Harry.
La vita a volte è una puttana, il karma non esiste e l'amore è un sentimento così frivolo e ingiusto che ti colpisce quando meno te lo aspetti. Le persone quando parlano di anima gemella si aspettano una persona che combacia perfettamente con noi stessi, ma la vera anima gemella è la persona più importante che con il tempo noi incontreremo, che abbasserà tutti i nostri muri e ci amerà fino alla morte. E un tempo credetti di aver trovato la mia pace con Elena, il mio cosiddetto equilibro, ma in realtà con lei era soltanto una falsa, un amore non vero, e forse ero troppo cieco per non accorgermene. E mentre con Elena avevo amato il suo corpo, con Madelaine ogni giorno imparavo ad amare ogni parte del suo carattere, le sue piccole sfaccettature. Il nostro amore aveva superato ogni problema, e ancora una volti, eravamo finito per dimostrarci quel sentimento che lentamente stava logorando ogni parte del nostro cuore. Ed era bello provare un qualcosa di così forte, ma di anche così tanto brutto, poiché non saprei cos'avrei fatto senza di lei. Le accarezzai i capelli, spegnendo la sigaretta nel posacenere, stampandole un bacio sulla fronte, cadendo tra le braccia di Morfeo con il suo viso angelico nei miei sogni.
Aprii gli occhi qualche ora dopo, sicuro che Elena fosse ancora in viaggio, e mi alzai, coprendo il corpo della ragazza, infilandomi i boxer della notte precedente, prendendo dal cassetto dei calzini, un paio di mutande, un jeans e una t-shirt bianca. Mi chiusi in bagno, dopo averle baciato la fronte. Aspettai che il getto d'acqua fosse caldo e dopo aver tolto l'unico indumento che copriva il mio corpo, mi ci fiondai all'interno, lasciando che quel calore risanasse i miei muscoli addormentati. Oggi avevo deciso di prendere il giorno libero, cosicché potessi passare tutto il tempo con Madelaine, cercando di capire il suo comportamento nei giorni passati, e forse ci sarei riuscito anche prima, se solo non mi avesse negato l'accesso in quella sua corazza, e non lo aveva fatto solo con me, ma con tutti. E avrei lasciato correre, se poi a distanza di giorni non avrei rischiato di trovarla in fin di vita. E non potevo perdere la mia luce, non volevo ritornare nell'oscurità. Uscii dalla doccia, ricoprendo la vita con un asciugamano, usandone un secondo per i capelli. E una volta concluso di infilare anche la t-shirt, aprii la porta, ritrovando due occhioni azzurri che mi osservavano. Stringeva il piumone all'altezza del seno e mi avvicinai, afferrandole la mano da sotto la coperta, stampandole poi un bacio a stampo sulle labbra. Lei mi guardava con un uno sguardo del tutto assente, come se quella luce che aveva stretto il mio corpo per tutta la notte, si fosse spenta. Fu un contatto così freddo, senza emozione, e mi allontanai. Speravo solo che non si fosse pentita di quel nostro piccolo accordo, speravo solo che non cambiasse idea. E inaspettatamente circondò il mio collo con il suo bacio, abbassando il mio viso, tanto quando bastasse per baciarmi. Questo sì che potevo definirlo bacio, un bacio così bello da poter far splendere il Sole in questa giornata di pioggia.
«Questo si che posso definirlo un buongiorno.»
E Madelaine sorrise, stringendo il piumone sul seno. Avrei voluto toglierle quel lenzuolo, solo per poter ammirare il suo corpo, solo per poter lambire la sua pelle con dei succhiotti, solo per poter ricordare quel momento, ogni qualvolta Elena avrebbe desiderato il mio corpo. Ogni volta in cui sarei entrato dentro di lei, avrei immaginato il seno di Madelaine al posto di quello della mia attuale fidanzata. Continuai a baciarle il viso, il collo, le labbra, fin quando non sentii una mano stringere la mia, e mi staccai, osservando i suoi occhi aprirsi e con il solo sguardo implorarmi di fare qualcosa. Lentamente infilai il primo dito al suo interno, osservando le sue labbra socchiuse emettere un piccolo gemito. La guardai, mentre mi facevo spazio tra le sue strette pareti vaginali. La sua mano stringeva il mio bicipite e iniziai a muovere il secondo dito dentro e fuori, con un ritmo abbastanza regolare. E dopo pochi minuti venne, ascoltai il suo cuore battere velocemente contro il mio, le sue mani stringere il mio bacino. Madelaine si alzò dalle mie gambe, sorridendo e chiudendosi nel bagno. Quando sentii il rumore dell'acqua scorrere, mi alzai, andando in cucina, deciso a preparare la colazione. Cucinai delle uova strapazzate, accendendo la macchinetta del caffè e versando del succo di frutto in un bicchiere di vetro. Apparecchiai la tavola, posizionando le posate e il resto sul tavolo, sentendo i leggeri passi di Madelaine scendere le scale. La vidi e nonostante indossasse solo un mio vecchio maglione e avesse i capelli legati in una croccia, la ritrovai bellissima. E se solo Elena non avesse rovinato quell'armonia, ogni mattina avrei trovato il corpo nudo di Madelaine accanto al mio, e forse tra qualche anno anche i nostri figli correre tra i corridoi di casa, ma sapevo che questo non sarebbe successo, poiché tra qualche mese mi sarei sposato con la persona per cui non provavo nessun sentimento, oltre al risentimento. E ritornai in me solo quando la mano fredda di Madelaine fu sulla mia gote, spostava il suo sguardo dai miei occhi alle labbra, e non ci pensai due volte a baciarla. Lo avrei fatto tante di quelle volte, così tanto da consumarle, se solo il nostro tempo insieme fosse infinito, ma non lo era. Elena sarebbe tornata il giorno dopo e non poteva spendere parte del nostro tempo per attimi che avrei recuperato la sera stessa e se ci fosse stato il tempo, anche quella dopo. Strinsi la sua mano nella mia, tentando di scaldare il suo corpo in parte freddo. E il modo in cui mi guardava, mi toccava, parlava con me, mi amava, capisco che il nostro amore era reale, un amore che sarebbe durato anche nel tempo, un amore infinito che nessuno avrebbe mai dimenticato, un amore che avrebbe lasciato dei segni indelebili nel cuore di entrambi.
«Combatterò per il nostro amore, Madelaine.»
«Sempre e per sempre, nonostante tutto.»
E la presi in braccio, le sue mani intorno al mio collo, i piedi contro il mio bacino. Sentivo il mio cuore battere così forte, e temetti che da un momento all'altro si fermasse, solo per riprendere a battere più forte di prima. Non sorridevo così tanto da tempo, non sentivo di trovarmi nel mio paradiso personale da tanto tempo, e il mio cuore esplose quando vidi il suo sorriso aprirsi, susseguito da una rumorosa risata. Sorrideva per causa mia, sorrideva grazie a me, e non vi era cosa più bella di questo. Sentivo di poter abbattere ogni ostacolo, e fanculo alle uova in cottura, fanculo al citofono che suonava intensamente, fanculo a Elena, fanculo ad ogni persona fosse contro di noi, fanculo a tutti, Madelaine era tutta la mia vita e avrei potuto urlarlo al mondo intero. Ci ritrovammo stesi sul divano, abbracciati, la sua testa sul mio petto, e non vi era altro posto in cui sarei voluto stare, se non tra le sue braccia. Madelaine era considerata da tutti pazza, squilibrata, ma era solo ferita, tanto da cadere se qualcosa la traumatizzasse così tanto, ma ci sarei stato io ad aiutarla, a ritornare la stessa persona amante del pianoforte.
Ma non sapevo che sarebbe stato una delle imprese più difficili da compiere e l'avrei capito successivamente. E forse l'amore aveva offuscato così tanto i miei sentimenti, non vedendo quanto Madelaine fosse cambiata internamente ed esteriormente, quanto sotto quella sua corazza fosse diventava acerba e colma di angoscia, quanto il nostro stare insieme fosse dannoso per entrambi e per il mondo fuori dalla nostra bolla. In quel momento tutto era giusto sotto i nostri occhi, le nostre mani intrecciate erano l'unica sicurezza che reamente possedevo. Le aveva donato me stesso, come lei stava facendo con me. Lei aveva un qualcosa di me che mi apparteneva, io avevo un qualcosa di lei che le apparteneva. Quando le mie labbra furono per l'ennesima volta sulle sue, i pensieri negativi si dissolsero completamente.
Io e lei.
Un noi, per noi infinito, ma che non sarebbe durato abbastanza a lungo.
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Madhouse
Fanfiction«Ti porteranno via da me, lo so. E devo allontanarmi; non voglio rimanerne scottata.» Le accarezzò i capelli con una mano, alzandole il viso, tagliando la distanza tra le loro labbra, incrociando le loro mani e legando le loro anime. «Nessuno ti po...