Capitolo 6. L'Incubo Continua

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Cerco di controllare la mia gamba sinistra, per vedere se ci fosse una presunta ferita, ma niente, presumibilmente è un dolore psicologico. Nonostante ciò, con molto timore e ansia, mi addentro nel lungo e tetro corridoio, ma il dolore alla gamba è insopportabile. Cammino senza meta, credo per almeno venti minuti, lunghi e interminabili minuti. Ad un tratto mi blocco di scatto.

Un unico corridoio si divide in tre altri corridoi, dove le luci in essi sono lampeggianti ad intermittenza, scariche, opache, distanziate l'una dall'altra ripetutamente 2 metri. Non ho mai saputo scegliere in vita mia. Seguendo il mio istinto (e ascoltando le strazianti urla provenienti dagli altri due corridoi) svolto a destra. Cammino, cammino, cammino, nonostante l'aria inizi a mancare, dato il luogo stretto e piccolo.

Ad un tratto odo un esplosione, che a parer mio sembra violenta e dolosa, e poi buio. Un buio sinistro, tetro e agghiacciante. So che urlare non sarebbe una buona idea (sprecherei energie, se ci fosse un killer mi troverebbe subito, inoltre nessuno verrebbe ad aiutarmi...) ma noto che riesco a vedere la mia pelle, ma è verde! Verde fosforescente, come un segnale stradale su un'autostrada, il che renderebbe più facile trovarmi. Oltre alla pioggia battente che non ha proprio voglia di cessare, agli innumerevoli tuoni che spezzano il silenzio, sento dei passi. Dei passi leggeri, sempre più vicini e man mano sempre più pesanti verso me. Non penso due volte e corro. Corro finché riesco a farcela, dato che l'aria non si rinnova con una più pulita. Sento la gamba sinistra che va a fuoco, ma un dolore diverso dal primo che ho avvertito prima: del sangue cola dal mio retro coscia e sporca la mia pelle cosparsa dal liquido brillante. Una siringa da ospedale (che conferma che questo luogo è un ospedale) avente un ago molto lungo e doppio è impiantata nella mia pelle e avverto un dolore atroce. La sfilo dalla mia pelle, facendo uscire altro sangue, e ho impiegato un bel po' di sforzo prima di riuscire nell'intento. Trascino la mia gamba sanguinante ma pur sempre brillante fino... A una finestra!

Una santissima finestra! Mi avvicino sempre più al vetro appiccicoso di sangue, da cui ne deriva un odore ferroso che, per me, è piacevole. Mi scorgo alla finestra ma affaccia su un altro corridoio.

"Cazzo, è un labirinto!" penso.

Una figura sinistra si affaccia alla finestra, ma ha le mie stesse sembianze. Inizialmente credo sia uno specchio, ma improvvisamente la figura che si trova dall'altra parte della finestra corre, spalanca gli occhi e urla. Di scatto mi accascio a terra facendo uno slancio indietro che mi procura altro dolore alla gamba sinistra. Una figura oscura mi tocca le spalle. Riconosco la sua voce:

"Giovy!"

"Tessa!" rispondo di rimando.

"C-cosa ci fai qui?" mi chiede con un filo di voce tremolante.

"Non lo so, ma credo che non sarà facile scoprire il perché, chi l'abbia fatto e come riusciremo a sopravvivere..."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 13, 2016 ⏰

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