Capitolo 6.

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Virginia.

Sono due mesi che non sento Matteo, Lorenzo mi ha detto che è a giro per il mondo a suonare. È pieno di lavoro, ma avrebbe potuto trovare un momento per scrivermi. Ha detto che ora lui c'era, ma pare proprio di no. Lorenzo continua a dirmi di andare a trovarlo, lui vorebbe passare del tempo con me ma ha sempre molto da fare.
Forse ha ragione, dovrei andarea trovarlo per salutarlo e magari farmi spiegare di quel bacio.

Cosa ha signignificato? Per me tanto, per lui non lo so. Forse è stato un errore per lui. Devo chiedere spiegazioni.
Mi vesto velocemente con degli jeans neri e una sua felpa, sempre nera.
Mi accendo una sigaretta e esco di casa. Casa sua non è molto distante e in cinque minuti ci sono davanti. Suono ripetutamente il campanello aspettando che mi apra. Appena lo vedo davanti alla porta lo abbraccio di corsa.

M: Oi stai bene?
- No, scusami vado via subito.

Sento i miei occhi riempirsi di lacrime, corro fuori di casa sua e mi fermo a riprendere fiato poco distante.
Sento qualcuno che corre dietro di me.

M: Vi! Non scappare.

Mi siedi a terra e alzo gli occhi al cielo e sospirò. Matteo si siede accanto a me e mi stringe a se. Appoggio la testa sul suo petto e inizio a piangere. Forse mi farà bene e mi sfogherò. Mi stringe ancora di più a se e mi lascia un bacio sulla fronte. Mi tira su e mi accompagna dentro casa sua.

Mi fa sedere al tavolo e mi da un bicchiere d'acqua.

M: Che succede?

Scuoto la testa, non voglio parlarne.

M: Non mi dire che avevi mal di pancia e piangevi per quello. Una volta è funzionato, ora parla.
- Sai cosa succede? Che ero passata avanti alla tua scomparsa, e da quando ti sei ripresentato penso a tutte le volte che mi hai aiutato a traslocare e a tutto ciò che desideravamo fare dentro casa mia, penso ai nostri sogni che avevamo, sai non sono ancora andata in America, aspettavo te. E poi ho un vuoto dentro di me che di certo Lorenzo non può colmare.

Abbasso lo sguardo, non è da me aprirmi.
Matteo mi guarda abbastanza sconvolto, viene da me e mi abbraccia. Mi stringo a lui con tutta la forza che ho.

Che ti importa se un abbraccio ti rompe le costole, se ti aggiusta il cuore.

Lo sento tirare su con il naso. Lo guardo e ha gli occhi lucidi, mi metto a ridere, una risata di tenerezza e lo guardo. Si avvicina al mio viso, la distanza tra di noi è veramente pochissima, sento il suo respiro sulle mie labbra. Piano piano la distanza fra di noi si annulla e lui inizia ad approfondire il bacio. Lo spingo dal petto e mi alzo.

- Cosa ha significato l'altro bacio?
M: Sinceramente non lo so, ma so che vorrei dartene ancora e ancora.
- E allora fallo.

Mi prende per il bacino e ricomincia a baciarmi, con i pollici segna dei cerchi sui miei fianchi, tutto ciò mi fa venire i brividi. Gli metto le mani tra i capelli e glieli accarezzo.

M: Sono quasi le 9, vuoi rimanere qua?

Annuisco e gli di un altro bacio.

M: Giapponese va bene?
- Qualsiasi cosa tu voglia mi va bene.

Mi fa un sorriso bellissimo.
Mi siedo sul divano e mi accendo una sigaretta, devo ancora realizzare cosa è appena successo. So per certo che continuo a sorridere. Quando torna mi porta il posa cenere e lascia il telefono sul tavolino mentre va in bagno. Lo accendo e vedo che di sfondo c'è la prima foto che ci siamo fatti insieme. Sorrido, forse ci tiene seriamente a me.

Passiamo la serata a giocare al computer, più che altro lui cercava di non farmi morire nei vari giochi. L'ho aiutato con la musica.

- Ho sonno.

Mi stropiccio gli occhi e sbadiglio.

M: Sembri una bambina, sei tenera.

Rovino il momento mandandolo a fanculo.
M: Ti giuro che anche se fai così non riesco ad odiarti.

Mi da un altro bacio, stanno diventando una droga.

M:Tieni usa questa come pigiama.

Mi lancia una delle sue felpe, una di quelle che mi piacevano di più.
Faccio un sorriso maligno.

M: Si te la regalo vai.

Mi metto sotto le coperte, poco dopo mi raggiunge, mi lascia un ultimo bacio e si addormenta.

- Grazie, ti amo.

Vedo che sorride, spero che non mi abbia sentito.

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Ciao gentaccia, sono sull'aereo e sto tornando da Londra, uff non volevo è bellissimo la su. Ho trovato questo momento per scrivere questo capitolo, ora dovrei aggiornare un po' più spesso, spero vi piaccia.

- Ishtar.

2016 || Matteo TiberiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora