~ Capitolo Sei ~

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Dopo la nottata di ieri mi sono resa corto di non essere più la Lawliett di un tempo. Ho voglia di cambiare, ricominciare. Voglio una nuova me. Guardo l'ora e noto che sono solo le 9.00 . Il mio corpo si sveglia e ruzzola giù dal letto con tanta forza stamani. Mi sento viva,  ieri le parole di Gianluca mi hanno aperto gli occhi e il cuore. Pensavo tutto , ma mai che avrebbe detto tutto a voce così alta, dichiarando i suoi sentimenti.
''Si, ho una fame da pazzi''.
Sento il pancino brontolare. È uscito presto stamattina, come tutte le mattine. Il suo lavoro richiede coerenza e precisione. Deve essere puntuale, ordinato e se devo proprio dirlo, bello profumato. Il suo profumo...quanto è provocante.
''Oh cazzo. Ieri stavamo per... quasi mi ero dimenticata, mi ha vista nuda o quasi”.
Posando sulle labbra le dita, cerco di dimenticare quei baci scoperti e volgari. Ero fragile e avevo bisogno...beh bisogno di qualcuno che mi facesse sentire qualcuno. Lui mi ha fatta sentire  donna. Distolgo i pensieri provocanti dalla  mente, concentrandomi sulla camera. È  bella in ordine, che sia stata io? Me ne sarei ricordata. Gli oggetti di ieri sera scaraventata terra, ora sono impeccabili al loro posto. Gianluca.. è stato lui. Che carino ha lasciato anche le margherite dentro una brocca di vetro, sopra la scrivania. Le mie preferite, le annuso aspirando tutto il profumo.
''Profumano e sono bianche''.
Sorrdo dopo tanto tempo. “Il mio Gianluca si è superato, accidenti”.
Ricordo ancora la sua stanza in che condizioni la lasciava. Non ci credo che sia stato lui. Glielo chiederò non appena tornerà a casa. Poi se non è stato lui chi potrebbe essere, che cretina, ovvio che è lui. Il traffico di New York mi tenta. Vorrei uscire, anche oggi non mi sono presentata a lavoro, e il terzo giorno ormai. Dovrei uscire e cambiare aria, magari visitare la meravigliosa New York o potrei andare a fare i capelli?
Ieri sera sono crollata tra le sue braccia. Avrei voluto vederlo dormire, con i suoi occhietti piccoli e dolci. Invece sono crollata prima io..
“Devo spicciarmi, non posso fare tardi dalla parrucchiera, se poi devo anche fare shopping”
Levo i vestiti dal mio corpo velocemente e raccolgo i capelli. Sembro rinata, la voglia di vivere mi scorre dentro. Alzo la leva del robusto rubinetto e l'acqua tiepida scorre scivolando sul mio corpo.
“Sottovalutando che sono sola e non ho nessuna compagnia, direi di lasciare un messaggio a Gianluca. Cosa potrei scriverle? Pensandoci, dopo quello che e successo tra di noi ieri, devo chiamarlo ancora fratello?”
Mi  sento un peso indosso, come se fossi sporca dal nostro gesto. Continuo a pensare che è mio fratello e non è per niente giusto quello che abbiamo fatto. Però quando è accanto a me, il mio cuore batte quanto il suo. Poggiata al suo petto, ho sentito chiaramente il suo battito aumentare di continuo. Non so che fare, se continuo a lasciarmi andare con lui, finiremo... beh per... Ci siamo capiti.
Il mio corpo e beatamente rilassato, sento una sensazione meravigliosa. A occhi chiusi coccolo la mia pelle, trascinando tutte queste sensazioni sui miei gesti.  L'acqua scivola sulle spalle fino a ricadere alla base della schiena, sento un bruciore.  Esco dalla doccia. Volto il mio corpo per osservarne il retro nella specchiera. I graffi percorrono la mia schiena. Aspetta... ieri mi ha fatto questo? Le mie dita sfiorano la pelle e mi provocano un dolore intenso. I brividi percorrono ogni singolo punto del mio corpo. Mi passano in mente le scene di ieri sera. Le ferite dovrebbero spaventarmi, invece mi provoca tutt'altro. Qualcosa che non ho mai provato, sento come una piacevole sensazione passionale. Si, di primo impatto mi ha inorridita ma ora che ci penso la causa di questo dolore mi provoca astinenza del suo tocco. Lo desidero ora. Il desiderio pervade il mio corpo come una fiamma. Chiudo gli occhi e sento il piacere fuso con il bruciore sulla pelle. Torno nella doccia e riprendo a coccolare il mio corpo.
Dopo la doccia decido che mettere. Vado verso il mio armadio e noto che le mie Diadora sono impolverate nella scarpiera.
“E' da parecchio tempo che non metto piede fuori casa”.
Decido di indossare, un reggiseno rosso con dei motivi a fiocchi, una mutandina rossa, poi una camicia azzurra con dei leggins grigi opachi. Mentre metto le scarpe inizio a fantasticare su New York. Per quanta curiosità ho sempre avuto nel  viaggiare, non ho pensato minimamente di visitarla. Non stavo bene, era già troppo se gironzolavo per casa. Spero sia incantevole come la descrivono nei film. Dicono sia il cuore della notte.
“Non vedo l'ora”
Avvicino il viso allo specchio e osservo il mio sguardo. Quasi dimenticavo questo gesto, mi manca truccarmi e piastrare i capelli. Non dico che sia stata sempre una ragazza che si preoccupa del proprio aspetto, ma tempo fa cercavo di essere un po carina. Da quando sono morti i miei, quasi non mi guardo allo specchio. Chiudo la palpebra e con il pennellino dell'eyeliner traccio una sottile linea. Così fatta anche l'altra palpebra, la mia espressione va già meglio. Soddisfatta del trucco, decido di non mettere rossetto. Do un'altra occhiata al mio aspetto riflesso nello specchio, e abbino uno zainetto  nero trovato in fondo all'armadio. Metto il necessario all'interno e indosso la giacca. Spruzzo un profumo che trovo di fronte al mobile che si trova nel piccolo andito.
''Sa di vaniglia, è della mamma?”.
Sprofondo le narici nell'essenza e i ricordi m'invadono la mente, io e lei nella vasca. I nostri corpi finalmente abbracciati. Quasi al punto di piangere, gli spruzzi del profumo aumentano. Spruzzo lievemente nei polsi e nelle braccia. Avicinandole espando le goccioline strofinando le braccia, lo stesso con i polsi. Vorrei davvero che il suo profumo mi donasse anche solo la metà della sua forza e dolcezza. Nonostante la mamma non mi abbia dato le attenzioni che desideravo per tutto quel tempo, alla fine mi ha dimostrato che ci teneva e questo mi fa sentire davvero bene. Avrei voluto stringerla di più a me prima di andare via, poi per andare dove? Da quei due che hanno tradito la mia fiducia? Sarà e Michael mi hanno delusa profondamente, se non avrei scoperto tutto in tempo, forse mi avrebbero mentito per tutta la vita. Scuoto la testa distogliendo quei pensieri. Prendo il cellulare tra le mani e scrivo il messaggio a Gianluca.
“Fratellino, sto uscendo. Le chiavi sono al solito posto. Farò prestissimo, promesso”
Inviato, ora dovrei aspettare una sua risposta. Non si sa mai. Quasi per addormentarmi in piedi appoggiata al muro, il cellulare mi vibra tra le mani, al punto di cascarmi a terra, apro il messaggio e subito noto che il numero non è nella mia rubrica.
''Lawliett, devo assolutamente parlarti”.
Chi potrebbe essere? Come fa ad avere il mio numero, nessuno ha il mio nuovo numero.
“ Saresti?”
In attesa della risposta sia di Gianluca e del Boh chissa chi, mi viene sete. Vado in cucina apro il frigo, svito il tappo di una bottiglietta d'acqua e ci poso le labbra. Deglutisco l'acqua sorso dopo sorso, arrivando quasi al fondo.
Sento il campanello e mi precipito a vedere chi è. Apro il portoncino e davanti ai miei occhi si presenta una ragazza. I suoi capelli sono finissimi e lisci, castani rossicci. Occhi azzurri con mascara, diciamo una ragazza acqua e sapone, quasi la invidio. È davvero carina. Abbastanza alta e porta anche dei tacchi, un giubbotto in pelle con una cerniera che richiude a un lato, davvero figo.  Jeans strettissimi, dato il suo corpo mozzafiato. Ma chi diavolo è?
“Ciao, posso aiutarti?”
Il suo sguardo è sorpreso. Mi osserva come se mi stesse studiando.
“Tu, sei Lawliett?"
“Si, sono Lawliett, ma tu?"
Chiedo, cercando di ricordare chi potrebbe essere. I miei occhi ricadono sulla sua borsa Gucci a stento trattengo la risata, odio le ragazze perfettine che seguono la moda e la massa. Camminano con orrende borsette lucide portando il braccio in avanti, si quelle rigide come tavole di legno. Odiose.
“Che fai?  Ti presenti e mi dici chi sei o vuoi rimanere li a fissarmi  per tutto il tempo?”
“Sei diversa, molto diversa. Sei davvero tu?”
Mi sta urtando la cosa. Continua a fissarmi, mi mette a disagio, molto a disagio.
“ Davvero? Non ti ricordi di me?”
Il suo sguardo si rattrista. Non mi osserva più con tutta quella attenzione di prima. Non  e che questa è..
“ Sei Sara...” “Sono Sara...”
La mia voce viene accompagnata dalla sua. Sara e qui. Quella Sara? è diversa. Sembra un'altra ragazza. Accidenti che gli è successo?
“Non ti ricordi più di me? Ora dimentichi le tue amiche?”
“L'amica. Ti correggo. Eri l'unica amica che avevo. E anche l' unica che mi ha delusa”.
“Lo so, non c'è bisogno di rinfacciarmelo. Sono venuta qui per scusarmi”.
“ Come mi hai trovata?”
La mia voce e roca e dura, ma dentro muoio dalla voglia di abbracciarla, nonostante il suo cambiamento . Vorrei tanto chiederle come sta. Cosa ha fatto in questi anni senz me. Ho mille domande. Ora che la rivedo, dopo quello che mi ha fatto, non provo rabbia,  mi è mancata. Sta benissimo, si è messa in forma. Ha cambiato colore e taglio di capelli, sembra più matura e carina. 
Mentre interrogo la mia ex migliore amica, stra diversa e un po troppo strana, ci sediamo in salotto.
“Che posto carino  qui. Ti sei sistemata bene”.
Osserva l'appartamento quasi incantata. Il suo sorriso si fa notare, come sempre. Lei è sempre stata una ragazza solare. Qualunque problema lei avesse, non si è mai tirata indietro, ha sempre lottato per se stessa, senza mai perdere la speranza. Tutto contrario mio, io mi tiravo indietro e mi bloccavo a ogni ostacolo, lei era sempre li a tendermi la mano e a sorreggermi. Mi è sempre stata vicina, portando certezza e forza in me.
“Si... E' un piccolo appartamento, ma per due persone è più che sufficiente”
“Due persone? Non dirmi che ti sei innamorata e vivi insieme a qualcuno?”
Si, beh. Ora sto con mio fratello, diciamo,  giusto ieri stavamo per darci dentro ma niente di che.
“No no, vivo con Gianluca”
“Strano, di questo non me ne ha parlato”
“Come? Di questo non me ne ha parlato? Vi sentivate?”
“Si, era l'unico modo per trovarti. Il tuo vecchio numero era morto”.
È venuta fino a qui solo per chiedermi scusa...? Ormai è passato. Vorrei sapere come sta Mike.
“Mi dispiace... per i tuoi Lawly. Non immagini come ci sono rimasta quando l'ho saputo”.
Sto in silenzio. Non so perchè ma tutta la voglia di averla in torno si è dissolta.
“Sei diversa Lawly,hai i capelli lunghissimi. Ti stanno bene''.
Si okay. Ma Mike?
“Tu, stai bene. Sei stupenda”.
Non posso negarlo maledizione. Per quanto sono stata male, male da morire, mi ha spezzato il cuore... Lei è sempre stata la mia migliore amica. Non posso sfogare il dolore della disgrazia dei miei su di lei, non è di certo colpa sua. Ha ben altre colpe lei.
“Mi sei mancata, non sai quanto. Sarei voluta essere li, tutti quei giorni tristi che hai passato. Il dolore che hai provato e un dolore enorme Lawly. Sei stata forte, senza nessuno sarà stata dura. Mi sento in colpa per tutto, Lawly. Per Mike, perchè non ti sono stata vicina per tutto questo tempo. Mi dispiace”.
Le sue parole sono sincere, non mi guarda ma tiene la mia mano intrecciata alla sua. Capisco quanto è stata male in questi anni, forse cerca di  nasconderlo, in effetti non mi guarda negli occhi. Anche io sarei voluta essere li con lei, dargli forza per ogni volta che magari è stata male.
“Vieni qui.. Io non sono per niente arrabbiata con te. Mi sei mancata anche tu e non sai quanto. Si, è stata dura, ma senza Gianluca, forse non sarei qui a parlare con te”.
Avvolge le sue braccia in torno al mio collo e mi porta verso lei.
I nostri corpi si stringono, mi stritola per quanta esultanza prova. La mia presa è meno forte, devo ancora riprendermi, sono uno stecco in confronto a lei.
“Ma che sei dimagrita? Questa New York ti ha cambiata.."
“Si diciamo, ahaha”
“Ahaha, devi mangiare di più ora che sono tornata".
“Per quanto starai qui?”.
“Non ho una data in programma, vorrei godermi questo posto meraviglioso. Ho un centinaio di cose da raccontarti.. Ho trovato lavoro, vivo da sola, non sai quanto fatico con il lavoro che ho, non ho mai del tempo libero...”
Inizia a parlare a parlare e io non riesco più a seguirla. Nella testa non smetto di chiedermi come sta Michael. Sta ancora con lei? È cambiato?
“Ma... Mike come sta?”
Il tono della mia voce è basso, fino a cesare completamente. Il suo raccontare a dirotto, d'un tratto si blocca. Mi fissa senza rispondere. Passano secondi, minuti, e finalmente parla.
“Non lo sento e non lo vedo da quando è partito”.
Come?Non è tornato? Perché? È rimasto li, senza avvisarci? Non ci credo, non è da lui.
Lo schiarire di una gola interrompe i miei pensieri.
“Grh. Ho visto che avete fatto pace prima di quanto pensassi”.
“Oh Gianluca, mi dispiace essere passata senza avvisare”
“No tranquilla, tanto come hai visto, non ero in casa. Meglio che vi siate chiarite tra di voi, senza me in torno”.
Sara si alza in piedi e non si capisce se è imbarazzata più per la mia domanda o per la presenza di Gianluca. Non capisco perchè il sangue mi bolle dentro. I suoi atteggiamenti di poco fa sono totalmente diversi, ora che è presente Gianluca. Si tocca le mani nervosamente. Si sfila la pellicina delle dita. Conosco benissimo questi gesti, il suo aspetto sara anche cambiato ma i suoi gesti rimangono sempre gli stessi. Succede solo quando gli piace un ragazzo. Gli piace Gianluca? Che fa prima mi prende Mike e ora pure Gianluca?
I suoi tacchi mi fanno bestialire, avrei voglia di darglieli in testa. Si avvicina a lui con un modo troppo avventato per i miei gusti.
“Protresti evitare di...”
Alzandomi in piedi mi interrompo imbarazzata, puntando un dito su di lei. Quasi dimenticando che è mio fratello. Che faccio attacchi di gelosia per mio fratello? Cazzo, stavo per sbranarla con le parole. Lawliett non sei gelosa. Lawliett non sei gelosa.
“Cosa Lawly, hai detto qualcosa?”
Potresti togliere le manine dalle sue spalle? Sai quanto sollievo mi daresti cara Sara?
“Nulla, ho solo detto. Potresti andare a prendere qualcosa da bere ? Ho una gran sete, poi dobbiamo festeggiare, no ?”
Un sorriso cucito in volto  mi appare quasi al punto di dilatare le guance fuori dal viso.
“Certo, faccio come se fossi a casa mia”.
Il rimbombo di quei stupidi tacchi mi fanno ringhiare cazzo.
“Che fai? Ora te la divori con gli occhi?”
“Aahaha. Non sarà mica gelosa la mia Nana?”
“Gelosa io, di te? AHAHAHAH, ma non farmi ridere”.
“A me pare proprio di si, perchè allora preoccuparsi tanto?”
“Perchè, perchè... Non mi sembra giusto dopo tutto quello che mi ha fatto, comportarti così nei miei confronti. Ecco, non trovi?”
Si avvicina a me a passi lunghi e avventati. Il cuore batte a mille, sento il battito in gola. Calca il mio corpo al suo tenendomi un fianco e sfiorando le labbra tra i cappelli. I brividi di ieri sera tornano in vita. 
“Continuo a pensare che tu stia morendo dalla rabbia. Sei gelosa, tanto tanto gelosa, e questo mi fa impazzire”.
Il fiato sul collo mi fa socchiudere gli occhi e quasi gemo per la sua voce bassa e intensa. Ma ma è pazzo? Torno in me e faccio alcuni passi lontano da lui. Giusto in tempo, Sara entra in salotto con dei bicchieri colmi di liquore su un vassoio insieme alla bottiglia.
“Ho trovato solo questo, andrà bene”.
Mezzo intontita e mezzo incazzata o forse imbarazzata, cerco di ascoltare quello che dice Sara. Santo cielo quanto chiacchiera. Mi siedo sul divano, cercando di non guardarli. Mi fanno incazzare, mi fanno sentire di troppo. Butto giù il bicchiere di liquore tutto in un sorso. Faccio cenno a Sara di versarne un altro e lei senza fare domande, lo versa.
“Brindiamo?”
Butto in aria il bicchierino, sbattendomene del loro parlare.
“ Brindiamo a una nuova vita”.
“E' nuova vita sia”
Dopo lo schioccare dei bicchierini,e del brindisi meraviglioso, butto tutto giù in un sorso. Sapete che faccio? Me ne riempio un altro bicchierino da sola. Afferro la bottiglia e verso l'ultimo bicchierino, sto per arrivarci con le labbra e Gianluca me lo porta via. Ancora con le labbra desiderose del liquore, lo fisso in modo interrogativo.
“Ma che fai? Perchè me l'hai portato via? Stiamo festeggiando no?”
“ Tu hai festeggiato abbastanza. Sara ti dispiace se ci vediamo più tardi io e Lawliett dobbiamo andare a fare delle compere ”
“Certamente”
Alza il sedere dal divano e cammina verso la porta sculettando come una papera, o forse sembra più un oca?
“Ciao, ciao. A presto”
Chiudo e apro la mano, toccando le dita nel palmo, cercando di essere più esultante possibile. Sara chiude la porta e scappa via.
"Ma che ti è preso?!”
La sua voce mi fa sobbalzare. Ma che problemi ha ? È lui che ha detto di brindare.
“Che mi è preso?”
“Non sei gelosa? Tu Lawliett Bianchi, vuoi dirmi che non sei gelosa?ahahah”
“Non lo sono affatto e ora rendimi il bicchierino”
Non sono gelosa. Almeno credo. Cioè è mio fratello, ho un tale casino in testa.
Alzo di peso il mio corpo  e  cerco di arrivare al bicchierino.  Stupido ragazzo, tiene quel dannato bicchierino con il braccio teso e non ci arrivo maledizione. Saltello e aggrappandomi alla sua spalla, non ci arrivo lo stesso!
“ Se ci  arrivi, è tuo”.
I miei occhi fanno una faccia rozza, che neanche voglio immaginare. Che sto cercando di fare secondo te?
“Sei serio? Sai che non ci arrivo”.
“Forse è per questo che lo sto facendo?”
Le sue fossette sono così carine che quasi mando a farsi fottere il bicchierino.
“Gianluca non fare l'idiota”.
“Dai, ci sei quasi”.
Abbassa il braccio e quando sto per arrivarci, lo tira subito su. Dio, quanto è bastardo.
“C'eri quasi Nana”
Tira giù di nuovo il bicchierino. Quasi lo stringo, ma mi scappa, avvicina il bicchierino alle sue labbra carnose belle da morire, portando un sorriso davanti ai miei occhi e mandando lentamente giù mi fissa con sopracciglio alzato.
“Che gran Bastardo che sei. Era l'ultimo quello. Io ti uccido!”
“Sembri un'alcolista anonima, ahahah. Ciao sono Lawliett ho vent'anni e sono un'alcolista. Benvenuta  Lawliett. Ahaha”
“Sei odioso quando fai così.”
Ancora in punta di piedi davanti al suo petto. I miei occhi ricadono su i suoi bottoni abbottonati con cura. Porta una camicia blu davvero attraente, poi il suo profumo, socchiudo gli occhi e quasi svengo.
“Nana lo stai facendo di nuovo".
Spalanco gli occhi e mi scanso da lui.
“Fatto cosa?”
Mi sto comportando da sciocca. Sono sprofondata nel suo profumo senza accorgermene, di nuovo.
“Succede che mi annusi, l'hai fatto anche ieri sera. Era da tanto che non lo facevi...”.
“Ma che dici, io non ho fatto un bel niente”.
“Non negarlo. Sarò un po tonto, ma non sono cieco da non accorgermi che ti piace il mio profumo”.
No. Tu sei parecchio tonto. Certo che non sfugge niente al ragazzo.
“Non ti ho per niente annusato come dici, che mi hai preso per un cane?”
“Fatto sta che ti piaccio e non negare anche questo”.
Il mio viso sta scoppiando, mi sento arrossire, sento caldo, davvero troppo caldo. Succede ogni volta. Non so più che rispondere. Perchè è così schietto con le parole? Ogni volta entro in panico. Tiene le mani in tasca e mi fissa, cerco di non incontrare il suo sguardo altrimenti è fatta, mi fulminerà.
“Taci? Sai chi tace consente”
“Sbaagli, noon sempre è così”
Balbetto, come una stupida. Come faccio a mentire senza far vedere che è tutto il contrario di quello che sto dicendo. È evidente che mi fa un brutto effetto.
“Allora, perchè non vieni qui e lo dici guardandomi negli occhi?”
“Perchè dovrei? Che ti cambia ?”
“Visto, non ne hai il coraggio”
Basta, devo cambiare discorso, mi sento in imbarazzo. Sto per scoppiare, come posso guardarlo negli occhi, arrivo al punto di svenire, sarebbe la seconda volta in un giorno .
“Non dovevi fare delle commissioni?”.
“No, volevo sbarazzarmi di Sara”.
Sbarazzarsi di Sara? Che dice?
“Cioè, sbarazzarti di Sara?”
“Forse volevo stare solo con te?”
Fa passi lenti ancora con le mani in tasca. Viene verso di me, e la vampata di calore rinasce. Incontro i suoi occhi e il suo passo aumenta, stringe il mio corpo al muro. Le sue labbra catturano le mie in un istante, il suo profumo stordisce la mia anima, le palpebre si chiudono, come trasportata da un sortilegio d'incanto. Le mani passano dalle tasche ai miei fianchi. Inarco la schiena poggiandomi al muro. La parte animale in me affiora. Attira i miei fianchi a se e sento un'altra volta la sua voglia nel ventre. Le sensazioni di ieri non sono nulla in confronto. Dalle mie labbra esce un lamento disperato per la stoccata al bacino contro il suo. Tiene i miei fianchi stretti e strofina senza sosta sulla mia intimità. Sa che questo mi fa morire . Mi aferra al sedere soregendo il mio corpo, leggera tra le sue mani. Il mio cuore batte più forte, più di tutte le volte. La stretta delle sue mani sulle mie cosce mi fa scordare chi è per me, se è peccato o delizia a me poco importa. Io lo voglio ora. Lingua contro lingua le sue unghie premono sulla mia pelle come una goduria accattivante su un piatto d'argento ai miei occhi. Le nostre labbra si staccano, la mia testa si lascia andare contro il muro. Prendo respiri profondi con il petto al punto di esplode per la confusione. Il suo respiro incontrollato batte sul mio collo, baciando e succhiando con forza e desiderio. Goccioline di sudore scivolano dal mio corpo, la voglia mi assale. Lascia il mio corpo a terra e subito si avventa alla mia maglia. Si stacca da me per pochi secondi, il tempo di osservarmi con cura. Torna assaporando il mio corpo con furia e desiderio mentre toglie velocemente la mia camicetta ormai stropicciata. Morde succhia il mio petto, sorregendo i seni stretti sopra la stoffa del reggiseno. I brividi percorrono la mia schiena, la sensazione della sua lingua tra su di me mi fa mordere le labbra, lasciandomi trasportare in un uragano di sensazioni .
''Oh... Gianluca che stiamo facendo...”
“Shh, shh. Non rovinare tutto Lawly, ti prego shh”.
Secondo dopo secondo ogni mio indumento addosso si posa sul pavimento. Ormai solo in biancheria intima ai suoi occhi sento il bisogno di togliere i vestiti anche a lui. Mentre la mia lingua si insidia dentro la sua bocca calda e accogliente, levo ogni singolo indumento dal suo corpo, tralasciando i boxer su di lui. Cosi restando tutti e due quasi nudi, le sue mani tornano a sfiorare la mia pelle calda e liscia e le sue labbra a baciare il mio collo ormai umidiccio e appiccicoso a causa del sudore. La sua presa tende il mio corpo faccia al muro, schiena a lui sento la sua lingua farsi strada sul mio dorso, le mie clavicole tremare a ogni suo schiocco di bacio, i miei seni caldi posarsi sulle tavole di legno gelato delle pareti. Le ferite  nella schiena provocano in me una sensazione di godimento assoluto. I  piedi si alzano dal pavimento di nuovo e stende il mio corpo sul divano, ancora stravolta dal suo immenso potere su di me. Il dolore alle ferite nel posarmi sul divano, fanno uscire dalle  labbra ancor più affanni. Le sue dita percorrono le mie cosce sfiorandole, provocandomi brividi tremolanti. Posa il mento sul mio addome soffiandoci caldi respiri profondi, bacio dopo bacio si fa strada scivolando sulla mia intimità. Morde le mie mutandine provocandomi scosse e vibrazioni. Si ferma, afferra con delicatezza i lati delle mie mutandine sfiorandomi la pelle arrivando alle caviglie. Posa le sue labbra sulle  cosce baciandole con calma e soffermandosi su i lividi violacei. Ogni bacio cura e riscuote tutte le ferite che mi sono cucita in questi anni, lui mi sta salvando dall'oscurità. Lascio che mi afferri le caviglie, al punto di non sentirle più per il forte vigore che ha su di me, alzo il viso e serro gli occhi per il piacere.
-Gianluca.
Sprofonda le dita su i miei capelli ormai umidi, le sue gambe tremano e cercano disperatamente di chiudersi, ma le mie braccia più forti di lei si spostano nelle sue cosce  tenendole belle salde. Cerco in tutti i modi di trasmettergli almeno la metà del mio piacere, ho una voglia pazza di lei. Serro gli occhi e l'assaporo, sprofondo il viso su di lei e torno ad afferrarle le caviglie. Sento le sue dita tirarmi i capelli e capisco che sta godendo tantissimo,  non voglio farla arrivare all'apice ora. Guardo i suoi occhi lucidi e stupendi. È bellissima, i suoi lunghi capelli ricadono sul divano, le sue guance arrossate mi inteneriscono, la sua espressione cambia ancora.
“Calma Lawly, non ora. Siamo solo all'inizio”.
Voglio fare della sua prima volta, un ricordo indimenticabile.  

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Lawliett.

Arrivando quasi all'apice del piacere, interrompe. Tutto questo mi sta uccidendo, voglio lui ora, voglio colmare il mio piacere su di lui, voglio sfogare le mie voglie. Mi lascia le caviglie e i suoi occhi ricadono su di me. Il suo viso e un tale spettacolo, il suo petto , i suoi occhi, le sue labbra, supplicano il mio corpo. Si avvicina alle mie labbra sprofondando sui miei occhi, osservo le sue labbra e torno a fissare i suoi occhi, mi guarda e la voglia  di baciarlo accresce. Il mio viso si avvicina al suo, le mie labbra arrivano alle sue. Le bacio incollandole alle mie, assaporandone il gusto, le mie braccia avvolgono il suo collo, la lingua si fonde alla mia di nuovo, la foga prende il trono. Il suo corpo sta sopra il mio, le sue mani si alzano e passano sotto la schiena sganciando il reggiseno. Nuda ormai davanti a lui, levo i suoi amati boxer. Arrivati fino a qui, senza più vergogna e senza sensi di colpa, lasciamo che i nostri corpi si colmino di goduria. Le sue mani arrivano ai miei polsi levandoli da in torno al suo collo. Li spinge tenendoli saldi e immobili tra il mio viso.
“Sei pronta Nana? Questo sarà il giorno più bello della tua vita”.
La voce affannata e la sua presa forte mi fa sentire viva. Voglio tutto, voglio ora. Annuisco e la sua lingua si posa sulle mie guance, arriva alle labbra e le lecca, senza neanche il tempo di reagire, arriva già al mio orecchio. Brividi, tremolii a occhi chiusi mi divorano. Senza controllo, resto immobile per le troppe sensazioni. Sento il suo membro  premere su di me, arrivando a entrare lento. Arrivando fino in fondo sento dilatare e il non ansimare si rivela un impresa.
“Ohh... Dio..”
I miei polsi saldi non possono toccare la sua pelle, non possono graffiarla e vorrei potermi sfogare su di lui, muovo i polsi e cerco in tutti i modi di alzare le braccia ma lui porta la presa ancor più giù.
“Voglio sentirtelo dire, Lawly. Dimmi che mi vuoi, dimmi che sei mia, dimmelo e ti lascerò sfogare su di me”.
Vorrei urlare tutto quello che ha detto, ma la voglia e la goduria mi bloccano. Il suo bacino inizia a comprimere un po più velocemente, preme un punto dentro me, spinge il mio corpo fissandomi con sguardo magnifico, non resisto e la mia voce si fa sentire senza controllo.
“Ti voglio, cazzo se ti voglio, sono tua.”.
  Lascia i miei polsi e le mie unghie si aggrappano alle sue spalle umide. Le sue mani tengono le mie gambe e le stoccate dentro me si fanno regolari. Ansimi, affanni e urla riempono la stanza, come una melodia intrigante e paradisiaca. Apro le gambe per farlo entrare in me più facilmente, il suo viso si posa sul seno, il suo godere mi fa inarcare la schiena. Arrivo fino in fondo sentendo una scossa accompagnata da i miei piedi intorpiditi e rigidi, l'ultima stoccata preme il punto di poco fa, comprimo le unghie su di lui e  tutte le sensazioni si fondono in un urlo liberatorio. Esce in me e subito sento il suo seme caldo colare nella mia coscia, si lascia andare con il viso sul mio collo. Esausti, lentamente torniamo a respirare.
“Nana, che cosa sei?”
Fisso i suoi occhi in cerca di una risposta.
“Sono una ragazza fottuta”.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 02, 2016 ⏰

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