I never meant to hurt you
We never meant for it to mean this much.
(Avril Lavigne - Hush Hush.)
Questa storia è ispirata al video Fuckin Perfect di Pink.
Se non lo avete mai visto, guardatelo.
E' un piccolo spoiler sulla storia.
Madelaine osservò il sangue gocciolare dal suo polso, mentre velocemente cercava di entrare in casa senza far notare la sua presenza a Harry. Le lacrime scorrevano sul suo viso, mentre camminava nel giardino ormai vuoto. Tremava. Tremava per la paura. Andò a sbattere contro qualcuno e per l'impatto cadde al suolo, serrando gli occhi, pensando che la figura difronte a lei fosse Liam.
«Oh mio Dio! Madelaine cosa ti è successo?»
La dolce Anne osservava il viso ricoperto di lacrime e di mascara ormai sbavato della ragazza. La donna si guardò intorno notando Liam fumare seduto sotto l'albero. Gli sorrise leggermente, per poi portare la sua attenzione alla ragazza sotto di lei che cercava di nascondere il polso sanguinante. Ma Anne sgranò gli occhi non appena il suo sguardo si posò sul braccio infestato di cicatrici e si coprì la bocca con una mano, non sapendo esattamente cosa in quel momento avesse dovuto fare.
«Vado a chiamare Harry. Sono sicura che lui saprà cosa fare.»
«No. Harry no. Non dirgli niente Anne, per favore.»
Anne aiutò Madelaine ad alzarsi dal terriccio umido e le afferrò la mano, entrando in casa dalla porta secondaria. Disse a Madelaine di sedersi sulla sedia, mentre lei rovistava tra i vari cassetti in cerca del disinfettante e un paio di garze.
«Harry sa...»
Anne continuò a medicare e a togliere il sangue dalle cicatrici, aspettando una risposta che Madelaine non le avrebbe dato.
E mentre Harry osservava Madelaine e Anne conversare, si rese conto di quanto la ragazza dai capelli castani fosse fragile. Il modo in cui sgranava gli occhi nel momento in cui qualcuno cercava di farle una carezza o semplicemente abbracciarla. E per questo avrebbe fatto di tutto per proteggerla.
Avrebbe trattato Madelaine come una principessa, la sua principessa.
Avrebbe protetto Madelaine da chiunque avesse cercato di farle del male e le avrebbe offerto quell'affetto che suo padre da piccola si era rifiutato di darle.
Harry avanzò verso di lei, afferrandole la mano. Anne osservò Madelaine con uno sguardo d'intesa e dopo aver salutato suo figlio, decise di lasciarsi soli, ritornando accanto al marito intento a chiudere una conversazione con un noto ingegnere.
Harry le sorrise, prima di condurla nella direzione del pianoforte. Il ragazzo desiderava tanto che Madelaine suonasse qualche melodia per dare inizio ai balli. La ragazza capì subito le intenzioni del riccio nel momento in cui si fermò difronte a quello strumento tanto amato da Madelaine.
«Non voglio suonare Harry, non in questo momento.»
«Fallo per me, Madelaine.»
Madelaine si morse l'interno guancia, non sapendo se avesse dovuto accettare e suonare o semplicemente rifiutare. Ci pensò su qualche minuto, per poi annuire e sedersi sulla panchina. Sorrise leggermente al pianista, mentre quest'ultimo allontanava le dita dalla tastiera. La ragazza premette leggermente i tasti, fermandosi di colpo. Guardò alla sua destra, trovando Harry che con un sorriso la incitava a continuare. Ricreò perfettamente la melodia composta da lei stessa all'interno dell'orfanotrofio e osservò la pista da ballo, notando le persone ballare.
«E' molto brava signorina Grey.»
Madelaine sorrise. «Grazie. Amo suonare.»
«Lo vedo signorina Grey.»
Terminò la melodia, allontanando le dita dai tasti della tastiera. Salutò il pianista e si alzò dalla panchina, ma si fermò non appena udì una voce.
«Sei stata molto brava Madelaine. La melodia che hai suonato mi è piaciuta davvero tanto.»
Madelaine sgranò gli occhi, ma cercò di sembrare il più tranquilla possibile. Quell'uomo non le stava per niente simpatico. La sua era soltanto una maschera, composta di gentilezza e pazienza, ma infondo al suo cuore sapeva che quel trattamento speciale aveva dovuto solo perché era la figlia abbandonata del grande Christian Grey, per poi esser adottata dal giovane e ricco imprenditore Harry Styles.
«Sono contenta che la melodia le sia piaciuta Mr Payne.»
«Mi concedi questo ballo Madelaine?»
Madelaine restò sorpresa per un breve periodo di tempo, ma si ricompose subito, annuendo. «Certo Mr Payne.»
Geoff le tese una mano che, anche se con esitazione, Madelaine afferrò. In quel momento avrebbe tanto voluto trovarsi tra le braccia di Harry. Infondo, anche se lo conosceva da poco tempo, sentiva di volergli bene e di potersi fidare. Quel ragazzo - dopo tanto tempo - era riuscito per metà a colmare il suo vuoto interiore.
E mentre l'intera sala ballava, Liam osservava Madelaine con un sorriso non portante nulla di buono sulle labbra. Fece un altro tiro della sigaretta accesa qualche minuto prima e buttò il fumo fuori, toccando la sua gote rossastra. Sentì la rabbia lentamente circolare nelle proprie vene guardando suo padre ballare felicemente con la figlia dei propri sogni e strinse i pugni ricordando le brutte parole che qualche giorno prima Geoff gli disse.
E Madelaine le avrebbe pagato tutte molto care. Di lei non sarebbe rimasto niente, se non il corpo martoriato di lividi.
Domenica mattina.
Il sole filtrava attraverso le tapparelle, mentre Madelaine lentamente apriva gli occhi. Si sedette a gambe incrociate sul letto, stropicciando leggermente gli occhi con entrambe le mani. Si alzò, avanzando verso la finestra, osservando le domestiche pulire ogni centimetro del grande giardino di casa Styles. Sentì un lieve bussare alla porta e la testa riccia di Margaret sbucò da essa.
«La colazione è pronta Signorina Madelaine.»
Madelaine annuì, aprendo la finestra e rabbrividendo leggermente per il freddo. «Harry è di sotto?»
«Mr Styles è nel suo ufficio.»
«Faccio una doccia e scendo.»
Margaret annuì, chiudendo subito dopo la porta dietro di sé. Madelaine sospirò, per poi afferrare un paio di jeans stretti strappati sul ginocchio e una semplice maglietta. Entrò in bagno e aprì il rubinetto della doccia, per poi denudarsi completamente del pigiama, per poi entrare al suo interno. Chiuse gli occhi, rilassando i muscoli. Li aprì subito dopo, osservando le cicatrici. Odiava il suo corpo, odiava rivivere tutto quel dolore nella sua mente. Ricordava tutto. Ogni schiaffo, ogni calcio, ogni lacrima versata per quel mostro di suo padre.
Uscì dalla doccia e dopo vari minuti era già pronta. Infilò le ballerine e lentamente scese le scale, notando solo in quel momento Harry uscire dal proprio ufficio con una cartelletta bianca in mano.
«Buongiorno Madelaine.»
Madelaine ricambiò il sorriso. «Buongiorno Harry.»
Harry le cinse una vita con un braccio, attirandola in un abbraccio. Madelaine non ricambiò quella dimostrazione di affetto, semplice strinse il braccio di Harry. «Andiamo a fare colazione Madelaine e ricordami che dopo ti devo parlare di una cosa importante.»
Harry le prese la mano, conducendola all'interno della sala da pranzo. Madelaine lentamente iniziò a mandar giù qualche pezzo di pancake, sentendo lo sguardo di Harry su di sé. Guardò la forchetta per un paio di minuti rigirandosela tra le dita, posandola infine sul piatto.
«Mangia tutto Madelaine. Non voglio vedere neanche una briciola su quel piatto quando tornerò dall'altra stanza, okay?»
Madelaine annuì, sbuffando. Harry le sorrise leggermente, lanciandole un ultimo sguardo, prima di scomparire dietro la porta. La ragazza afferrò la forchetta, mangiando quel pezzo di pancake.
Margaret prese il piatto vuoto di Harry e Madelaine le diede anche il suo per metà ancora pieno di cibo e si versò dell'acqua nel bicchiere.
Si alzò dalla sedia e si avvicinò alla finestra, ascoltando Beethoven abbaiare contro una domestica.
«Madelaine siediti.»
Madelaine si sedette sulla sedia, osservando il ragazzo mentre firmava alcuni fogli.
«Perché lavori anche di domenica Harry?»
«Domani mattina ho una runione e sicuramente non avrò il tempo di guardare questi documenti.»
Madelaine annuì.
«E prima che me ne dimentichi, volevo dirti che domani inizierai ad andare a scuola.»
Merda.
Lunedì mattina.
Madelaine si ritrovò a girovagare con la piantina della sua nuova scuola in mano alla ricerca della segreteria, catturando l'attenzione delle poche persone che in quel momento occupavano l'istituto. La ragazza girò a destra, alzando lo sguardò nel momento in cui si scontrò con qualcosa di duro. Fece due passi indietro, non appena la figura possente di Liam la osservò con un sorriso malizioso. La squadrò da capo a piede.
Madelaine cercò di correre da un'altra direzione ma Liam glielo impedì, afferrandole la mano.
«Ci rivediamo fiorellino. Stavi scappando da me?»
Madelaine non rispose, osservando le loro mani unite. E Liam sorrise guardando come il viso di Madelaine si contorceva in paura.
«Madelaine!»
La ragazza girò lo sguardo, notando Annie chiudere il suo armadietto e correre nella sua direzione. Le saltò addosso e per poco Madelaine non cadde al suolo. Liam imprecò sottovoce, mentre Nick cercava invano di trattenere la risata.
«Annie! Che ci fai tu qui?»
Rispose Madelaine, stringendo la sua migliore amica tra le sue braccia usandola come scudo per proteggersi da Liam. La ringraziava mentalmente per averla salvata da quest'ultimo.
«Ti spiego tutto dopo. Sono troppo felice di vederti. Ciao Liam, ci vediamo dopo.»
Ci vediamo dopo? Che stava succedendo?
E mentre Madelaine si allontanava insieme ad Annie da quel posto, sentì un tonfo e un'imprecazione urlata al vento. Sobbalzò, stringendo la mano della sua migliore amica.
Uscì sconvolta dall'aula di letteratura, mentre Annie le raccontava il giorno in cui Geoff Payne aveva deciso di adottarla e di come aveva conosciuto Liam, il suo nuovo fratellastro.
Un'ora e sarebbe uscita da quell'inferno.
Un'ora e Harry l'avrebbe accolta tra le sue braccia.
Un'ora e non avrebbe visto più Liam per un'intera giornata.
Entrò all'interno dell'aula di matematica, osservando il professore accoglierla con un'enorme sorriso sulle labbra.
«Tu sei Madelaine, vero?»
Madelaine annuì, sorridendo leggermente.
«Sono il professor Stewart e insegno matematica. Ma, per favore, si vada a sedere accanto al signorino Payne.»
Madelaine sgranò gli occhi e cercò di trovare un altro posto libero, notando subito dopo che l'unico fosse accanto a Liam. Si fece coraggio e lentamente camminò nella sua direzione, spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Si sedette sulla sedia, allontanando il suo banco da quello di Liam. Vide subito come alcune ragazze la fulminavano con lo sguardo e Madelaine si tirò indietro con la sedia, ritornando a osservare il professore.
Una mano si posò prepotente sulla sua gamba, salendo sempre qualche centimetro più su. Madelaine tirò la sedia più a destra, mentre il professore spiegava il programma scolastico.
«E' inutile che scappi da me. Ti prenderò in qualsiasi modo.»
Madelaine si congelò sul posto.
Il tempo passò lentamente e quando Madelaine sentì il suono della campanella, mise tutte le sue cose nella borsa, ma quando si alzò la mano di Liam afferrò la sua.
«Non andrai da nessuna parte Madelaine.»
Liam aspettò che gli studenti uscissero dall'aula e soltanto dopo aver chiuso la porta, la sua attenzione ritornò a quel corpicino che si guardava in giro spaventava, cercando una via di uscita da quel luogo.
Ma quella volta nessuno li avrebbe disturbati.
Liam avanzò verso Madelaine e con poche falcate la raggiunse. Fece sbattere Madelaine contro la parete color bianco latte e la ragazza cercò di divincolarsi da quella forte stretta. Una stretta molto diversa da quella di Harry. Composta di cattiveria.
«Sai, ieri non mi è piaciuto vederti ballare con mio padre e quello schiaffo credimi, avresti fatto meglio a pensare prima di agire.»
Disse, per poi passare a qualcosa di più doloroso. Un forte schiaffo la colpì in viso e Madelaine cadde a terra per l'impatto. Strisciò indietro con il sedere, mentre stringeva le proprie mani intorno al corpo.
Toccò con il polpastrello la guancia rossastra e pulsante, mentre Liam lentamente camminava nella sua direzione.
«Ti distruggerò con la stessa mano di chi ti ha salvato Madelaine, te lo prometto.»
E detto questo uscì dall'aula, lasciando Madelaine sola, nell'angoscia e nel dolore più grande, sapendo che Christian non sarebbe stato l'unica persona che le avrebbe messo le mani addosso.
«Ti distruggerò con la stessa mano di chi ti ha salvato Madelaine, te lo prometto.»
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Madhouse
Fanfiction«Ti porteranno via da me, lo so. E devo allontanarmi; non voglio rimanerne scottata.» Le accarezzò i capelli con una mano, alzandole il viso, tagliando la distanza tra le loro labbra, incrociando le loro mani e legando le loro anime. «Nessuno ti po...