1 - Solo gli angeli volano, ma gli angeli non esistono

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[Alexander]

Camminavo a testa bassa con cappellino e cappuccio in testa, cercavo di ignorare quella che era un altra caotica mattinata nella scuola superiore di Metropolis. Nei corridoi gli altri studenti non facevano altro che parlare di quello che la sera prima aveva sconvolto più o meno l'intera popolazione mondiale. Io invece non volendo sentire niente di quello che gli altri dicevano mi ero assicurato di aver alzato il volume del mio iPod al massimo.

Arrivato al mio armadietto e messa la combinazione del lucchetto feci per andare a prendere i libri della prima ora, ma qualcuno pensò bene di chiudere con un tonfo lo sportello. La scocciatrice in questione mi puntò in faccia la telecamera esterna del suo cellulare, e disse qualcosa che non afferrai.

"Ripeto: Alec, cosa mi dici del super uomo volante di Metropolis?" mi chiese tutta agitata dopo avermi bruscamente levato le cuffie dalle orecchie.

"È così che lo chiamano? Non è un nome un po' lungo?" risposi guardando nella telecamera con un sorrisetto da schiaffi in faccia. Dare fastidio ad Angel era il mio hobby preferito da quando avevo cinque anni. Lei si limitò a lanciarmi un'occhiataccia prima di congedarsi con un "Lasciamo perdere" per poi proseguire per la sua strada, in cerca di qualcun altro da intervistare per il suo podcast.

Angel aveva iniziato il suo podcast un paio di mesi prima, quando erano iniziati a comparire per le strade delle cittadine americane vigilantes che sembravano degni di stare tra le pagine dei fumetti. Ogni città sembrava avere il suo paladino che andava in giro a sventare rapine o salvare gattini dagli alberi. Angel, ossessionata com'era dall'idea di diventare una giornalista d'assalto aveva colto l'opportunità al volo e aveva deciso di fare un podcast che riguardasse solo questi particolari giustizieri, come quelli di Gotham o Star City. Ora andava in giro ogni mattina a chiedere alla gente il loro parere sugli ultimi avvenimenti. Un paio di volte era riuscita ad ottenere del materiale impressionante pedinando i detective che si occupavano dei vari casi.

La osservai mentre si avvicinava ad un gruppetto di ragazzi immersi in una conversazione molto animata. Quello che sapevo essere Peter Luthor, un figlio di papà che non stava simpatico a nessuno ma che aveva tanti amici, era immerso in una discussione con un altro studente, pallido e riccioluto, che sembrava gli stesse dando del filo da torcere.

[Nicholas]

Peter continuava a vantarsi di come in qualche modo era riuscito ad avere un appuntamento ogni giorno della settimana con sette diverse cheerleader. Non lo stavo veramente ascoltando, avevano catturato il mio occhio i due ragazzi immersi in una conversazione vicino agli armadietti.

Lui aveva la pelle abbronzata, i capelli castani e folti che spuntavano a ciuffi da sotto il cappellino da baseball rosso a sua volto nascosto dal cappuccio della sua felpa. Lo avevo già visto prima anche se non ci avevo mai veramente parlato, frequentava il mio stesso corso di storia e quello di letteratura. Lo osservavo mentre con i suoi occhi castani lanciava uno sguardo di sfida alla ragazza con cui parlava mentre le rivolgeva un sorriso sghembo*.

"E tu Nick caro? Cosa farai tutta la settimana? Esci col tuo maggiordomo? Come si chiama? Arnold?" Vedendo che non gli prestavo più attenzione Peter mi diede una gomitata. Io mi girai e gli diedi una lieve spinta.

"È Alfred..."Borbottai tra i denti. Il mio sguardo fisso sul ragazzo abbronzato. "Mah a dirla tutta Luthor pensavo di farmi un giro sulla mia bella macchina, ricordi? Quella che mi hai dovuto dare dopo che ho vinto quella scommessa che avevamo fatto a natale." Gli altri attorno a noi si misero a ridere, io mi limitai a sorridere a Luthor con aria di sfida mentre questo diventava rosso in volto.

A Peter ancora bruciava l'eclatante sconfitta che aveva subito a Natale. Avevano avuto entrambi l'idea di fare una festa prima delle vacanze natalizie, e non volendo nessuno dei due cambiarne la data avevano fatto una scommessa. Quello che avrebbe organizzato la festa più bella avrebbe vinto la macchina dell'altro. L'evento era diventato un fenomeno anche sui social media, in cui non si era parlato di altro nelle settimane prima delle feste. La scuola era praticamente divisa in due fazioni: #WayneParty e #LuthorParty. Qualche ragazzino si era persino messo a vendere spillette e t-shirt dei diversi schieramenti, mentre qualcun'altro aveva creato account su twitter per sponsorizzare l'evento. Alla fine la situazione era scivolata di mano così tanto che venne fatto un servizio al telegiornale, e creato un sito dove votare la festa migliore. Il vincitore venne annunciato in diretta televisiva e ancora oggi Peter non sopportava che si parlasse dell'umiliazione che aveva subito.

"Ciao scusate" mi girai per ritrovarmi davanti la ragazza che fino a poco fa stava parlando col ragazzo agli armadietti. Aveva i capelli mossi e scuri, messi in una mezza coda disordinata tenuta assieme da una matita hb. Mi aveva messo davanti alla faccia il suo cellulare, sulla cover era scritto Daily Planet Podcast. Prendeva questa cosa del podcast davvero sul serio. "Cosa ne pensate di quello che è successo ieri? Del ragazzo volante."

Peter sembrava pronto a rispondere alla domanda, ma lo precedetti.
"Sarà una trovata pubblicitaria. Solo gli angeli volano, ma gli angeli non esistono." invece di guardare la telecamera i miei occhi si fissarono sul ragazzo accanto agli armadietti che stava guardando da questa parte.

"Certo tu sembri un angelo però dolcezza!" Aggiunse Peter scansandomi di lato per passare al centro dell'attenzione. Io mi limitai a scuotere la testa in disapprovazione per il pessimo tentativo di rimorchio. A salvare Angel fu la campanella.


***

Hola, mi dileguo subito.
Ci tengo a dire che 'sta merdina è una AU molto bizzarra, non so quanti personaggi dei fumetti modificherò a mio piacimento e quanti ne aggiungerò. Non so ancora quanto durerà perché sono disorganizzata, in poche parole non so niente ciao.

Un grazie a Costanza e Chiara che sono cocche e mi incoraggiano a scrivere 'ste cavolate. Vi voglio bene :* Voglio bene anche all'Ama ma non mi caga ciao.

*AAAAH, ahimè ho letto anche io twilight quando avevo 12 anni. Chiedo perdono, ma il sorriso sghembo di Edward Cullen mi è rimasto nel cuore (?).

When Alfred isn't homeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora