Capitolo 6.

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Mentre Bilal e Rachele si stavano baciando, entrarono degli agenti di polizia in borghese e iniziarono a perquisire di nascosto. Molti appena lo seppero uscirono dalla discoteca il più in fretta possibile ma l'entrata era sigillata da due buttafuori che paradossalmente avevano il compito di non far uscire nessuno. Molti ragazzi vennero ammanettati, ma non tutti se ne accorsero visto che la folla continuava a ballare. Bilal che nonostante era occupato a fare altro, notava che c'era qualcosa di strano. Quindi coperto dal corpo di Rachele estrasse una delle due S&W 500, e se la nascose appena sotto la coscia.

Uno dei quattro agenti si avvicinò a Bilal e Rachele.

Agente:Vi devo perquisire. –Prese dalla tasca interna del giacchetto una carta che lo riconosceva come agente di polizia.

R:Che cazzo vuoi sbirro di merda!

B:Rachele. Sta. Zitta. –mormorò a lei.

R:Io faccio quel che cazzo mi pare, io sono liberaaa!

Agente:Avanti alzatevi o lo devo fare con la forza?

R:Provaci stronzo!

L'agente la prese per una mano e la staccò da Bilal, quindi si mise subito a perquisirla mentre questa urlava come una pazza. Risultò che non aveva nulla addosso.

Agente:Forza tocca a te giovinotto.

Gli occhi di Bilal divennero rossi, quindi con una velocità impercettibile all'occhio umano si piantò davanti all'agente di polizia con la S&W 500 sulla sua fronte.

B:Se vuoi il tuo culo salvo e anche quello della famiglia...lascia perdere. –Mormorò Bilal, a cui nel frattempo erano cresciuti i canini.

B:Basta che dici ai tuoi amici che mi hai già perquisito e non dici a nessuno di tutto questo ok, piccolo bimbo? –Sussurrò ancora, facendolo tremare come una foglia.

L'agente si allontanò velocemente, spaventato e angosciato. A questo punto Bilal ritornò al suo normale aspetto.

B:Dove eravamo bellezza?

R:Boh. –Si rimise a baciarlo.

Il giorno seguente...

Bilal si svegliò come al suo solito, e per quei pochi secondi si era scordato della serata prima. Poi si ricordò, e si voltò dall'altro lato del letto: C'era Rachele. Ma non ci fece molto caso e si alzò facendosi la doccia e lavandosi la faccia per poi andare in salone a guardare la Tv, poiché Valentina non si era ancora svegliata e quindi non c'era la colazione.

Sotto la fessura della porta comparì una lettera spinta dall'altro lato dal postino.

B:Saranno di nuovo le bollette.

Bilal si avvicinò sempre di più alla lettera per prenderla e notò subito che sulla lettera c'era scritto "Arcangelo" in color nero ed oro. La aprì e lesse cosa c'era scritto:

"Alle 22:14, Viale Spartaco Lavagnini, la moto dovrebbe essere una Kawasaki Ninja ZX-10R. Uccidetelo. Rank:A."

B:Una missione. –Sbadigliò e tornò a guardare la TV.

Qualche ora dopo anche Valentina, Momo e Matteo si svegliarono.

V:Oggi non cucino! –Arrivò in salone, aggiustando i piedi nelle pantofole.

B:VAFFANCULO HO ASPETTATO UN'ORA SOLO PER FARE COLAZIONE.

V:T'attachi. –Gli fece il dito medio.

B:Momo vieni con me, andiamo al bar.

M:Offri tu però.

B:Ok... -sbuffò e si alzò dal divano.

Ma:Vengo anche io.

B:Però non offro pure per te eh.


V:Posso venire anche io?

B:No.

V:Cattivo.

M:Se Vale non viene non vengo nemmeno io.

Ma:Idem.

B:Viene pure lei. –Brontolò titubante.

V:Evvai!

Quindici minuti più tardi tutti e quattro erano al bar a consumare la loro colazione.

B:Ah, c'era una lettera inviata dalla famiglia Arcangelo.

V:Cosa vogliono?

B:Dobbiamo uccidere un tizio che possiede una Kawasaki Verde.

Ma:Modello?

B:Ninja ZX-10R.

Ma:Bella, magari ce la prendiamo come bottino.

B:Hm, ci sta.

Ma:Il primo che uccide il pilota alla guida se la prende.

B:Va bene.

e:ForzaB��k�J8

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