Pov stefano
E non capivo di che stesse parlando...io avevo lasciato marina e lei mi aveva tirato uno schiaffo, non l'avevo baciata né lei mi aveva baciato...non capivo.
Quando disse che stava partendo sgranai gli occhi e presi a correre per la casa, ero già vestito fortunatamente.
Uscii e quando mi riattaccò presi a correre come un dannato, l'aeroporto era distante ma non tanto, potevo andarci in macchina, avevo i soldi quindi chiamai un taxi per fortuna mi notò subito e gli dissi di essere rapido, arrivato all'aeroporto gli lanciai i soldi urlandogli mentre riprendevo a correre che poteva anche tenersi il resto, quando mi trovai in aeroporto corsi per le scale mobili e inciampai due volte, guardai i voli, ma non sapevo dove stesse andando...dov'era diretto?!
"Addio." Aveva detto, speravo non fosse definitivo....
Dovetti ricredermi.
Il giorno dopo a scuola il suo banco per quasi la prima volta era vuoto. Il suo sottobanco era pieno di cose: penne mangiucchiate, carte, fogli, un cd (si un cd) e un quaderno nero, lo presi e durante le lezioni mi misi a leggere
Introduzione:
Chiunque stia leggendo questo quaderno merita i miei complimenti, leggerà qualcosa di complicato, molto complicato.
Sorrisi e voltai pagina, non c'era una data ma solo tantissime parole:
Ho conosciuto un ragazzo, si chiama stefano lepri, ho già imparato il suo nome a memoria, il suo sorriso è il più bello che avessi mai visto, arrossiva per ogni cosa gli si diceva, riusciva ad attirare la mia attenzione ogni secondo, ogni suo movimento....
Come pensava mettendosi la penna tra i denti, come scriveva in modo disordinato ma comprensibile, almeno da me.
Ci parliamo molto e mi piace la sua voce rauca...
Credo che saremo amici, ottimi amici.
Una lacrima mi scese ricordando i primi momenti con lui. E mi fermai li, lo chiusi e appoggiai la testa nascosta nelle braccia e iniziai a singhiozzare, sarebbe mai tornato?
Alla fine della scuola mi misi a correre verso la casa di sascha, sentivo lo zaino che mi balzava sulla schiena, più mi avvicinavo e più sorridevo, non so perché, ma davanti alla porta deglutii nervoso.
Suonai il campanello, sua madre quando la aprì il suo sguardo si spense "mi scusi se la sto disturbando...so che sascha è partito, anche se non mi ha detto dove....posso entrare?" Lei mi guardò e dopo un po annuii...
Salii le scale e mi ritrovai in camera sua, era vuota, non c'era più il disordine o niente, solo c'era una sua camicia che non usava quasi mai, la presi e la annusai, sapeva di lui. E mi mancavano le sue braccia....il suo respiro, le sue labbra...
Non avrei saputo vivere senza di lui, piansi, fino quasi dimenticarmi chi ero...
Avevo visto i suoi occhi così tante volte che potevo dargli una sfumatura diversa: alla luce marrone chiaro, al buio neri, alla luce normale marroni, quando era felice che brillavano, quando era triste che sembravano vuoti...
Ogni cosa di lui mi faceva male oramai.
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I'm giving up on you...||saschefano||
FanfictionSequel di: Everything is possible Tutto é cambiato da quando sascha é partito, ma resterà ancora a lungo a NY? Il desiderio di tornare lo tormenterà? E Stefano? Riuscirà a vivere senza di lui?