La pioggia martellava incessante contro la finestra del soggiorno. Il tempo a Parigi come sempre non era dei migliori e il giardino era tutto allagato. Sorseggiò un sorso della sua camomilla, mentre guardava uno stupido programma televisivo. Il suo sguardo cadde sulle valigie ai lati della porta. Harry sarebbe venuto a prenderla tra pochi minuti.
Si alzò barcollante dal divano e si avvicinò alla finestra, aprendone leggermente una delle ante. Il vento le fece accapponare la pelle e senza esitazione la chiuse, stringendosi nella sua giacca di pelle. Afferrò il cellulare che Alyssa le aveva restituito il giorno prima e ne osservò l'ora esatta. Toccò con il pollice il display e asciugò le lacrime che lentamente cadevano sul suo viso. Madelaine sentiva la mancanza della madre giorno per giorno. La voce di Annie la distolse dai suoi pensieri.
«Ieri ho conosciuto la famiglia adottiva cui sarò affidata.»
Madelaine girò lo sguardo verso l'esile figura seduta sul divano. Avanzò verso Annie occupando posto accanto a lei, annuendo.
«E' una famiglia molto ricca. Il mio futuro fratellastro ha dei comportamenti molto strani. Sembra che mi odi.»
«Lui non può odiarti, se non ti conosce. Sei una ragazza fantastica Annie.»
Annie si alzò dal divano, per poi posare la tazza vuota sul tavolo.
«Con te l'hanno fatto, però.»___________________________________________________
Harry si guardò allo specchio e dopo aver dato una sistemata ai capelli, uscì dal bagno per fare una buona e abbondante colazione. Salutò con un cenno del capo Niall, avanzando verso la finestra della cucina. Ne aprì una delle ante osservando la pioggia cadere al suolo. Odore di umido gli arrivò alle narici e senza esitazione chiuse la finestra.
«La vostra colazione è pronta, Mr Styles.»
Harry girò lo sguardo verso Niall e annuendo, si sedette intorno ad una delle tante sedie intorno al tavolo. I ricordi del pomeriggio prima si fecero vivi nella sua mente: le ferite, tutti i singhiozzi che gli arrivarono alle orecchie, per poi calmarsi del tutto appena le sue braccia cinsero il corpo troppo asciutto della povera ragazza. Louis entrò nella stanza e tossì cercando l'attenzione del padrone di casa.
«La sua auto è pronta Mr Styles»
Harry afferrò le chiavi della sua Range Rover e prese l'ombrello per riparare il suo corpo dalla pioggia. Mise la giacca e uscì dalla porta di casa per poi camminare velocemente verso la sua auto. Appena vi entrò all'interno, accese l'aria condizionata. Infilò la chiave nel nottolino e guidò verso il posto da cui avrebbe sottratto la povera ragazza dal cuore spezzato._______________________________________________________
Madelaine diede un ultimo abbraccio alla sua migliore amica, per poi osservare Louis afferrare le sue valigie e caricarle nell'auto parcheggiata in giardino. Harry uscì dalla porta, aprendo l'ombrello e tendendole la mano che Madelaine titubante accettò. Harry l'attirò a sé, posando la mano sul fianco, toccando le ossa sporgenti dello sterno. Madelaine sgranò gli occhi, cercando di dimenarsi da quella forte presa che le impediva di muoversi.
«Calmati Madelaine. Non voglio farti del male.»
Harry aprì la portiera, stringendole la mano. Madelaine respirò profondamente e con l'aiuto del ragazzo dai capelli ricci, entrò in auto.
«Sei troppo magra.»
Madelaine abbassò lo sguardo, sapendo che Harry aveva ragione. Quest'ultimo chiuse lo sportello, per poi occupare posto anche lui in auto. Madelaine osservò dallo specchietto l'auto nera che sfrecciava dietro di loro. La pioggia ben presto fu sostituita dai raggi del Sole. Non le importava sapere le parole che Harry al cellulare comunicava al suo interlocutore. Tracciò con il dito la cicatrice che le aveva causato suo padre quattro anni prima.
Non devo ricordare, ripeteva nella sua mente.
Inizio Flashback.
Christian sarebbe tornato a momenti, ma a Madelaine non importava. Dalla morte di sua madre, il mondo le cadde completamente addosso. I voti a scuola peggioravano continuamente e ben presto diventò la vittima preferita dei bulli. Le facevano male, la prendevano in giro per il corpo un po' più robusto di quello delle cheerleaders. E il dolore fisico non terminava tra quelle quattro mura. Ogni volta che tornava a casa, doveva subirsi anche la violenza fisica di suo padre. Se urlava, la dose di botte giornaliera aumentava e le mani di Christian erano grandi e grosse. Madelaine premette la lametta sul suo braccio. Il sangue iniziò a colare dal suo polso e le lacrime a rigare il suo viso.
Una lacrima per suo padre.
Una lacrima per sua madre.
Una lacrima per la sua famiglia distrutta.
Una lacrima per i bulli che le facevano male a scuola.
Una lacrima per la sua vita.
Appena alzò lo sguardo, la paura s'impossessò del suo corpo. Voleva andare via da quel posto, ma il corpo non glielo permetteva. Era immobile e suo padre la fulminava con lo sguardo. Madelaine fece un passo indietro nel momento in cui Christian iniziò ad avanzare verso di lei.
Christian le afferrò un braccio e le tirò uno schiaffo sulla guancia. Madelaine cadde sul pavimento per l'impatto e si toccò la parte rossa del viso. La ragazza non urlò.
«Sei la rovina della famiglia. Sei nata da un preservativo rotto. La donna che amavo è morta per colpa tua.»
A Madelaine si mozzò il fiato ascoltando le parole del padre. Abbassò lo sguardo e Christian afferrò il polso ferito.
«Sei una cretina. Ti piace tanto farti del male da sola? Sei la rovina di questa famiglia, te lo ripeterò finché non morirai.»
Suo padre aveva ragione. Lei era la rovina di quella famiglia. La sua morte non avrebbe causato dolore a nessuno. Christian afferrò i capelli della ragazza dalla nuca e Madelaine urlò dal dolore. Appoggiò la mano sulla chioma castana, cercando di alleviare il dolore.
«Poiché ti piace tanto farti del male...»
Christian afferrò la lametta lacerando la pelle tagliuzzata della ragazza. Madelaine urlò dal dolore e Christian strinse la presa sui capelli. Il sangue colava dal braccio, mentre Christian incideva in francese 'famille ruine.'
«In questo modo ti ricorderai sempre che sei la rovina della famiglia.»
E la lasciò in quell'angolo della stanza, rannicchiata su se stessa, a piangere, osservando la piccola frase che il padre le aveva inciso sul polso.
Suo padre non era un uomo, era un mostro.
Fine Flashback.
Madelaine aprì le palpebre chiuse dall'orrore dei suoi ricordi e un profumo a lei conosciuto inebriò le narici. Harry era davanti a lei che la osservava preoccupato. Era così immersa nei suoi ricordi, che non sentì neanche la voce di Harry chiamarla. Madelaine tirò su con il naso e portò la sua attenzione al ragazzo dai capelli ricci.
«Stai bene Madelaine?»
La ragazza annuì.
«Devi dirmi se c'è qualcosa che non va, ok?»
«Sì, Harry.»
Harry sorrise leggermente e prese la mano della ragazza. L'aiutò a scendere dalla macchina e Madelaine si guardò in giro curiosa di sapere dove si trovassero. Osservò l'azienda davanti a lei e ne osservò il nome. Styles Corporation.
«Questa è la mia azienda, Madelaine.»
Harry intrecciò la sua mano con quella di Madelaine. Harry aveva paura che Madelaine da un momento all'altro potesse fuggire dalla sua presa per commettere qualcosa di cui col tempo si sarebbe pentita. Ma lui non gliel'avrebbe permesso. Sarebbe diventato la sua ombra e l'avrebbe condotta nella giusta strada.
Entrarono all'interno dell'azienda. Gli impiegati salutavano il loro capo e contemporaneamente osservavano con confusione la ragazza nascosta dietro di lui. Sembrava avesse paura di loro e sinceramente quella era la pura verità. Un uomo assomigliante a suo padre si presentò davanti e Madelaine strinse la mano di Harry. Quest'ultimo afferrò la cartella che Prince gli porse e, dopo averlo ringraziato con un cenno del capo, avanzò verso l'ascensore.
«Non devi avere paura delle persone che lavorano all'interno di quest'azienda, Madelaine. Non ti toccheranno nemmeno con un dito. Tranquilla.»
Harry premette il bottone del decimo piano e poi girò lo sguardò, osservando Madelaine. La ragazza annuì e Harry aprì le braccia, incitandola con lo sguardo ad avvicinarsi. Madelaine dopo qualche secondo di esitazione avanzò verso di lui. Le braccia del ragazzo si chiusero intorno al corpo della ragazza e le baciò il capo.
Madelaine tirò su con il naso e si staccò dall'abbraccio di Harry. L'ascensore si aprì e Harry afferrò la mano di Madelaine, avanzando verso il proprio ufficio. Zayn, il suo assistente, salutò il proprio capo, ricordandolo dell'imminente incontro con Mr Payne. Harry osservò l'ora sull'orologio attaccato al muro e dopo aver ringraziato Zayn, entrò nel suo ufficio con Madelaine alle sue spalle.
«Vuoi un bicchiere d'acqua?»
Madelaine scosse la testa, abbozzando un leggero sorriso. Harry aprì la finestra e Madelaine lentamente si avvicinò a essa, osservando lo spazio sottostante a lei.
«Madelaine allontanati da lì.»
Madelaine ubbidì e Harry non fece in tempo a parlare, che qualcuno bussò alla porta. Zayn entrò da essa e annunciò l'arrivo di Mr Payne.
Geoff Payne fece ingresso nella stanza con uno dei suoi soliti completi neri firmati. Madelaine restò a guardarlo e nel momento in cui il figlio fece ingresso nella stanza, la ragazza fece un passo indietro. Quel ragazzo non le trasmetteva niente di positivo e dallo sguardo che le mandò, le mani iniziarono leggermente a tremare.
«E tu devi essere la figlia di Grey.»
Madelaine strinse i pugni, tanto che sentì le unghie entrare nella pelle. Alzò lo sguardo, ma non rispose a quell'affermazione che Geoff aveva pronunciato. Madelaine stette sempre dietro a Harry, fino a quando i due non si alzarono per stringersi la mano.
«Liam, Liam Payne.»
Madelaine spostò lo sguardo dal viso di Liam alla sua mano. Un sorriso non portante nulla di buono dipingeva il suo viso. Madelaine si allontanò da lui, afferrando la mano di Harry.
Madelaine non sapeva che la sua vita da quel giorno sarebbe cambiata.
Madelaine non sapeva che Liam sarebbe diventato il suo più grande incubo.
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Madhouse
Fanfiction«Ti porteranno via da me, lo so. E devo allontanarmi; non voglio rimanerne scottata.» Le accarezzò i capelli con una mano, alzandole il viso, tagliando la distanza tra le loro labbra, incrociando le loro mani e legando le loro anime. «Nessuno ti po...