notti bianche

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La pioggia cadeva rumorosa contro la finestra di Kelly.

Lei non aveva paura, la sentiva solo come lontana.

Le sue paure erano altre, peggiori di un semplice temporale.

Lo sbattere della porta le fece perdere un colpo al cuore e aguzzare l'udito.

Abitava da sola e non aveva amici o conoscenti, chi era appena entrato in casa sua?

Senza esitazione, prese una lampada che teneva sul comodino e, lentamente, si incamminò verso le scale per andare al paio di sotto.

L'unica persona che poteva trovarsi in quella casa era suo fratello Evan, un ragazzo particolare.

Il pensiero che avesse potuto combinare un casino le fece venire i brividi. Ci sarebbero state terribili conseguenze.

Un potente tuono la fece sospirare sommessamente.

Una risata spietata e inquietate partì dal soggiorno, facendo spaventare Kelly.

Non aveva riconosciuto altro che la voce di Evan in quella risata e, per ciò, era intimorita.

Non si azzardava a proferire parola, era troppo spaventata per urlare il nome del fratello.

Un altro tuono la scosse prepotentemente, infondendole ancor più paura.

Aveva due opzioni: o tornare di sopra, chiudersi nella sua stanza e pregare che suo fratello non facesse cazzate, oppure scendere le scale e tranquillizzarsi, in caso, notando che non stava facendo nulla.

Optò per la seconda, nonostante la prima fosse molto più allettante.

La pioggia iniziava a battere in maniera più regolare sulle finestre, infondendole un leggero coraggio.

Le luci erano tutte spente e tutto ciò che si vedeva era il riflesso della luna.

Era quasi a metà della scala, sempre più indecisa se tornatesene in camera o meno, quando un grido partì dal soggiorno.

Kelly aveva paura, davvero molta paura, ma proseguì stringendo con entrambe le mani la lampada.

I piedi sudati, a contatto con il parquet, facevano un rumorio leggero, che lei cercava di evitare andando sulle punte.

Terminate le scale, che la separava dal soggiorno, era solo un corridoio, buoi e tetro, che le fece rimpiangere di aver abbandonato il su letto caldo.

Un lampo tagliò dritto l'intero corridoio, oltrepassando le finestre che, dalle stanze aperte, lasciavano illuminare tutto.

Si aspettò un tuono che, nonostante il preavviso, la fece tremare.

Non faceva particolarmente freddo, ma l'aria della casa era glaciale.

Una porta, adesso, la separava dal soggiorno e il terrore le imperlava la fronte di sudore.

Chiuse gli occhi per un secondo e recitò brevemente la sua (forse) ultima preghiera.

Aprì la porta con un colpo secco e questa cigolò rumorosamente.

Kelly rimase pietrificata.

Il corpo di una giovane ragazza era appeso, per una corda, al soffitto ed Evan era seduto su una sedia a dondolo che, nei suoi movimenti, lo faceva apparire ancora più inquietante.

Evan sorrise vedendo la sorella e, lanciando un coltello nella sua direzione sussurrò l'ultima parola che Kelly udì nella sua vita:

"Sorpresa!"

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