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Aveva le labbra sottili.
Increspate.
Erano morbide però.
Meravigliosamente morbide.

Fu un bacio passionale.
All' inizio non ricambiò, anzi, mi respinse.
Ma dopo un po' che insistetti, ricambiò.
Con tanto di lingua.

Quello fu forse il momento più bello di tutta la mia vita.

La sensazione di aver baciato una persona di un sesso uguale al mio.

Dopo qualche minuto, di malavoglia, ci staccammo per respirare.
Ci guardammo negli occhi.

Aveva degli occhi magnifici.
Come il suo profumo, sarei stato a guardarlo per ore.

Mi soffermai anche sul naso.
Era adorabile.
Appuntito e un po' piccolino, era all' insù.
Aveva proprio un naso carino, quel Gerard.
[N/A: qui arriva il mio fetish per il naso di Gerard.]

Guardai com' era vestito.
Aveva una canotta grigio scuro, scollata ai lati.
Aveva delle braccia stupende.
Non troppo muscolose, ma neanche flosce.

Le sue mani erano grandi e sembravano impazienti di abbracciare qualcuno.

E così successe, ineffetti.

Le sue grandi mani occuparono parzialmente la mia schiena, e le braccia avvolsero il mio corpo gracile.

Ray intanto era giá andato via sbuffando con delle valige... che fosse...?

Tutt' a un tratto sembrava che Gerard mi capisse. Dopo quel bacio intenso e quel caldo abbraccio, forse era davvero... cambiato.

Poi, dopo i film mentali sulle sue mani ed il suo naso eccetera, mi ricordai del motivo della mia visita.
Non so come avesse fatto, ma mi lesse nel pensiero.
Così, ignorando del tuto cosa fosse successo pochi secondi prima, spalancò la porta (giá socchiusa in realtá) e mi chiese: -Cosa è successo con Jamia?
Cosa è successo? Beh, è successo.
-Le ho detto che io non sono Frank e che il suo vero ragazzo è morto grazie ad un certo Gerard.
-Capisco.
E capiva, sì sul serio.
Ora il suo sguardo era spento, pentito... amareggiato.
Ma per Jamia o per la litigata col ragazzo?
Non lo so.
-Gerard, devi rimediare.
-Lo so... anzi no. Vaffanculo a Jamia. Non me ne frega più niente. È colpa tua se ora sta male. È colpa tua se sa che il suo ragazzo è morto. Adesso torni da lei e le dici che hai sbagliato. Che potete dinuovo stare insieme.
Mi stava confondendo.
Aveva ragione, forse.
Forse non dovevo deluderla adesso, cazzo sono passati meno di cinque giorni.
Avrei dovuto continuare con questa farsa per qualche altro mese.
Poi l' avrei lasciata per qualche altra cazzata.
Eroconfusoconfusoconfuso.
E se, in quel lasso di tempo mi fossi davvero innamorato? Ma non di lei.
Di qualcun altro.
Si sarebbr accorta che fingevo.
Ed in ogni caso, ormai avevo giá commesso l' atto.

Perso nei miei pensieri, avevo fatto calare un silenzio imbarazzante.

Non mi ero accorto che mi stava fissando.
Quando lo guardai anch' io, guardò altrove per l' imbarazzo probabilmente.
-Secondo te, che dovrei dirle?
-Te l' ho giá detto. Che ti sei sbagliato e vuoi rimediare.
-Giá.
-Scusa per prima.
-Figurati. Ti capisco. Sono stato uno stronzo.
-No, hai fatto solo ciò che desideravi. Ora dimmi: tu sei gay?
-Oh, io...
Domanda difficile. Se avessi detto di essere etero, probabilmente avrei mentito. Ma non ero sicuro di essere gay. Dopotutto, Jamia non era male. Mi piaceva. Ma avevo baciato Gerard.
Forse era stato un errore farlo.
O forse no.
-Io, io non lo so. Jamia mi piace, ma non vorrei stare con lei. Voglio...
-Sei gay. Guardati. Quale ragazzo etero è così sensibile come te? O... sexy, come te? Voglio dire, non molto tempo fa mi hai baciato. E non nascondo che mi è piaciuto.
Io... sexy? Io... uhm... lui... cioè era un complimento?
-Scusami se ti ho messo in imbarazzo. Vieni, ti faccio vedere la casa.
Era un buco. Il salotto/cucina dove eravamo seduti poco prima, era una stanzetta quadrata con una cucina mediocre, qualche mobile ed un divanetto verde scuro.
Poi mi portò a vedere la sua camera da letto. Quella sì, che era spaziosa. Il letto era matrimoniale. Poco prima, evidentemente, ci viveva Ray.
Apparte un bagno piccolissimo, con solo doccia e water, la casa era carina. Sì, erano pur sempre due stanze ma carine.
Tornammo a sedere sul divanetto.
-Frank... aspetta. Non ti ho fatto vedere un' ultima stanza.
-Uhm, okay...
Non sapevo che pensare. Perchè la "nascondeva" se era una normale camera come le altre?
La reputava importante?
Indegna di ospitare chi non ne fosse autorizzato?
Bah, ma chi lo capisce quello.
Spostò una libreria in cucina scoprendo una porta scorrevole.
-Gerard, perchè la porta è qua dietro?
-Perchè questo è il mio luogo segreto.
-Se è segreto, perchè mi ci stai portando?
-Non lo so. Mi piaci.
Ma... ci conoscevamo appena... e aveva appena mollato il suo ragazzo.
Però, dopo quell' affermazione, mi guardò.
Anch' io lo guardai.
Ci guardammo.
Quell' espressione sfacciata e menefreghista era quasi scomparsa.
-Io...
-Anch' io ti piaccio. Sai, non è difficile capire il tuo sguardo. Non lo vuoi ammettere, ma ti piaccio.
Sì cazzo, mi piaci e quando scosti quella ciocca rossa dietro l' orecchio sei così dannatamente sexy, pensai.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 21, 2016 ⏰

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