Capitolo 1

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"Un altro giorno. La stessa vita."
Questa è la frase che ogni mattino mi ripeto appena il penetrante suono della sveglia interrompe il mio sonno.
Così tutti i giorni la spengo e mi rigiro nel letto aggrovigliandomi nelle coperte, per godere altri cinque minuti di quel tepore notturno che odora ancora dei miei sogni. Resto così a pensare a ciò che la mia mente ha immaginato durante la notte e do un degno finale alle storie interrotte da quel l'odioso beep-beep. Non mi piace lasciarle senza conclusione.  Anche per gli incubi, riesco sempre a trovare un lieto fine. Una volta soddisfatta lentamente mi alzo stiracchiandomi come un gatto e, sbadigliando più e più volte, mi concedo altri due minuti per riflettere sul significato che potevano celare quelle immagini. Sono ricordi confusi e incompleti, ma che nella mia testa, come per magia, si mischiano fra loro creando un bellissimo quadro surrealista del quale io ne sono la protagonista.
Poi vado in bagno, mi lavo e l'acqua trascina via da me ogni stanchezza o inquietudine che alle volte i brutti sogni sono soliti a regalare.
Mi vesto in fretta, meccanicamente: biancheria intima, calzini neri, pantaloni neri, maglietta sempre nera e poi la giacca, bianca.
Bianco e Nero, i maledetti colori distintivi dei Candidi, la "mia" fazione.
La fazione della Sincerità.
Della Giustizia.
Dell' Eguaglianza.
Del Bianco o Nero.
Il grigio e le sue sfumature, i colori, nulla di tutto questo è permesso
Un modo schematico, pratico e a prova di errore. Forse per questo dà un' illusione di affidabilità e giustizia.
In realtà non è che una grande maschera, un sipario pesante e polveroso che cela la vera natura delle cose.
Ossia un mondo finto, basato sulla brutalità e schiettezza travestite da Sincerità, proprio come delle bravissime attrici.
Un mondo che non mi appartiene.
Non mi guardo mai allo specchio, non posso sopportare di vedermi piegata a questo sistema. Non sono io e che senso ha quindi guardare il riflesso di un'altra persona?
Io sono io, dentro.
L'apparenza è tutta una costruzione sociale i cui vestiti mi vanno stretti già da tempo.
Ma non dico mai nulla, incasso i colpi e vado avanti. Mi sono creata una specie di bolla attorno a me, un Mio piccolo Mondo che mi aiuta a sopravvivere. Ci sono io, la mia fantasia e la mia voglia di vivere. Nessuno entrerà mai nella Mia Bolla.

Ma questa mattina il pensiero che mi dà il buongiorno è diverso:
"Un nuovo giorno, una nuova vita."
Il Giorno della Scelta.
Che cosa crudele buttare ragazzini di sedici anni, pronti a volare, in una decisione che cambierà le loro vite per sempre, portandoli all'età adulta.
Far fare loro un test che dica qual è il loro posto nel mondo, dicendo poi:
"siate liberi si scegliere con saggezza".
Il che implica che bisogna seguire ciò che ha detto il test perché è oggettivo. Lui di certo non ha voglia di scappare, cambiare, essere un'altra persona, crearsi una nuova vita, cercare avventure ... mentre tu sì.
No, lui è solo una macchina che incasella la tua personalità.
Ma se il test elaborasse più di un risultato? E se fra le opzioni ricevute non ci fosse la tua fazione d'origine, cosa faresti?
"Troppi dati" ha tagliato corto la Rigida che ha eseguito il mio test. Subito dopo aver detto:
"Eruditi. O meglio, Abneganti. No, ha cambiato: Intrepidi... Aspetta è cambiato ancora Pacifici."
Per poi liquidarmi con un:
" Va' a casa e se non vuoi avere problemi scegli Pacifici."
Cosa significa:" se non vuoi avere problemi?" chi mai vorrebbe avere problemi?

Però nei Pacifici non ci vado.
A dire il vero la vita che fanno non è male, è una vita piena, felice, spensierata, a contatto con la natura. I Pacifici sono persone adorabili dalle mani callose e il cuore di burro. Nei loro occhi vi è meraviglia, conoscono e rispettano i ritmi di Madre Terra, la amano e lei ama loro. Vivono in un equilibrio perfetto accompagnati da canti, balli e tanti colori.
La vita da Pacifica non sarebbe male.
Poi adoro stare all'aria aperta, anche se non per forza a contatto con la natura. A me basta ci sia il vento a scompigliarmi i capelli per essere felice. E poi non ho tutta la pazienza che hanno loro nel coltivare le piante e sono un disastro a cucinare, mi viene male anche un semplice piatto di pasta figuriamoci preparare conserve, torte e marmellate.
Pacifici, una croce sopra.

REBORNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora