Quel giorno...
Le corde sono resistenti, si sa. Ci vuole quella buona, e potresti intrappolare il mondo.
Newt e Thomas avevano una di queste corde, salde, ma rese invisibili da altri fili che li legavano a due dimensioni totalmente diverse.
Newt quella mattina era sfinito, e sentiva che la corda che l'aveva unito a Thomas, ieri sera e il resto degli anni, si stesse sgretolando. Un pezzo per ogni passo che faceva.Un passo in quel corridoio senza luce, oppure troppo pieno di questo, dove i colori non assumevano cambimenti ed era sempre stato così.
Un passo e rivedeva due bambini giocare a prendersi e a lanciarsi farina.
Un altro passo e rivedeva gli esami, e un bambino diverso, e un altro restargli comunque accanto.
Un altro passo e rivedeva due ragazzi contro il muro, che ridevano, da soli. E sorrise, mentre voleva piangere e scoppiare a ridere allo stesso tempo.Ma intercettò lo guardo di Minho accanto a lui, e lui gli sorrise. Non era lo stesso, non era Thomas, ma poteva andare. Sorrise, triste. Era triste. Non per lui.
Tra un'ora lui non avrebve neanche ricordato la sua età, né cosa gli piacesse mangiare.
I piani erano quelli: due anni al massimo. Poi avrebbero trovato la cura, avrebbero riacquisito la memoria e tutto si sarebbe sistemato. Tutti i ricordi, tutte le vecchie emozioni, il suo passato e ciò che aveva costruito passo passo nei suoi quasi 15 anni.
Ma... la sua preoccupazione era Thomas.
Thomas che avrebbe ricordato tutto, per altri... due anni?Entrarono nel grosso laboratorio, l'ultima tappa prima del labirinto. I lettini erano già disposti sul lato sinistro, qualche tizio stava già arneggiando tra siringhe e robe varie, e in fondo si poteva già scorgere quella scatola di metallo.
Istintivamente alzò gli occhi al soffitto: lì sopra era il labirinto? Era così poco distante?"Giorno ragazzi! Pronti?" Sorrise l'uomo ratto davanti a loro, sorridendo. Probabilmente, anzi, sicuramente, era il progetto che stava per iniziare la fonte del suo sorriso ironico e... patetico.
Alby lo squadrò, senza nascondere il rancore nei suoi confronti.
"Senti, cominciamola e finiamola qui, okay?" Sbottò infine, dando voce a quelle che, se avesse parlato, sarebbero state le identiche parole di Newt.
L'uomo Ratto annuì, senza abbandonare il sorriso, e indicò ai dieci ragazzi i lettini su cui si dovevano sentendere.
Newt guardò Minho, come se volesse avere la conferma. Quello annuì, poi saltò a sedere sul terzo lettino.
Il biondo gli fu subito affianco."Hei Newt" mormorò poco dopo l'asiatico. Il biondino, che prima stava fissando il lettino con aria persa, risollevò la testa, puntando gli occhi scuri e tristi sull'amico.
"Ah-ah?"
"Quello non è Aris? E non c'è anche Teresa?" Borbottò lui. Newt pensò che stesse delirando fin quando non seguì il punto indicato dal dito teso di Minho. In effetti, al bancone di fronte a loro, tra i vari tizi vestiti di bianco che armeggiavano con provette tubi e siringhe, c'era una massa di capelli corvini. E accanto a lui il profilo di un ragazzo identico ad Aris.
A Newt mancò un battito. Che fossero loro...?
Minho sembrò leggerlo nel pensiero, ma un rumore interruppe il flusso di pensieri di Newt e il trafficare di provette.
Una ragazza, più in là, li guardava. Aveva gli occhi sbarrati, tanto che il verde si scorgeva anche da dov'era il biondo. Tra le mani la forma di un vassoio che era stato lasciato cadere a terra. Lei era immobile, sconvolta, li guardava come se non si aspettava affatto che loro fossero lì.
Ci volle un attimo a Newt per capire di chi si trattasse: la sua ex compagna di banco, l'amica timida di Aris, la spaientona che adorava leggere, Rachel.Anche lei era lì? Con Teresa e Aris? Perché loro erano lì? Cosa aveva lui di diverso?
Cosa avevano loro di diverso?
Rachel cominciò a respirare velocemente, troppo velocemente, e indietreggiò di un paio di passi. Li indicò, tendendo il braccio, e poi parlò, con voce tremolante.
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Piccole Amnesie ||Newtmas
DiversosPrima del labirinto, prima della fuga, prima della Zona Bruciata, prima dell'Eruzione. Cosa sono stati Newt e Thomas, prima che un filtro annebbiasse a tutti e due la mente? Come hanno vissuto quegli anni nel grande edificio della CATTIVO? Hanno gio...