M:Sei arrivato in ritardo. -Disse Momo che stava su un palo a dondolarsi.
B:Ho avuto un contrattempo. -Ghignò leggermente, sistemandosi i guanti.
R:E quei guanti da dove sbucano? Non li avevi quando eri uscito. -Indicò con il dito i guanti. B:Sono un "regalino". Vi spiegherò più tardi.
M:Ok. -Momo scese dal palo.
Davanti a loro si destava la villa del Signor De Santis. Era gigantesca, ed era tutta bianca, in un'ubicazione perfetta, dato che non era fuori città ma in periferia. Sull'entrata vi erano delle colonne di marmo bianco, e pochi metri più in là la porta, anch'essa bianca, di un legno raffinato.
Momo bussò alla porta.
La gigantesca porta si aprì, e davanti a loro si presentò quella che era una piccola piazzetta con al centro una fontana che zampillava acqua cristallina.
Cameriera:Benvenuti nella residenza De Santis.
Ma:Che figo oh. -Si guardò attorno, notando molti quadri appesi ai muro che li circondavano.
B:Devono costare molto questi quadri.
R:Ci può accompagnare dal signor De Santis?
Cameriera:Certo, seguitemi. -Imboccò uno dei corridoi che erano collegati alla piazzetta a raggiera.
Mentre camminavano Matteo si sistemò le varie armi che portava in un borsone gigante.
M:Sono tutte cariche?
Ma:Le mie palle sì. Le armi anche.
M:Mi bastava sapere delle tue armi. -disse inarcando un sopracciglio, trattenendosi il più possibile.
Ad un certo punto si fermarono davanti a una porta fatta in ebano, dalla maniglia d'oro.
La cameriera aprì la porta.
La stanza era decorata con uno stile molto sobrio, incentrato sui colori grigio e rosso.
La scrivania alla quale sedeva Lorenzo era gigantesca, ed era di colore nero.
Lorenzo:Buon Pomeriggio.
B:Salve.
Lorenzo era seduto dietro la scrivania, con le gambe poggiate sul tavolo. Era un ragazzo molto giovane, dai capelli neri scuri, anche se delle volte parevano blu a seconda della luce e angolazione. I capelli cadevano su un lato del viso, coprendo dunque un occhio. L'occhio visibile era di un azzurro molto scuro, qualcuno oserebbe dire blu.
Accanto a lui c'era un ragazzo biondo, probabilmente suo coetaneo quindi un 17enne. Esso aveva gli occhi azzurri, molto chiari.
Lorenzo:Lo so che nel nostro contratto era stato ben specificato che avreste avuto l'unico compito di proteggere la mia casata, ma vi devo chiedere dei lavori che ricompenserò.
B:Va bene. Abbiamo anche delle persone già pronte per svolgere i compiti che ci assegnerà.
Lorenzo:Dovete scortare un camion che porta della Molly.
B:Quanto?
Lorenzo:1.500$ a quelli che parteciperanno.
B:Va bene. Attuale posizione?
Lorenzo:Noi non usiamo comunicazioni dirette. Pianifichiamo tutto fisicamente, due settimane prima dell'azione. Abbiamo una rigida tabella di marcia.
B:Quindi ora dove dovrebbe essere il carico?
Lorenzo:Terza via parallela alla tangenziale, il camion è di un colore rosso, con sopra scritto "Uppermacht Transport". Dovrebbe essere la alle... 17:00-17:15.
B:Avverto gli altri. -prese il cellulare e chiamò sul numero di casa.
H:Pronto?
B:Prendi Simone e Sara. Dovete scortare un trasporto del signor De Sanctis.
H:Indirizzo?
B:Terza parallela alla Tangenziale, camion rosso con scritta Uppermacht. 17:00-17:15.
H:Va bene.V:Chi era?
H:Bilal.
V:Che voleva?
H:Abbiamo una piccola cosa da fare, nulla di ché. Ah, mi puoi stirare quel vestito?
V:Non sono la vostra serva... -ringhiò.
H:Perfavore!
V:Ok... -sospirò pesantemente e si incamminò verso l'altra stanza.
H:Sara, Simone!
S:Dica.
Sa:Eh?! -Urlò dall'altra camera.
H:Alle 16:55 dovete avere il culo pronto.
S:Tra 5 minuti quindi?
H:COSA?!
Sa:Sono le 16:50. -Disse leggermente confusa.
H:SBRIGATEVI!
S:Ok. -Chiuse la porta della stanza.
Sa:Aspetta, devo prendere i vestiti da quella camera!
S:Ti attacchi!
Sa:Vaffanculo! -Diede un calcio alla porta.
G:Oh ma che è sto casino. -urlò dal salone.
H:Hai finito Vale?!
V:No.
H:Sbrigati!
V:(Oltre a fargli un favore devo pure sbrigarmi...)
S:Fatto. -Uscì da quella camera vestito abbastanza elegante.
Sa:Finalmente. -Entrò subito e sbatté la porta con forza.
H:Grazie. -Prese il vestito appena stirato da Valentina e si chiuse nella camera di Bilal.
Helena mentre si stava cambiando notò che la camera di Bilal era molto più profumata e ordinata della loro, e sopratutto aveva un letto matrimoniale quando lui invece dormiva da solo.
H:(Probabilmente lo userà per andare a puttane, vabbe, ora mi devo concentrare su altro.)
Helena uscì poco dopo dalla stanza, cercando di prepararsi il più decentemente possibile.
H:Sei pronta Sara? -Bussò alla camera.
Sa:1 minuto! -Rispose dall'altra parte della porta.
S:Finalmente avrò modo di testarlo. -prese una valigetta di colore blu elettrico, che non avevano mai visto gli altri.
H:Quello quando lo hai preso? -indicò la valigetta.
S:Me l'ha regalato un mio amico. -concluse frettolosamente Simone.
Sa:Eccomi! -Spalancò la porta.
H:Ok. -Prese una piccola mitraglietta leggera, e aprì la porta per poi scendere le scale. Simone e Sara la seguirono a ruota.
Sa:Dove dobbiamo andare quindi?
H:Terza parallela alla tangenziale, camioncino rosso verso le 17:00-17:15.
Sara aprì le ali da demone e spiccò il volo.
H:È scema a usare le sue ali in città?!
S:Tranquilla, ha un modo per non farsi vedere.
H:Lo spero. -Sospirò.
S:Andiamo.
H:Ok.Sara arrivò sul posto esattamente alle 17:00, e stette ad aspettare il camioncino rosso.