Capitolo 16

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Dopo qualche settimana mi dimisero dall'ospedale, per fortuna una costola fratturata si risolve in poco tempo...cioè non era alla fine una frattura, era solo lussata o così aveva detto un medico che mi aveva visitato..
Ero tornato al mio appartamento solo che stefano anche lui aveva deciso di trasferirsi qui con me, le prime notti ho dormito sul divano poi ho deciso di dormire con lui, era notte adesso, dormivo abbracciato a lui, a un certo punto non prendevo più sonno, anche se avrei voluto non riuscivo, mi alzai ma stefano si svegliò:"sa, dove vai?" Disse con la voce impastata dal sonno, mi buttai sul letto di fianco a lui e lo feci girare verso di me:"sto solo andando a prendere un po di aria" "vengo con te" "shhhh"dissi poi posando un dito sulle sue labbra, lui arrossii, era bellissimo anche così spettinato:"sei estremamente sexy spettinato" anche sotto la luce della luna che gli illuminava la schiena era la verità più pura vederlo rosso come un pomodoro...lui infondo era solo mio.
Lo era sempre stato e speravo lo fosse sempre.
Ripensai al fatto di andare di là e mi misi a cavalcioni su di lui:"sascha...?" Mi guardò, io lo zittii baciandolo eravamo entrambi in boxer e senza maglia, anche se l'idea di iniziare a passare le mani su di lui mi riementava la mente lo baciai solamente, stefano aveva ancora bisogno di pensare e lo sapevo...
Perché non era più lo stesso.
Mi baciava in modo diverso...davanti a lui in quel momento mentre le nostre labbra si toccavano, io avevo gli occhi aperti e piangevo, piangevo.
Ricordavo ogni momento con lui...
Dall'altalena al primo bacio, a ogni abbraccio...al primo giorno, a quei mesi, al bosco, a quelle volte che ha dormito da me, a tutto...
Lui se ne accorse e mi prese il viso tra le guance, i suoi occhi dorati erano bellissimi..."sascha..." Quel tono.
Cazzo pensai.
Quel tono lo usava prima che ci fidanzassimo, quando io non ero niente per lui.
Piansi di più e lui mi strinse a se dandomi qualche bacio sulla spalla, cazzo sembravo veramente una femmina:"ti amo." Dissi sia col corpo che tremava sia la voce...
Lui mi diede un piccolo bacio sul collo:"anche io." Lo guardai "non è vero" dissi, non mentire stefano "si invece" mise la mia fronte contro la sua "dimostramelo" "se vuoi ti spoglio qui e subito" disse guardandomi "così saresti un puttaniere e basta" "un puttaniere gay dici?" Lui rise e io lo guardai serio "perché no, scusa?" Lui tornò serio e mi guardò confuso "sascha, io sono gay solo con te" "oh allora ti puoi sbattere le ragazze?" Risposi di rimando, lui mi guardò sbalordito "ehi sascha, calmo" in effetti non sapevo che cazzo avevo
"No non sto calmo" dissi e lui socchiuse gli occhi mi tirò a sé e iniziò a baciarmi con una velocità che non aveva mai avuto, ma quel bacio era come mesi fa, mi sentii riportato indietro, dopo una manciata di secondi rimase a un soffio dalle mie labbra e mi fece rotolare sul letto, lasciando me sotto e lui sopra di me, mi prese con una mano il viso e mi baciò di nuovo, si sosteneva con l'altra mano per non schiacciarmi o per non far toccare ancora i nostri corpi completamente:"ti amo" disse e poi iniziò a baciarmi il collo, lasciando dei baci umidi, trattenevo il fiato con gli occhi chiusi, li aprii per un attimo e i suoi occhi dorati al chiaro di luna erano la mia fine, definitivamente.
Le sue labbra sul mio corpo mi uccidevano, non sapevo se fidarmi di quel "ti amo"...si stavo dubitando di lui, ma non sapevo più niente. Non sapevo alcune volte se baciarlo, altre se abbracciarlo, altre s'e guardarlo e basta...i baci di stefano arrivati alla mia pancia mi fecero risalire dai miei pensieri, lui mise le mani sui lati dei miei boxer ma io lo fermai:"aspetta" lui mi guardò confuso "cosa?" "Io..non" il suo sguardo si spense "...non vuoi?" "Non così ste, tu non sai nemmeno se vuoi stare con me" "io si lo so" "hai detto che dovevi ancora pensarci" "beh ci ho pensato" "non sembri più lo stesso" sussurrai ma lui mi sentì e il suo sguardo continuò a rabbuiarsi sempre di più "cosa intendi?" Mi chiese fissando un punto fisso e senza neanche guardarmi negli occhi "sei...diverso. A volte mi tratti male, le altre mi dici che non cambierà nulla, altre che devi pensare, altre che mi ami, ora che vuoi che facciamo...beh si hai capito" dissi con un gesto cercando di fargli capire, lui ora mi fissò dritto negli occhi, con un che di strano...erano vuoti.
"Le persone cambiano sascha" mi disse, lo guardai stupito:"ho visto..." "È colpa tua" sussurrò abbassando la testa "beh scusa se avevo visto qualcosa quando la TUA ex mi ha fatto uno 'scherzo' (mimai con le dita) di pessimo gusto" in tutta sta discussione stefano era inginocchiato ancora a terra  davanti ai miei boxer, allora si alzò e si sedette sul bordo del letto dandomi le spalle:"credo che tutto giri intorno a te sascha. Come se io non soffrissi, come se tu fossi l'unico a soffrire, l'unico sulla terra.-Lo vidi serrare i pugni- sai sascha a volte si prendono decisioni, come la tua...che scappi da chiunque ti fa soffrire anche un minimo..anzi. Sono sempre stato io a farti soffrire non è vero? Beh...ogni volta scappavi e io ti ho sempre rincorso, ma mi sono stancato di giocare a nascondino. E sai cambiando le persone possono non provare più lo stesso." Disse ad alta voce con finta calma, ma era incazzato, sgranai gli occhi e mi fiondai giù dal letto davanti a lui con di nuovo gli occhi lucidi:"che hai detto?" "Quello che hai sentito, sascha." Disse in tono freddo "...tu hai già pensato e non l'hai detto..." Dissi indicandolo con un dito che tremava "non ho detto questo.." Disse facendo risalire lo sguardo poco a poco "ah no? Allora la prossima volta fatti una registrazione" si prese la testa tra le mani "NON HO DETTO  QUELLO!" "ALLORA CHE CAZZO HAI DETTO?!" "CHE NON TI AMO PIÙ!" Mi urlò in faccia guardandomi, con la faccia tra le mani, rimasi immobile, non riuscivo a muovermi, rimasi lì..con gli occhi stupiti ma il resto del corpo non reagiva. Credere una cosa e poi sentirsela urlare letteralmente in faccia, beh...fa più male...sentivo uno squarcio dentro di me. Lo sentivo che si ingrandiva ogni secondo...
Ripreso dal mio stato di shock presi dei vestiti e stefano disse qualcosa che non capii poi disse:"no sascha non volevo dirlo..." Eh bravo l'hai detto stammi lontano non gli risposi e continuai ad andare verso il bagno con il malloppo di vestiti "dove stai andando?" Disse seguendomi verso il corridoio che portava al bagno "non rivolgermi la parola." Dissi voltandomi guardando con disprezzo i suoi occhi "sascha io non volevo..." "Ma l'hai fatto." Dissi proseguendo, accesi la luce lui fece per entrare ma gli chiusi a chiave la porta in faccia, mi vestii e poi mi guardai allo specchio, non so come avevo trattenuto le lacrime.
"Le persone con un certo carattere dicono cose che non pensano quando sono incazzate"  disse stefano in un mormorio da dietro la porta, presi uno shampoo e lo lanciai contro la porta, sapevo che si era spaventato ma questo era bastato per non farmi ripetere cose che non volevo sentire, mi guardai allo specchio...avevo un aspetto orribile, mi sistemai i capelli con la mano e guardai la mia faccia piena di pugni e quant'altro...avevo lividi ovunque...
Addosso avevo messo una maglietta della Chicago bulls e avevo dei pantaloncini caratteristici da boxe..tirai un pugno forte contro lo specchio che si ruppe, stefano iniziò a calciare la porta, iniziai a urlare "SASCHA APRIMI!" Ringhiò continuando a bussare e calciare, ma io dovevo sfogarmi, aprii la porta e mi abbracciò ma lo scansai, presi il mio cuscino e lui mi guardò scettico "dove cazzo stai andando?" Mi chiese ancora una volta seguendomi "non ti dovrebbe interessare visto che non mi ami" "ma questa è casa tua.." "Appunto, io non dormo qui stanotte, almeno...-mi voltai verso di lui- non più." Dissi il più freddamente possibile ma restò quel briciolo di tono malinconico che lui percepì sicuramente...
"No sascha io..non volevo dirlo" "me l'hai già detto, devi sparare altre stronzate o posso andare a dormire sulla panchina?" "No non vai a dormire sulla panchina tu." "Oh beh, per quanto ti riguarda io non sono nessuno per te, quindi non puoi dirmi cosa fare." Lui mi prese per la canottiera e mi baciò disperatamente piangendo, gli tirai uno schiaffo "non si risolve tutto con un bacio, stefano." Dissi aprii la porta e presi le chiavi, lui mi tratteneva un braccio, volendo con una spintonata me lo sarei levato, ma tutto sommato non volevo fargli male, sarebbe caduto addosso a qualcosa..così con l'altra mano gli tolsi le dita e gli chiusi la porta in faccia, nel giro di quanto lui fece per aprirla (cosa che non sapeva ancora fare) io ero già diretto verso central park, trovai una panchina e mi sedetti ad ammirare le stelle, sorrisi falsamente e poi scoppiai in un pianto disperato che però mi serviva in quel momento.
Io voglio ancora vivere, sia chiaro.
Ehm....nessuno che venga a prendermi a casa, cortesemente.

I'm giving up on you...||saschefano||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora