Capitolo 4

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GIORGIA'S POV.

Mi svegliai improvvisamente a causa di alcuni rumori provenienti dall'esterno e controllai l'ora al cellulare. Erano le 9:30. Stavo per tornare a dormire quando mi ricordai della visita allo stadio con Daniele e Simone, così decisi di alzarmi ed andare a lavarmi il viso. Uscii dal bagno e svegliai Giulia. Mi vestii e presi il cellulare. Trovai due notifiche di Instagram da parte di Daniele.

-daniruga ha iniziato a seguirti

-daniruga ti ha inviato una foto

Aprii incuriosita il direct e vidi che, sotto la foto pubblicata da Simone ieri sera, c'era un suo messaggio.

-daniruga: Buongiorno, io e Simone ci chiedevamo se vi andasse di fare colazione insieme prima della visita allo stadio e al museo..

Ah, quindi avremmo visitato anche il museo?

Vidi che Giulia era appena uscita dal bagno e le chiesi che volesse fare.
"Giù, Daniele mi ha chiesto se andiamo con lui e Simone a fare colazione, che dici?"
"E me lo chiedi anche?" Disse guardandomi stupita.
"Va bene, ho capito."  Dissi ridendo. Sbloccai il cellulare e decisi di rispondergli.

-giorgiasatti: Si, non c'è problema.

-daniruga: Okay, ci vediamo dopo allora :)

-giogiasatti: A dopo :)

Controllai l'ora e poggiai il telefono sul letto.

"Giulia, sei pronta? Sono le 10:05. Muoviti, altrimenti faremo tardi, come al solito."
"Ho quasi finito. Prendo la borsa e andiamo." Disse sistemandosi i capelli. "Okay, possiamo andare."
Presi le chiavi della macchina ed uscimmo dalla stanza. Entrammo in macchina ed accesi la radio. Faceva molto caldo e decisi di accendere l'aria condizionata.
"Emozionata?" Chiesi alla mia amica.
"Molto,  tu?"
"Non sai quanto." Dissi ridendo.

Alle 10.25 arrivammo davanti allo stadio e c'era davvero molta gente. Non so come avremmo fatto a riconoscere Simone e Daniele e come loro sarebbero passati inosservati. Decisi di mandare un messaggio a Daniele.

-giorgiasatti: Siete già davanti allo stadio?

-daniruga: Stiamo arrivando, perché?

-giorgiasatti: Credo sia meglio vederci da un'altra parte. Qui c'è tantissima gente e non credo passereste inosservati.

-daniruga: Siamo appena arrivati davanti allo stadio e siamo in macchina quindi non credo ci vedano, voi dove siete?

-giorgiasatti: Qui, in macchina.

-daniruga: Okay allora parcheggia e venite in macchina con noi. Andiamo insieme al bar.

-giorgiasatti: Ok

Parcheggiai e dissi alla mia amica che saremmo andati in macchina con loro.

"Qual è la macchina?" Mi chiese scendendo e guardandosi intorno. La guardai spaesata ricordandomi di non aver chiesto a Daniele quale fosse la sua macchina. Giulia capì ed alzò gli occhi al cielo. Presi il cellulare per mandare un messaggio a Daniele ma vidi che ce n'era già uno da parte sua.

-daniruga: Siamo nella macchina che ha le quattro frecce accese alle vostre spalle.

Mi girai e la vidi.
"Sono lì, andiamo." Dissi a Giulia e ci dirigemmo verso la macchina. Arrivammo di fianco all'auto e il finestrino dal lato del passeggero si abbassò di poco.
"Buongiorno ragazze, salite." Ci disse Simone sorridendo.
"Buongiorno." Sorrisi e salii in macchina, seguita da Giulia.

Daniele accese la radio e partimmo. Dopo qualche minuto arrivammo di fronte ad un bar. Scendemmo dalla macchina ed entrammo. Il bar non era molto grande, ma era molto bello e moderno. Ci sedemmo ad uno dei divanetti e, dopo qualche minuto, una ragazza si avvicinò a noi.

"Buongiorno ragazzi, cosa vi porto?" Disse sorridendo.
"Per me un caffè ed un cornetto al cioccolato." Disse Simone.
"Io prendo un cornetto alla crema ed un cappuccino." Disse Daniele. 
"Avete delle ciambelle?" Chiese Giulia guardando la ragazza.
"Certo, come la desideri?"
"Al cioccolato, grazie."
"Caffè?" Chiese la ragazza.
"No, un espressino chiaro."
"Per me un espressino ed un cornetto al cioccolato." Dissi sorridendo.
"Perfetto, torno subito." Disse la ragazza allontanandosi.

Si creò un silenzio imbarazzante in quanto nessuno sapeva cosa dire. Improvvisamente il cellulare di Daniele squillò.

"Ehi Paulino." Disse Daniele.
Paulino, Paulo! Okay che lui non è l'unico a chiamarsi Paulo, ma...
"Si oggi pomeriggio ci sono gli allenamenti e mi sembra ovvio che devi venire."
Capii che stava parlando proprio con quel Paulo e mi girai verso Giulia che mi diede una leggera gomitata. La guardai male e, di sfuggita, vidi Simone sorridere. Sperai che non avesse capito della mia cotta per Paulo e presi il mio cellulare.

Dopo qualche minuto arrivò la cameriera con le nostre ordinazioni e Daniele terminò la sua telefonata con Paulo.
"Scusate, Dybala non si ricordava degli allenamenti di oggi." Disse il difensore ridendo.
"Sempre il solito." Disse Simone guardandomi e facendomi un occhiolino mentre Giulia mi dava continuamente delle gomitate. Daniele, non capendo alzò un sopracciglio e Simone gli diede spiegazioni.
"Pare che Giorgia abbia una cotta per Paulino." Disse ridendo. Giulia scoppiò a ridere ed io arrossii.
"Non è vero." Dissi abbassando la testa.
"Si, certo." Disse Giulia tossendo.
"Fanculo." Dissi guardandola male.
"Che stronzi che siete, non mettetela in imbarazzo." Disse Daniele sorridendo. Giulia e Simone si guardarono e scoppiarono a ridere. 

Dopo una mezz'oretta uscimmo dal bar e ci dirigemmo verso la macchina di Daniele.
"Allora, prima lo stadio o il museo?" Disse Simone girandosi verso di noi.
"Mh, museo." Disse Giulia ed io annuii.

Dopo qualche minuto arrivammo al museo. Io e Giulia ci guardammo e sorridemmo. Entrammo e cominciammo a visitarlo. Andammo nella sala in cui sono custoditi i trofei, in quella in cui ci sono le maglie autografate, in quella in cui sui dei maxischermi è raccontata la storia della squadra. Giulia non smetteva di fare foto e vedevo i suoi occhi brillare, ed io avevo il cuore a mille. Entrambe stavamo realizzando uno dei nostri sogni più grandi. Ogni tanto Simone faceva delle battute su alcune reazioni di Giulia e tutti scoppiavamo a ridere, tranne lei che non faceva altro che guardarlo male e dargli dei colpetti sul braccio.

Dopo aver visitato il museo, andammo allo stadio. Entrammo negli spogliatoi, in tribuna d'onore, in campo, ovunque. Visitammo ogni singolo centimetro dello stadio che, in quel giorno, era deserto.

Uscimmo dallo stadio ed andammo a mangiare qualcosa in un ristorante.

Arrivarono le 14:00 e Daniele ci riaccompagnò al bed&breakfast. Stavamo per scendere dall'auto ma Simone ci bloccò.
"Ci vediamo tra un'ora." Disse sorridendo.
"Ma non avete gli allenamenti?" Chiese Giulia confusa.
"Vi portiamo a Vinovo." Disse l'attaccante facendole l'occhiolino. "A dopo."
Giulia mi guardò ed un enorme sorriso nacque sul suo volto.

14:30.
Giulia era in bagno e si stava preparando per andare a Vinovo canticchiando. Improvvisamente il mio cellulare squillò. Lo presi e risposi.
"Ehi mamma."
"Giorgia." Disse lei molto seria.
"Dimmi."
"Io... n-non vorrei rovinare la v-vostra vacanza, ma è un'urgenza." Disse singhiozzando.
"Mamma, mi stai spaventando, cos'è successo?"
"Giorgia, Fabio è in ospedale, ha avuto un incidente con il motorino. U-un'auto non l'ha visto e..." Non riuscì a finire la frase e scoppiò a piangere. "Ora s-siamo in ospedale, lui è in coma ed è m-molto grave. "
"Arrivo subito." Dissi, terminai la telefonata e scoppiai in lacrime. Fabio è mio fratello ed ha 17 anni. Siamo molto legati e, se lui non dovesse farcela, non saprei davvero cosa fare.
Nel frattempo Giulia era uscita dal bagno e, vedendomi piangere, si avvicinò a me.
"Che è successo?" Disse guardandomi preoccupata.
"Fabio ha...ha avuto un incidente ed ora è in coma." Dissi cercando di trattenere le lacrime. Lei si mise una mano sulla bocca e subito dopo mi abbracciò.
"Forza, facciamo le valigie e torniamo subito a Pisa." Disse dopo qualche minuto staccandosi dall'abbraccio.
"E gli allenamenti? So che ci tieni molto, vai. Ci torno da sola a Pisa."
"No, neanche per sogno. Non ti lascio sola in questo momento e tengo molto a Fabio, è come se fosse anche mio fratello." Disse mettendo alcune magliette in valigia. "Ora mando un messaggio a Simone e gli dico che, a causa di un'urgenza, siamo costrette a tornare immediatamente a Pisa." Disse prendendo il telefono.
"Grazie." Dissi sorridendole ed abbracciandola.
"Di nulla." Mi disse stringendomi più forte, non so che farei senza di lei.




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