Sto già pensando al mio nome per non farmi scoprire dagli agenti che, per ora, non sospettano nulla. Potrebbe essere "Vendicatore" ma è troppo banale.
Oggi, nel ritorno da scuola, ho voluto allungare la strada per la stazione ferroviaria, in via del treno. Questa stazione è semiabbandonata, con i vetri distrutti, gli ambienti (la sala d'attesa, la biglietteria, ...) sono tetri e misteriosi, bui, illuminati solo dalla luce del sole e da una piccola lucina al neon quasi scarica. Ormai la conosco a memoria, dato che ogni volta che voglio stare solo mi reco qui, dove, in genere, non c'è mai nessuno. È una vecchia stazione -ultimamente ne hanno aperta una un po' più avanti da questa posizione- dove ora i treni sono solo di transito.
Ormai non viene più nessuno qui, ma intravedo in lontananza una ragazza alta, bionda e molto magra, con dei vestiti neri, tristi, che, lanciandosi verso il treno ad alta velocità in transito, viene salvata da uno strano passante adulto poco prima del salto della ragazza: magari la conosceva. Chiedo spiegazioni al "salvatore" e, dopo vari tentativi, dato che non voleva parlarmi, scopro che si chiama Alison Walker. Facendo due ricerche nel pomeriggio, scopro che fa parte di quei gruppi di ragazzi depressi che non apprezzano la vita, quindi si drogano e si tagliano sulle vene piu grandi, in modo da autolesionarsi.
Sto pensando ad una trappola in cui tutti e cinque membri del gruppo sono chiusi in una casa abbandonata dove, entro trenta minuti, fuoriesce nelle stanze un veleno che porta alla morte, lenta e dolorosa fine. Ogni stanza ha il suo antidoto, liberato grazie al superamento di varie prove, come prenderlo prima che il forno ti bruci, o nella cassaforte, le cui combinazioni sono dietro il collo dei mebri... Tutto deve essere calcolato nei minimi dettagli. Sono davvero così cattivo? Domani scoprirò i risultati...