Capitolo 4

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"Renderà la mia vita un inferno!"
Ansimo con la testa fra le mani.
Lea e Jane sono sedute davanti a me in mensa, assieme all'altra ragazza interna Helen, mentre ho Jason e Luke alla mia sinistra e destra.
"Ma si può sapere cosa ti è preso?" sbotta Jane seriamente preoccupata, come se il tenebroso Capofazione avesse preso di mira lei e non me.
"Cosa intendi di preciso? Il momento in cui gli ha risposto per le rime? Quello in cui lo ha sfidato apertamente senza motivo apparente o adesso che da feroce tigre è diventata un agnellino in meno di cinque secondi?" Ironizza Lea squadrandomi senza nascondere un tono di rimprovero nella voce.
"Mi ha fatto arrabbiare , va bene?!"
Dico esasperata.
"Lui è un Capofazione, tu un'Iniziata, lui può fare e dire tutto ciò che vuole, tu devi chiedere anche per andare al bagno, capisci o devo farti un disegnino?"
Non ha proprio perso il tono da Erudita saputella.
" E poi solo perché ti ha chiamato Candida e ragazzina??"
Le punto addosso i miei occhi catturandole lo sguardo mentre con voce bassa sibilo:
"Lui non sa da che inferno provengo io così come io non so il suo, deve rispettarmi come io rispetto lui e qualunque altra persona. Le parole feriscono più in fondo che di un coltello."
"Scusa... Io non ci avevo pensato..."
Mormora, capendo che il mio discorso non si riferiva  solo a Eric, ma anche a lei. Sospiro addolcendo il volto:
"Tranquilla, so che non volevi offendermi, anzi grazie per preoccuparti per me... È semplicemente prevalso il tuo essere razionale, non ti preoccupare ci siamo qua noi che procederemo al più presto di munirti di istinto e spirito ribelle."
L'ultima mia affermazione strappa qualche risata alleggerendo così l'aria fattasi troppo pesante.
Vedo Jason aprire la bocca , intento a chiedermi qualcosa.
"Non adesso." mormoro al suo orecchio con fare disinvolto, in modo che nessuno se ne accorga.
Lui fa finta di sbadigliare condendo il tutto con un:
"Però! Che giornata ragazzi! Secondo voi ci fanno tornare al dormitorio tranquillamente o prima dobbiamo affrontare un coccodrillo?"
Gli sorrido con gratitudine, non era il momento adatto per approfondire l'argomento.
"Shh abbassa la voce che se ti sentono potrebbero veramente prenderti in parola!" sussurra Helen con aria serissima. Scoppiamo tutti a ridere, dimenticandoci finalmente del discorso avuto pochi secondi prima.
***
Sono sdraiata sulla mia brandina in mezzo tra Jason e Lea. Soffoco una risata nel vedere la faccia da cucciolo triste assunta da Luke quando, passando davanti ai nostri letti, ha capito che non sarebbe stato di fianco a me a dormire.
"Su il morale, ci incontreremo tutte le notti nei nostri sogni." gli dico dandogli un buffetto amichevole sulla guancia.
"Avrei preferito incontrarti tutte le notti nel mio letto, ma per adesso posso accontentarmi." sorride malizioso portando una sua mano dietro la mia schiena per attirarmi a lui. Mi ritrovo con le mani incastrate fra me e il suo petto. China il volto e i suoi occhi cercano disperatamente i miei.
*Staccati adesso Cour, evitiamo figure da troia il primo giorno magari , dato che da idiota ne hai in abbondanza*
"Ingorerò quel *per adesso* ,ma non ignorerò il tuo sguardo famelico sul mio culo appena salita sul cornicione questo pomeriggio."affermo tamburellando le dita sul suo pettorale.
Subito non capisce, ma dopo pochi secondi sorride beffardo:
"Bisogna ammirare le opere d'arte."
La sua mano inizia a scendere languidamente lungo la mia schiena, puntando inesorabilmente il fondo.
Con una mossa fulminea mi slego dal suo abbraccio, afferro saldamente la mano incriminata e con un movimento rapido gli giro il braccio piegandolo dietro la schiena e assicurandomi bene che il suo polso sia ben centrato fra le scapole.
Geme leggermente.
"Si guarda, ma non si tocca." lo sgrido.
"Una ragazza forte e autoritaria eh? Mi piace." cerca di fare la voce sensuale.
"Vendicativa più che altro." Lo correggo facendo scivolare più in alto il braccio.
"Ahia, ahia... OK ok , giuro ho imparato la lezione, lasicami libero ti prego."
Acconsento: non sarei riuscita a mantenere la mia aria da dura ancora a lungo.
Lui si massaggia il polso mentre si allontana di qualche passo per occupare il letto accanto a Jason quando fa una  falcata indietro e repentino si abbassa al mio orecchio per sussurrarmi:
"Hai una bellissima presa ferrea , sai? Credimi se ti dico che è un vero peccato usarla solo per fare del male a poveri ragazzi innocenti, conosco altri modi molto più piacevoli per adoperarla. Se vuoi sapere come, sai dove trovarmi."
Silenzioso come è arrivato mi lascia lì da sola imbambolata con le guance in fiamme, sogghignandosela tra sé.
"Cosa ti ha detto?" mi chiede Lea perplessa.
"Non credo lo vorresti sapere."
Rispondo con la gola secca.
Si butta a faccia in giù nel materasso per soffocare le risate.
"Tuo cugino è un pervertito che importuna la tua amica e tu ridi? "
La colpisco più volte scherzosamente con il mio cuscino.
Lei alza la testa, ha tutti i capelli scompigliati e le gote infuocate.
"Prima ci farai l'abitudine meglio è."
Dichiara.
"Questo mi conforta molto."
Le faccio una linguaccia che lei ricambia senz'esitazione.
"Buona notte ragazze e ragazzi." cinguetta Helen con una mano sull'interruttore della luce.
"Notte" rispondiamo in coro prima che il buio avvolga tutto.
Non ci sono finestre, la sede degli Intrepidi è sottoterra: se trovo chi l'ha progettata lo ammazzo.
*credo sia già morto considerando che è 100 anni che regna la pace e quindi l'inizio della nostra società. *
Giusta osservazione, ma ciò non toglie che non veda a un palmo dal naso e sia in un ambiente sconosciuto assorto nel più totale e inquietante silenzio.
Mi appallottolo su me stessa coprendomi totalmente con le lenzuola.
"Cour...tutto bene?"
Percepisco la voce virile di Jason come una fioca luce nelle tenebre.
"Solo un po' di freddo." mento spudoratamente, non confesserò mai il mio terrore del buio, è una paura così infantile che non si addice proprio ad un'aspirante Intrepida.
"Certo, in fondo siamo in inoltrata primavera: non hai notato i fiocchi di neve mentre eravamo sul tetto?" Ironizza lui. Faccio allora capolino dalla mia corazza di cotone per guardarlo negli occhi e sorridergli.
"In effetti avrei potuto trovare una scusa migliore, tipo che ho vissuto la mia infanzia in una famiglia di bruchi e mi hanno abituata a dormire così."  indico con il mento il bozzolo di coperte appena creato.
"O semplicemente che hai paura del buio." lo dice con dolcezza in un sussurro.
Il suo sorriso squarcia l'oscurità , una spada contro le ombre.
"Non lo ammetterò mai." faccio finta di imbronciarmi.
" Ok piccola guerriera senza macchia e senza paura, quindi io adesso posso girarmi dall'altra parte a conversare con Luke lasciandoti qua da sola con i mostri." borbotta indispettito.
"Fermo lì dove sei." ordino con una leggera nota di panico nella voce.
Lui alza in sopracciglio invitandomi a dargli una buona ragione per obbedirmi.
"Non azzardati a svegliare quel ragazzo che finalmente ha chiuso quella sua bocca da scaricatore di porto, non ho intenzione di sorbirmi altri pervertiti complimenti per oggi." gli punto addosso l'indice, o almeno ci provo dato che faccio veramente fatica a vederlo nonostante sia a meno di quaranta centimetri da me.
"Mmh solo per questo, non perché hai paura che qualche mostro possa venirti a far visita nella notte..."
Mentre lo dice sento qualcosa che mi sfiora il braccio pigramente, avanti e in dietro.  Il sangue si è ghiacciato nelle vene, i muscoli sono diventati di pietra e lo sguardo è perso nel panico.
Una risata soffocata di Jason però mi fa capire che non è una maligna creatura a farmi i grattini all'avambraccio.
"Non dirmi che non ti piacciono le coccole..." dice innocentemente esagerando il tono stupito.
"Mentre parlavi hai allungato il braccio senza che me ne accorgessi, che bastardo..." rido sommessamente.
"Una brava Intrepida non abbassa mai la guardia" mi rimbecca lui.
Sbuffo, ha regione: dovrò fare tanta strada qui se voglio rimanere qui.
"Quando mi dirai perché odi la tua fazione , perché ti fa imbestialire l'appellativo ragazzina e perché hai così paura del buio?"
La sua voce è vellutata, rassicurante, e il tocco della sua mano mi ha quasi fatto dimenticare dove ci troviamo.
"Mettiamo in chiaro che non ho paura del buio." comincio e se anche non lo posso vedere so che ha aggrottato le sopracciglia dubbioso "E se ti dicessi che non ne voglio parlare questa sera, tu smetteresti di farmi le carezze? " finisco con la voce più mielosa e genuina sia mai riuscita a fare, solitamente quando la usavo con i miei amici nella ex fazione funzionava sempre.
"Come faccio a dirti di no se me lo chiedi in questo modo?" ride lievemente.
*boom, colpito e affondato.*
Si avvicina di più al bordo del letto così da poter essere più comodo e far scorrere le sue dita lungo tutto il mio braccio soffermandosi a fare piccoli cerchi sulla mia spalla nuda. Il suo respiro caldo e regolare è come una dolce ninna nanna e mentre gli occhi sono pesanti, il cuore diviene più leggero. Prendo un lungo sospiro  strofinando il viso sul cuscino ancora duro e che profuma di pulito.
"Buonanotte Courtney" mormora lui.
"Buonanotte Jason" rispondo e un attimo prima di scivolare dolcemente nel mondo dei sogni aggiungo a mezza voce:" Grazie. " Il sul sorriso risplende anche nel buio dei miei occhi e veglia su di me per tutta la notte.
***
"Piega di più quelle ginocchia, alti i gomiti, spalle forti..." Quattro sta passando in rassegna ognuno di noi per insegnarci la posizione di difesa, inutile dire che in me non c'è nulla, ma nulla, che vada bene. Come si dice: chi inizia bene è già a metà dell'opera? Io ho a malapena fatto un passo, ottimo. La frustazione sta iniziando a salire quando sento la pesante porta della palestra aprirsi e chiudersi violentemente. Io le do le spalle, concentrata a tirare dei cosiddetti pungi ad un sacco da box.
Dei passi pesanti e svelti si fanno sempre più vicini.
"Che spettacolo penoso." una voce velenosa  giunge diretta e fatale alle mie orecchie.
"Lo so, grazie!"
Quanto odio essere ridicolizzata. È il primo giorno, non sono mai riuscita a fare del male nessuno di proposito e non dovevo nemmeno scegliere questa fazione, quindi che stia zitto. Non ho riconosciuto chi è, so solo che è un uomo e mi sta antipatico.
Faccio due passi indietro asciugandomi le goccioline di sudore sopra il labbro con il dorso della mano quando il mio corpo va a sbattere contro un altro più imponente e fiero. Alzo lo sguardo sussultando: un volto dalla mascella squadrata,labbra sottili e due occhi color piombo occupa la mia visuale. Mi allontano di scatto, quasi come se la stretta vicinanza fra noi mi avesse dato la scossa. Non riesco a pensare ad altro se non alla strana sensazione di intorpidimento delle mie membra venute a contatto con le sue. E in più, per l'ennesima volta, ho risposto scortesemente ad un Capofazione. E non uno qualunque, ma proprio a quello che mi aveva già promesso un calvario di iniziazione.
*Buon primo giorno Cour!*
Almeno ho solo un pezzo grosso contro e non due, si può considerare un lato positivo, giusto?
Il suo viso é dannatamente austero, la fronte tagliata da una lunga riga di nervosismo.
Non ha preso bene il mio commento. Devo uscire da questa situazione
*Dai Cour pensa!*
"Non fissarmi così, ammettere i prorpi errori è il primo passo per migliorare."
Dico facendo spallucce e un mezzo sorriso.
*Ti prego bevitela, ti prego bevitela, ti prego...*
Lui aggrottata le sopracciglia: "Sembri un insetto che va a sbattere ripetutamente contro una lampadina, sei quasi obbligata migliorare, più in basso di così non ci puoi andare."
Gli sorrido apertamente: ok mi ha insultato, ha preso la mia autostima e l'ha strappata sotto i miei occhi con un ghigno famelico, ma l'ha fatto con il suo solito tocco di ironia e stronzaggine che lo caratterizza. Ciò significa che non è arrabbiato per il mio tono brusco, spero.
"Hai poco da sorridere trasfazione, se continui così il tuo nome sarà l'ultimo della classifica."
*Porca miseria la classifica.*
Le parole di Eric sono come una secchiata d'acqua di prima mattina, così gelide e così vere.
Senza pensare o dire altro mi rimetto in posizione dandogli le spalle più determinata che mai.
Prendo un lungo respiro chiudendo gli occhi, ascolto i rumori della palestra mischiati con il ritmo incessante dei battiti del mio cuore, focalizzo nella mia mente il saccone di sabbia che andrò a colpire travestedolo delle paure che devo ancora sconfiggere.
Spalanco le palpebre, intorno a me non ci sono più gli Iniziati, Quattro o Eric, non ci sono nemmeno io.
Mi sento diversa. Percepisco il mio corpo come uno strumento dalle mille potenzialità e ho una voglia matta di adoperarne il più possibile. Il mio respiro regolare è più animalesco, sono un predatore negli attimi prima di un agguato, pronto al balzo e la mia vittima è la massa informe di buio paratasi davanti a me.
Il silenzio assordante è interrotto d' intanto in tanto da qualche rumore confuso, stonato e surreale, proveniente dalla realtà appena lasciata.
Nella mia mente in trans si forma un  unico e chiaro pensiero: Attaca.

REBORNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora