"Sai Audrey, oggi io e Brody abbiamo fatto una scommessa."
Alzai svogliatamente gli occhi dalla rivista mi moda che stavo sfogliando e li posai su Louis. Non ero interessata alla sua scommessa, ma sapevo che me ne avrebbe parlato di qui a poco.
"Abbiamo scommesso su chi riuscirà ad avere per primo il numero di Judy, la ragazza di Nick."
"Che scommessa stupida." Sbuffai io in risposta
"Perché dici questo, zuccherino? Non lo sai che Judy è una facile?
"E tu non lo sai che è innamorata persa di Nick? Non avrai mai il suo numero, a meno che non te lo dia io, cosa che non sono minimamente intenzionata a fare."
Sorrisi trionfale al termine del mio discorso, ma Louis fece un sorriso meschino e malizioso, facendomi intuire che aveva qualcosa in mente.
"Non mi servi tu, zuccherino. Mi serve Kimberly. Lei mi darà il numero di Judy."
Sorrisi ancora. Nessuno aveva detto a Louis che mia sorella si era attualmente trasferita dall'altra parte del mondo per concludere il liceo.
"La dolce e tenera Kim si trova a Milano, caro Lou. Nessuno ti aiuterà in questa folle impresa."
Riaprì il mio giornale di moda, iniziando a sfogliare le pagine più interessanti, con i vestiti più sgargianti ed imbarazzanti.
"Oh, molto bene. Vedi, Audrey, se non mi aiuti, dovrò rivelare a tutti quel segreto. E non credo che per te le cose si metterebbero bene."
Quel ragazzo sapeva come mettermi in difficoltà. Ci era sempre riuscito.
"Cosa ci guadagno, Tomlinson?"
Sorrise ancora, era davvero inquietante.
"Tu incomincia a fare quello che ti ho chiesto entro domani alle otto. Ciò che avrai in cambio si vedrà..."
Odiavo Louis, lo odiavo con tutta me stessa.
Non eravamo mai stati niente di particolare, solo due ragazzi disagiati che si sono trovati ad ammazzare il tempo insieme.
Lui è un truffatore, disonesto e arrogante figlio di papà. Senza un vero e proprio amico, solo convenienze temporanee.
Io, invece, una viziata riccona, doppiogiochista e ipocrita. Mi diverto a prendere in giro le persone, a trattarle male, a ricevere ciò che voglio per poi scaricarle a mio piacimento.
A scuola ci hanno nominato la 'coppia inganno', ma gli ottusi che importuniamo sembrano non recepire il senso del nome in codice.
Judy era una di quelle che tormentavo più spesso, era la classica ragazzina perfetta, con voti alti e famiglia importante alle spalle, ma la verità è che è solo una povera zoccola.
"Tomlinson, tutto ha un prezzo!"
Quella fu l'ultima frase che Louis riuscì a sentire, prima di prendere il suo maglione e lasciare la mia stanza.
Terminai di sfogliare quella noiosa rivista e mi alzai dal letto.
Sistemai i vestiti in modo da sembrare carina e mi risciacquai il viso, passando un filo di trucco sugli occhi.
Infilai un paio di scarpe con il tacco e lasciai la casa, dirigendomi verso la villa di Judy, poco distante dalla mia.
I suoi genitori mi conoscevano abbastanza bene, visto che mio padre era il capo del suo.
Sua madre mi salutò gentilmente e mi informò che Judy era in camera sua con un paio di amiche.
Fantastico, avrei avuto a che fare con una decina di puttane in astinenza, che palle.
Entrai senza bussare e salutai il più gentilmente possibile le ragazze, sedendomi sul letto dove Judy e Madison erano stravaccate come vacche.
"Qual buon vento ti porta qui, Audrey?"
La voce di Mandy mi fece venire voglia di attaccarle la cicca che stavo masticando tra i capelli ma, riuscendo a trattenere i miei istinti feroci, sorrisi nel modo più reale che conoscevo e risposi come una ragazza gentile e posata
"Sto cazzo, Mandy."
Lei rimase interdetta alla mia affermazione, probabilmente non si aspettava una risposta simile
"Judy, tesoro, posso parlarti.. in privato?"
Lei sorrise felice come una pasqua. Probabilmente al posto del cervello, ha la 'kinder sorpresa'.
Lasciammo la stanza ed entrammo nell'ufficio di suo padre, dove c'erano una marea di carte in disordine.
"Dimmi tutto, Audrey."
Sorrisi ed inventai una balla colossale per farla cedere al mio inganno.
"Lo so che sei la ragazza di Nick, Judy, però mi serve un favore. Il mio amico Louis ha dei problemi in matematica e, visto che tu sei un genio in materia, ti andrebbe di dargli ripetizioni? Lo so che ti priverei di tempo da passare con il tuo ragazzo, ma ne ha proprio bisogno..."
Lei annuì tutta pimpante e mi scrisse il suo numero di telefono su un pezzetto di carta, riferendomi di farla chiamare da Louis il prima possibile per poter fissare i giorni delle ripetizioni.
Lasciai la casa soddisfatta e mandai un messaggio a quello stronzo di Tomlinson, informandolo di passare a casa mia quella stessa sera.
Non mi rispose - come al solito - ma sapevo che aveva ricevuto il messaggio.
Quel figlio di puttana.
A casa mi coricai sul divano e iniziai a fare zapping alla televisione, fino a quando il cellulare non iniziò a squillare. Era Louis, così misi il vivavoce e mi alzai dal divano, osservando la mia figura allo specchio
"Ti sei degnata di rispondere, eh? Forza, apri la porta, dolcezza."
Odiavo quando usava quel soprannome con me, era così volgare.
Mi avvicinai alla porta e la aprì lasciando entrare il ragazzo dagli occhi color ghiaccio in casa mia.
La sua ipocrisia era ancora più visibile, grazie a quei due specchi brillanti.
"Ce l'hai il numero?"
Estrassi il bigliettino dalla tasta del giubboni di jeans e iniziai a dondolarmi sui talloni, come facevo da piccola.
"Chiamala in settimana per le tua ripetizioni di matematica, asino."
Sorrisi beffardamente. Louis, per quanto lo odiassi, era tutto meno che stupido. Specialmente in matematica.
"Cristo Audrey.. ti odio così tanto."
"Ora la mia ricompensa, Tomlinson."
Louis non aveva nessuna ricompensa per Audrey,ma come sue solito, un piano di riserva.
Si avvicinò cautamente alla ragazza, stringendo con la sua grossa mano il fianco destro di Audrey.
Lei chiuse gli occhi, evitando di immergersi in quelli di Louis, per paura di perdersi.
Louis avvicinò ancora di più il suo corpo, sentendo il seno della ragazza premergli al petto.
Poi, avvicinò il viso all'orecchio della ragazza e in un sussurro disse:
"Non dirò a nessuno che ti sei fatta sbattere dal prof di tedesco in seconda liceo."
E dette queste parole, uscì da quella casa, pronto a vincere la sua scommessa.