sono grata.
Lui mi risponde con il suo solito ghigno che ormai ho capito essere la sua espressione "divertita".
"Prima a saltare e prima a beccarsi una punizione, si parlerà molto di te in Fazione."
"Quindi ti eserciti già con la diretta interessata?"
Fa spallucce: "Preferisco dire le cose in faccia, non so se intendi."
Mi scappa da ridere: "Sai che stai parlando con una ex Candida vero? Emblema della schiettezza."
Alza le mani in sengno di resa: "Ritiro tutto."
Non riesco più a trattenere le risa, forse per la stanchezza o forse perché dice qualsiasi cosa con una perenne apatia. Credo di essere contagiosa però perché due lievi risolini gli sfuggono dalle labbra. Sono quasi impercettibili, ma a me scaldano il cuore di gioia. Infatti mi fermo a fissarlo con un sorriso ebete stampato in faccia e gli occhi che, se potessero, sprizzerebbero scintille.
"Perché mi guardi così?" giustamente chiede.
"Mi piace far ridere le persone."
Lui sorride lievemente prima di scuotere la testa.
"Ahah perché fai così?" domando allegramente.
"Nulla" afferma fissandomi in modo ambiguo.
Mantengo il suo sguardo, tentando in qualsiasi modo di capire i suoi pensieri.
"I tuoi trucchetti da Candida non funzionano su di me."
Le guance mi vanno a fuoco.
*Colta in flagrante, se tu fossi ancora nei Candidi sarasti derisa per settimane!*
"Nessun trucchetto." mento innocentemente.
*E il premio per Miss Sincerità va a... Sicuramente non te.*
"Avvisavo solo." risponde a tono lui.
Non male il ragazzo, è arguto per essere un semplice Intrepido.
*È un istruttore, lo deve essere per forza no?*
Bhe, Eric per esempio non è assolutamente così, ed è un Capofazione.
*A proposito di Occhi di Ghiaccio, non ti aveva affidato da fare qualcosa? Tipo pulire un'intera palestra in neanche due ore? E ricordati che odia lo sporco il signorino.*
"Me ne ero quasi dimenticata!" esclamò senza pensare che Quattro è ancora lì. Mi guarda come se fossi una pazza.
*non ha tutti i torti.*
Quindi mi affretto a spiegare:
"Devo pulire la palestra, punizione..."
Mi fa cenno di seguirlo e mi conduce fino ad uno sgabuzzino.
"Scopa, paletta, moccio e secchio dell'acqua, lì c'è una pompa per riempirlo e lì il detersivo per pavimenti. Per i materassi e sacchi questa è la spunga e quella é la ciotola con il sapone."
Mi appoggia la spunga lercia in mano concludendo con un: "Buon Lavoro."
*ma Vaffan...* mi verrebbe da rispondergli, ma mi limito ad un sorriso che lo sottintende perfettamente.
Lui si allontana lasciandomi ferma come uno stoccafisso.
"Le vendette di Eric non si fanno mai attendere. Prima lo accetti, prima ci imparerai a convivere."
E con questa ultima perla di saggezza chiude la porta della palestra lasciandomi sola.
Guardo la misera spunga nella mia mano e poi l'intera palestra con la sua ventina di materassini e trentina di sacchi.
Sarà una lunga serata, auguratemi buona fortuna.

REBORNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora