Capitolo 37

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Non ho più la cognizione del tempo.
Non so se siano passati giorni o addirittura settimane da quando ho iniziato a sentirmi male.
Ho la sensazione che i minuti si dilatino all'infinito, mentre sono nel letto, con la fronte madida di sudore ed i capelli appiccicati su di essa.
Da fredda la mia pelle è diventata bollente, poi di nuovo gelida e poi caldissima.
"Sono tre giorni che è in queste condizioni, ha continui sbalzi di temperatura eccessivi e rigetta tutto ciò che mangia. Sono così spaventata, dottore..." la voce preoccupata di mia madre arriva attutita, poi i due entrano nella stanza.
Un panno umido mi viene posato sulla fronte.
"Come va, Katherine?" il dottore inizia a misurarmi la pressione.
Emetto una sorta di grugnito.
"Sembra vada tutto bene. Insomma, la pressione è normale ed il battito non è accelerato. Sua figlia sta bene."
"Com'è possibile?" esclama mamma, "guardi com'è ridotta! Secondo lei sta bene?"
"È tutto quello che posso dirle. Mi dispiace, ma non sono in grado di aiutarla in altro modo."
La porta che sbatte indica che il dottore se ne è andato di casa.

Quando una mattina mi sveglio sentendomi improvvisamente meglio, credo sia il terzo giorno dalla sua visita.
Scendo a fare colazione con una rinnovata energia ed aiuto mia madre con le faccende domestiche.
"Stai meglio, Kat?"
Lia mi osserva sorpresa. È naturale: io stessa lo sono nel sentirmi così bene dopo giorni di convalescenza.
"In effetti, sì. Ho voglia di prendere una boccata d'aria."
"Ma quale boccata d'aria!" esclama mamma arrivando all'improvviso.
"Sei stata male per tutto questo tempo e anche se ora sembri in perfetta salute, non vai da nessuna parte."
"Sto bene, ho solo bisogno di uscire. Tornerò fra poco."
Afferro una giacca e mi incammino per strada.
Pochi istanti dopo, scorgo la figura di Kyle in lontananza.
"Ciao" sorrido avvicinandomi.
"Ciao" dice in tono serio. "Stai meglio."
"Già, è strano, ma mi sento in perfetta forma."
"Hai ragione, è strano" sussurra con lo sguardo perso nel vuoto.
"Tutto bene?" chiedo, all'improvviso preoccupata dalla sua espressione.
"Dobbiamo parlare" dichiara, "riguardo a ciò che è successo in questi giorni. Quello che ti è successo."
"Kyle, mi stai spaventando..."
"Io...devi venire con me."
"Dove?" Faccio un passo indietro.
"Dai miei fratelli, dammi la mano."
Ubbidendogli, in una frazione di secondo ci ritroviamo nel bosco, al riparo dai raggi del sole.
Kyle emette una sorta di urlo, un richiamo per gli altri.
"Florinel, ti prego ascoltami" dice rivolto al ragazzo apparso accanto al tronco di un albero, non molto distante da noi. Si avvicina con diffidenza, gli occhi ridotti a due fessure.
"Lo percepisci anche tu? Dimmi che mi sto sbagliando" sibila, inclinando la testa.
"Non ti sbagli. È per questo che sono venuto da te..."
"Com'è possibile?" esplode il demone, fissandomi intensamente.
Indietreggio, spaventata.
"Kyle, cosa sta succedendo? Non ci capisco nulla" mormoro.
Florinel mi guarda con occhi fiammeggianti, ma non fa in tempo ad avvicinarsi, che Kyle si pone di fronte a lui, sbarrandogli la strada.
"Non so come sia possibile, ho cercato risposte in questi giorni e credo di essere arrivato ad una conclusione. È l'unica possibile."
"Ovvero?" freme l'altro.
"Kyle, cosa sta succedendo?" ripeto, "perché mi hai portata qui?"
"Non lo sa?" domanda Florinel con diffidenza, e Kyle scuote lentamente la testa, rigido.
"Sei stato fortunato che qui ci sia io, Kyle. La ucciderebbero all'istante."
"Morirebbe comunque" sussurra Kyle a denti stretti, così piano che lo sento a fatica. Poi, lo vedo tendere la mano a Florinel.
"Sei disposto a farmi entrare nella tua mente piuttosto che parlare davanti a lei, ma allora perché correre il rischio di portarla con te?" dice quest'ultimo, con una nota di sarcasmo.
"Fa' ciò che ti dico."
Dopo alcuni minuti, Florinel ritira la mano, come se fosse scottato. "Sei impazzito?" urla "come hai potuto fare una cosa del genere?"
"Non credevo potesse accadere, ho sottovalutato la magia."
"Glielo devi dire, Kyle. La ucciderai."
"Dannazione, cosa devo sapere?" esplodo ad un certo punto, mettendoli entrambi a tacere.
"Katherine..." inizia Kyle, "forse è meglio se torni a casa."
Sto per protestare, quando in un battito di ciglia mi ritrovo davanti la porta di casa mia.
Mi guardo intorno, e, non trovando Kyle, sono pronta ad entrare dentro, provando rabbia nei suoi confronti.
Quando però mi sento chiamare, mi volto e lo vedo a pochi passi di distanza da me.
"Cosa devi dirmi, Kyle? Cos'è tutto questo mistero?" chiedo, andando subito al sodo.
Sospira, poi si passa una mano sul viso. Sembra in difficoltà.
"Io..." esordisce, "credo che tu sia incinta."
Sbianco all'istante, ed improvvisamente la terra sembra muoversi sotto i miei piedi, destabilizzandomi.
Kyle si affretta a prendermi per un braccio. "Come è possibile?" riesco a dire dopo un po', "credevo che voi non poteste procreare."
"Infatti è così, ma vedi...è complicato. La notte in cui ci siamo finalmente liberati di Turner, ho fatto una sorta di "patto col diavolo", come lo chiamate voi. Sapevo che il sindaco si sarebbe difeso con armi oscure per poterci eliminare, così ho chiesto di diventare immune per poco tempo. Quindi era come se fossi umano per metà, e credo sia per questo che dopo essere stati insieme quella stessa notte, ora ci troviamo in questa situazione."
Sono allibita. "Come? È per questo che quando Turner ti ha trapassato con la spada non sei..." non riesco a finire la frase, rabbrividendo al pensiero.
Annuisce piano. "Sì. Altrimenti sarei stato spacciato. Ma ora, dannazione non potevo sapere...mi dispiace averti messa in questa situazione pericolosa."
"Perché dici questo?" sussurro. L'idea mi spaventa, sono ancora molto giovane e mai avrei pensato una vita simile per me, ma aspettare un figlio da Kyle è un'idea che mi scalda il cuore tanto quanto mi terrorizza.
"Io non sono umano, e quella cosa che sta prendendo vita dentro di te non lo è di certo. La febbre alta, gli sbalzi continui di temperatura corporea, il sangue che tossivi, sono indice di questa gravidanza per te impossibile da portare avanti. Il tuo corpo è troppo debole e mortale perché tu riesca a sopravvivere."
Deglutisco, profondamente sconvolta da tutto questo fiume di parole.
"E come posso fare, allora?" riesco a domandare, la voce tremante.
"Non lo so ancora. So solo che dobbiamo trovare un modo per fermare tutto ciò, perché quell'essere non si farà scrupoli a prosciugarti l'anima, nutrendosi delle tue emozioni fino a succhiarti via la vita completamente."

Into the midnight Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora