Capitolo 5

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La mia stanza era quasi totalmente buia. Un filo di luce proveniente dalla lampada sopra al comodino colpiva a mala pena una pagina del libro che stavo leggendo, costringendomi a contorcermi fra le coperte per riuscire a illuminare anche l'altra.

Era proprio quello che stavo facendo al momento: mi stavo sporgendo all'orlo del letto, restando con una gamba completamente fuori e sul punto di cadere, quando qualcuno bussò alla mia porta.

Presa alla sprovvista, caddi con un tonfo sordo ma doloroso sul pavimento. Dannazione, proprio quando il tappeto era in lavatrice dovevo cadere.

Una voce roca impastata dal sonno vibrò oltre la porta. «Tutto bene?»

«'Fanculo.» provai ad urlare, ma avendo la faccia schiacciata contro il pavimento mi uscì solo un borbottio strozzato.

Amavo leggere, specialmente a mezzanotte. Nessuno in casa mi disturbava a mezzanotte. Almeno fino a quel momento. Alzai gli occhi notando che il libro era rimasto sul letto, con una pagina strappata.

«Posso entrare, per favore?»

Mi alzai a fatica, sentendo un forte bruciore alla faccia aumentare man mano che la staccavo dal pavimento fresco. «No.»

«Ma è importante!»

Lo ignorai, stendendomi di nuovo sul letto e afferrando il libro. Mentre Luke continuava a bussare, io mi accinsi a sistemare la pagina rotta al suo posto, innervosita.

Contai mentalmente fino a trenta.

Luke stava ancora bussando.

Sbuffai. «È mezzanotte, sto cercando di dormire!»

«Proprio per questo sono qui» spiegò, la voce era ovattata.

Sistemai il libro sopra alla mensola del mio letto, prima di grugnire pesantemente.
Mi misi a sedere rassegnata. «Entra, prima che la mia famiglia si svegli e ci uccida.»

La porta emise un leggero scricchiolio aprendosi e chiudendosi un attimo dopo con estrema delicatezza. Luke fece un sorriso timido. Il pallore della luce della lampada abbozzava appena la sua figura, soffermandosi di più sui denti bianchi, e scavando con due ombre le sue fossette.

Restò fermo dov'era, appoggiandosi al legno della porta con la schiena.

«Dimmi che c'è.»

Lui si spettinò i capelli. «La ragazza di Ashton si è presentata in camera mia due minuti fa, dicendomi di voler dormire lì. Ovviamente senza di me nei paraggi.»

«E allora?»

«Gliel'ho ceduta» spiegò sospirando, «ma ora avrei bisogno di un posto dove dormire...»

Annuii. «Ah. Scelta temeraria da parte sua.»

«Cosa?»

«Pensavo che avrebbero scopato tutta la notte.»

«Ma la stanza era già pulita!»

Spalancai gli occhi. Davvero era così ingenuo?

Si avvicinò di qualche passo, stando attento a non fare troppo rumore. «Tu hai un letto a due piazze» mormorò insicuro.

Annuii di nuovo. «Già. E con questo?»

Luke si morse il piercing, poggiando le mani sui fianchi. «Sai che cosa intendo chiederti.»

Scossi la testa. Con fare svogliato mi rialzai dal letto, mi trascinai fino alla finestra senza aspettare che mi seguisse. Indicai la strada deserta avvolta ne buio.»

My idiot guardian angel. //l.h. #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora