Un anno dopo...
Si svegliò presto, quel giorno alla radura.
Non poté fare a meno di fare una smorfia, di dolore, di frustazione, non appena si ricordò cosa avrebbe dovuto fare quel giorno.Si alzò pigramente dalla brandina nella stanza poco illuminata e, senza tanti giri di parole inutili, scese già in cucina a rubare qua e là qualcosina.
Le ultime qualcosine.Non poteva stare fermo, non ci riusciva. Aveva paura e fretta allo stesso tempo, voleva che quel giorno si concludesse come voleva tornare indietro a ieri.
O a un anno fa, così da capirci un po' di più di tutto quello che lo circondava.Con lo zaino in spalla, un sorriso smagliante e i capelli -indovinate?- perfettamente in ordine, un Minho raggiante e allegro saltellava sul posto sorridendogli, poco distante da lui.
"Giorno pive!""Giorno Minho... dov'è Ben?" Cercò di deviare le domande, quante più possibile, o di ignorare la stretta al petto che lo stava invadendo. Cercò di guardare Minho il più a lungo possibile, come ad imprimersi qualunque altro particolare che gli fosse sfuggito.
"Dovrebbe arrivare a breve. Credo che stia per ammazzarmi, l'ho buttato in una maniera poco gentile giù dal letto." L'asiatico accompagnò la frase con una risatina, per poi mettersi a saltellare sul posto di fronte alle porte.
Poi però Minho smise di saltellare e si girò verso di lui. Ma non era Minho. Era... un altro viso, un altro corpo, un'altra persona.
Ancora una volta, però, riusciva solo a scorgere la zazzera scura dei capelli, gli occhi penetranti di cui ne definiva solo il colore e le labbra, distese in un sorriso.
Non erano più ad aspettare che le porte si aprissero, erano in un corridoio totalmente bianco e quella figura era vicinissima a lui.Di nuovo.
Poi il ragazzo di fronte a sé, di cui non riusciva a delineare i contorni, si avvicinò ancora maggiormente a lui. E chiuse gli occhi.
E Newt era tentato di chiudere gli occhi e provare a vedere cosa sarebbe successo...
Ma una voce lo interruppe."Giorno pive" narrò, e di colpo tornò tutto come prima: la radura, il corpo e viso di Minho, i colori, la senzazione di casa e insicurezza allo stesso tempo, la leggera brezza che c'era tra quelle mura.
Ben era appena arrivato, sorrideva mentre dava uno scalpellotto dietro la testa del ragazzo asiatico.Newt ormai si era abituato a questi scatti, e non l'aveva mai detto a nessuno. Erano specie di visioni, cosa avrebbero fatto o detto gli altri se l'avessero saputo?
E poi riviveva ogni volta l'angoscia e la preoccupazione che questi flashback gli creavano. Chi era quella persona? E perché sentiva di odiarla e amarla nello stesso tempo? Perché provava un rammarico e una morsa allo stomaco pensandola?Non lo sapeva, ma questo continuo essere lì, rinchiuso, con questo odio che gli bruciava i polmoni ogni volta che ci pensava e questo suo essere diverso dagli altri lo innervosiva, lo portava ad odiare sé stesso.
E quel giorno avrebbe smesso di odiarsi."Andiamo pive?" Sorrise ancora Minho, e solo in quel momento Newt si accorse che le mura erano già pronte per essere attraversate. Un brivido gli corse lungo la schiena.
Ben partì, Minho lo seguì, e Newt fissò ancora una volta la radura, ne annusò l'aria, poi sforzò un sorriso, e raggiunse i due.
***
Quando fu di nuovo solo, era così immerso nei pensieri che inciampò nei suoi stessi piedi, la faccia shiacciata contro la pietra e le mani protese in avanti, in un tentativo inutile di attutire la caduta.
Lo zaino rotolatò più in là, le gambe scomposte, un sospiro sfuggito dalle labbra e gli occhi chiusi.
STAI LEGGENDO
Piccole Amnesie ||Newtmas
RandomPrima del labirinto, prima della fuga, prima della Zona Bruciata, prima dell'Eruzione. Cosa sono stati Newt e Thomas, prima che un filtro annebbiasse a tutti e due la mente? Come hanno vissuto quegli anni nel grande edificio della CATTIVO? Hanno gio...