Capitolo 8

701 33 15
                                    

"Dove diavolo ti eri cacciata?!"
Sto attraversando il corridoio che porta alla mensa quando la figura di una Lea parecchio alterata mi si piazza davanti.
"A fare un giro." Sorrido.
Lei sta per controbattere, ma faccio in tempo a fermarla dicendo:"Penso che non potrò affrontare l'argomento a stomaco vuoto, mi accompagni in mensa o preferisci stare qui a guardarmi negli occhi per tutto il giorno?"
L'intrepida ci pensa un po' su, dubbiosa della risposta.
"Ringrazia che ho fame anch'io, altrimenti sì, sarei stata qui a guardarti negli occhi tutta la giornata se fosse stato necessario."
Si gira su se stessa e con passo stizzito si avvia da sola.
*È completamente schizzata questa ragazza.*
"Oh sì, effettivamente so di essere uno schianto con labbro, naso, zigomo e sopracciglia mezze spaccate. Mi guarderei anch'io tutto il giorno." Dico sarcastica raggiungendola.
Lei sogghigna fra sé e sé, e aggiunge aprendo la porta della sala comune: "Ti sei dimenticata di citare i lividi violacei e la pelle gonfia e arrossata che ricopre interamente il volto. Violetto e rosso, un accostamento di colore davvero interessante signorina Manison." E con fare educato mi tiene aperta la porta facendomi cenno di precederla.
"Oh quale onore signorina Keller."
Ci guardiamo per un momento prima di scoppiare a ridere. Non ci sono servite parole, sappiamo entrambe di esserci date delle coglione nello stesso momento.
Lea si mette pari a me e a sorpresa mi prende a braccetto.
"Non eri incazzata con me?" Mi viene spontaneo chiederle.
"Non riesco ad arrabbiarmi seriamente con persone stupide come te." Risponde con tono ovvio.
"Ok, non so se essere felice per il fatto che tu non ce l'abbia più con me, o prendermela perché mi hai dato della stupida."
"Ecco, lo vedi. Sei stupida" ribatte innocente.
"E tu sei impertinente, va bene?"
"Penso che tu non sia l'unica a pensarlo."
Detto questo troviamo due posti vicino a dei ragazzi interni che si allenano con noi.
Non è il tavolo migliore, ora che ci penso, in fondo io ho appena preso a pugni uno di loro, avendo la meglio per giunta. Quindi hanno più di un motivo per volermi vedere agonizzante sul pavimento. Opto per la tattica del fare finta di niente. Un semplice "ciao" e poi nessuno sguardo intrecciato. Ho già avuto abbastanza problemi per oggi.
Io e Lea li salutiamo insieme con un cenno del capo, ma mentre ci stiamo per immergere in uno dei nostri discorsi da quattro soldi un ragazzo mi prende per la spalla facendomi girare verso di lui.
"Sei tu Courtney"
É una domanda o un'affermazione?
*No, no non lo sei. Sii furba per una volta in vita tua.*
"Ehm, sì."
*Oh ottimo, così è sicuro di picchiare a sangue la persona giusta. Complimenti!*
Il ragazzo mi guarda in modo strano, sembra che mi stia analizzando e non ne capisco il motivo.
*Sta decidendo se staccarti prima le braccia o le gambe probabilmente.*
Ed è forse a causa di questi miei pensieri poco rassicuranti che quando allunga una mano verso di me, mi ritraggo di istinto cadendo giù dalla panca dove ero seduta.
Tutti i ragazzi dei tavoli vicini iniziano a ridere.
*Che figura di merd..*
"Dalla furia che hai tirato fuori prima sul ring, dovrei essere io a cadere dalla panca impaurito da te, non credi?" Ride assieme ai suoi amici.
"Volevo solo presentarmi stringendoti la mano" sorride allungando di nuovo il braccio in segno d'aiuto. Io lo afferro e prima che possa darmi la spinta per rialzarmi mi sento sollevare in aria dalla sua forza.
*Pochi muscoli il ragazzo, o meglio armadio...*
Mi sovrasta di mezzo metro a occhio e croce, spero davvero di non dovermi mai, e ripeto mai, battermi contro lui.
*Sei un'intrepida, il tuo scopo è combattere, non importa con chi, potrebbe trattarsi anche di un Capofazione.*
Puntualizza prontamente una fastidiosa vocina, seguita da un brivido di terrore nell'immaginarsi un Eric in posizione d'attacco di fronte a me.
"Gregory, Gregory Peck."
La voce profonda del ragazzo mi riporta alla realtà.
"Solo Courtney." Sorrido in risposta.
"Piacere di conoscerti Solo."
"Veramente simpatico e originale " sbuffo, ma non nascondo la nota ironica nella mia voce. È un tipo esuberante lo si vede fin da subito.
"Sei tu che te le cerchi " risponde prontamente, mentre il gruppo dei suoi amici-gorilla ride sguaiatamente dietro.
Tutti uguali gli interni, tanto coraggiosi quanto immaturi. Parlo del genere maschile ovviamente, Lea è diversa. È realista, brillante, schietta e decisa. Sa quel che vuole e ha già progettato un modo per ottenerlo. In questo periodo è entrare a tutti gli effetti nella sua Fazione, ma so già che nella sua testa sta architettando qualcosa di molto più ambizioso. Lo vedo dai suoi occhi verdi che prendono un scintillio diverso ogni tanto, una luce particolare, attraente e pericolosa come solo quella del fuoco vivo sa essere.
Torniamo ai propri posti per finire il pranzo, o almeno a provarci perché il gruppo di scimpanzé ha deciso di iniziare una battaglia con il cibo.
"Uomini." Sospira la bruna di fronte a me.
"Bambini" la correggo mentre schivo prontamente un pezzo di prosciutto cotto che puntava dritto dritto alla mia faccia.
"Ottimi riflessi Solo!"
Urla un amico di Gregory di cui però non ricordo minimamente il nome.
Veloce prendo una foglia di insalata verde dal mio piatto e gliela lancio in faccia.
Il ragazzo rimane imbambolato al suo posto con gli occhi incrociati e fissi sul pezzo di vegetale molliccio incollato sul suo viso, dando così opportunità agli altri del gruppo di prenderlo in giro quanto basta e tirargli qualcos'altro per condirlo meglio.
"Non posso dire la stessa cosa di te, Tipo." ribatto alla battuta di prima.
"Grandissima amica.." Lea mi alza il cinque che batto subito. È bello avere un'alleata in un tavolo di soli uomini buzzurri.
" Questa è guerra aperta.." sibila la mia vittima e nemmeno il tempo di capire il significato delle sue parole che, come una mitragliatrice, inizia a tirare il cibo del suo vassoio a me e alla mia compagna. Non c'è nemmeno da aggiungere che gli altri scimmioni l'hanno subito seguito a ruota.
"Battaglia di cibo!" Qualcuno urla da un angolo della mensa e da qui si può dichiarare ufficialmente aperto l'inferno dei puré e delle verdure poco saporite che ben presto dai piatti, si trovano a volare sopra le teste di tutti. Non so per quanto vada avanti questa improvvisata anarchia, so solo che a un certo punto una voce sovrasta sopra tutte le altre. Un grido non solo più forte, ma anche più autoritario e severo che richiama all'ordine persino le stoviglie. Dalla confusione più assoluta, all'assoluto silenzio e centinaia di occhi puntati su di un'unica figura che, imbronciata ed impettita, stanzia di fronte alla porta d'ingresso della mensa.
Ovviamente, Eric.
"I nomi di chi ha iniziato tutto questo." Ordina, con il tremore alla voce di chi sta cercando in tutti i modi di contenersi per non esplodere dalla rabbia.
Nessuno fiata.
*Grazie Omertà degli Intrepidi, vada pure a quel paese sincerità dei Candidi.*
Nella mia ex fazione, uno, non sarebbe mai iniziata una battaglia simile, nemmeno nei pensieri più selvaggi, due, la verità sarebbe uscita ancora prima che qualcuno la chiedesse e tra l'altro dalla bocca del colpevole.
"Chi è stato?!"
Sbotta il Capofazione tirando un forte pugno su un tavolo vicino, che fa ribaltare i ragazzi lì seduti.
Ancora il silenzio persiste.
"É un ordine! I nomi dei cretini che hanno iniziato tutto questo, ora!"
Ha gli occhi fiammeggianti e la bocca digrignata, un animale feroce pronto a sbranare quel povero disgraziato che verrà nominato, non vorrei davvero, mai e poi mai, essere nei suoi panni...
"È stata Courtney , Signore!"

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 01, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

REBORNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora