La finestra è aperta; una sottile lingua di vento scosta leggermente le lunghe tende scure, mimando le movenze di una danzatrice del ventre. Non sempre nel mio lavoro trovo il tempo per concentrarmi.
"Sveglia!"; incita l'ispettore capo sbattendo sulla mia scrivania un fascicolo appena stampato (adoro la carta calda della fotocopiatrice).
"Non andavi anche tu in quel liceo da giovane?" il mio sguardo assonnato e scazzato si posa su quella pila di fogli caldi e senz'anima, quando d'un tratto è la mia di anima a scaldarsi: High school murder. Quel ragazzo, a terra, con la chitarra marchiata del suo sangue, aveva il mio stesso sguardo; i miei stessi occhi...
"Ti assomiglia, non è vero?"
"In effetti avrei sempre voluto morire durante un concerto; sai com'è, la gloria, i fan: diventi una leggenda"
"Ah sì? a me quel ragazzo non mi sembra molto leggendario!"
"Forza Adam, datti una svegliata e mettiti al lavoro; devi imparare un intero fascicolo, pensi di potercela fare?"
"Caffè; ho bisogno di forza..."
"E che vuoi da me? alzati e vattelo a prendere!"
Prendo il fascicolo e inizio a sfogliarlo per ottenere alcune informazioni circa il ragazzo: ... "mmm... ma la chitarra non era insanguinata?"
Mi dirigo verso la macchinetta del caffè (tra l'altro l'unica presente in tutta la centrale) e comincio a cercare nella tasca alla ricerca di monetine, quando tutto a un tratto, mentre tengo la testa china immersa in pensieri che non ricorderò più, mi sento dire
"Posso offrirti un caffè?"
"vada per un caffè...macchiato!"
Alzo lo sguardo e rimango immobile: mai occhi umani si posarono su cotanta bellezza.
Lei se ne accorge e non ritira il suo sguardo, anzi; stringe leggermente gli occhi e mi scruta con attenzione, quasi a volermi far capire che è lei a reggere il gioco. Che poi, alla fine, di che gioco stiamo parlando?
"Stai giocando con me?"
"Mi leggi nel pensiero?" rispondo attendendo il mio prezioso, preziosissimo caffè macchiato.
"Può essere..." risponde velando a stento un sorriso che pare essere quello di un gatto quando sta per infilzarti con le sue unghiette.
Non rispondo più e, come ammaliato, inizio a bere il mio caffè (macchiato) incurante del suo enorme calore stile vulcano (tanto per capirci).
"Sei di poche parole; ad ogni modo piacere di conoscerti: io sono Ginevra".
Mentre dal suo viso scorrono verso le mie orecchie quelle dolci parole, la sua mano accarezza per errore la mia e d'un tratto inizio a vedere tutto nero; un flash.
"Adam..." Chi mi sta chiamando? "Adam..." vedo solo un immenso albero davanti a me, ma nessuna persona.
"Non cercare persone..." una voce proprio dietro le mie spalle...
Mi giro per vedere chi sia a pronunciare tali parole e un volto orribile, con due occhi di fuoco urla verso di me facendo interrompere la visione.
"Tutto bene?"
"S-sì... almeno credo..."
"Sei un tipo strano" - intona Ginevra accennando allo stesso tempo un sorrisino malizioso - "ma sembri simpatico! Ora, comunque, devo andare Adam"
"S-sì va bene" - che idiota!
Ginevra si avvicina a me e sfiorando nuovamente la mia mano mi sussurra all'orecchio "E' ancora caldo..."
"..."
"Affrettati a bere il tuo macchiato!" - mentre il sorriso diventa fragorosa risata, lasciandomi con un caffè rovesciato sui pantaloni.
La giornata non poteva rivelarsi migliore di così. O forse peggio di così? mi accingo a raggiungere la macchina (stendendo un velo pietoso su come ho praticamente rubato un paio di braghe grandi quanto una tovaglia dall'armadietto dell'agente Philipps, il mangia ciambelle a tradimento) essendo ormai giunta l'ora di pranzo.
Forse sarebbe meglio fare una visita alla mia vecchia scuola superiore per cercare di capire qualcosa di più su quanto accaduto, e soprattutto prima che la città venga invasa da quegli ingordi dei giornalisti.
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Everything Changes
Mystery / ThrillerAdam e Ginevra, detective in lotta contro un killer che sta mietendo una lunga serie di vittime apparentemente non collegate fra loro, dovranno affrontare i loro demoni personali e reali, in un mondo in cui onirico e surreale si fondono in un perico...