Avevo tredici anni, mi trovavo davanti alla televisione quando sentii i nomi di quei killer, assassini -che avevo già sentito nominare- che avevano ucciso, stuprato, drogato persone indifese solo per scopi malefici e per divertimento. Li avevo anche già visti per caso: alcuni in un vicolo buio a bere, avevano uno sguardo stanco ma in agguato, come un gatto nero in cerca della sua preda, il corpo malandato, senza cura di loro stessi, così come i loro vestiti, strappati e inzuppati di birra e qualche altro alcolico. Erano persone normali, medici, operai, gente che aveva contatto con altri umani e strane "armi", che avevano però anche contatto con altri assassini: nessuno si sarebbe aspettato un atto del genere da loro.
Non mi ricordo precisamente cosa successe, in fondo avevo solo tredici anni. Ricordo solo che mi balenó uno strano e perverso pensiero: vendicare tutte quelle povere vittime. Un lampo di genio mi apparve in testa: lasciare che le nuove vittime si uccidano da sole, dato che non apprezzano il dono della vita!
E ora sono qui, a progettare delle trappole contro quegli assassini. Proprio ieri ho dato atto ai miei pensieri: Fedrick Thomson, un medico-spacciatore, aveva iniettato delle siringe contenenti droghe sintetiche nelle vene di poveri bambini innocenti. Di conseguenza è morto per via della mia trappola, messagli addosso dopo che l'anestetico gli ha fatto effetto: consiste in delle siringhe che, dopo una manciata di minuti, spruzzano acido nel corpo del malcapitato, ma lui si sarebbe potuto salvare facendo colare il suo lurido sangue sull'interruttore della corrente. Mio primo successo: devo solo trovare altre idee...