Capitolo 7

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                        La sparizione

Per il viale alberato si sentiva profumo di cucinato e a lui brontolava lo stomaco (non aveva nemmeno fatto colazione). Nei pressi della frutteria, egli udì il suo nome. Era il proprietario, il signor Gary "Ehi Jim buongiorno! Dove vai di bello?" "Vado dal signor Ernest per riprendere le scarpe…sperando che siano pronte" "Ah ok!, però stai attento,che il vecchio è imprevedibile, una volta un ragazzo di più o meno la tua età, lo abbiamo visto volare fuori dalla porta come fosse una piuma, è vecchietto ma ha una forza inaudita.(il signor Gary si era inventato tutto per prendere un po' in giro Jim, alla sua età ci avrebbe sicuramente creduto…..e poi un piccolo scherzetto a quel ragazzo sempre cosi sicuro di se era divertente) “ io non ho paura di quel vecchio" rispose Jim con sicurezza "se solo prova a toccarmi, afferro la panchina posta alla sinistra dell’ entrata e la lancio ai piedi del bancone, così posso facilmente saltarci sopra e con un altro salto afferro la spada dal manico a forma di mezza luna, che per mia fortuna è precariamente agganciata su un vecchio chiodo arrugginito, la prendo e mi difendo puntandogliela alla testa” il signor Gary col sorriso sotto i baffi “ehi Jim scherzavo! volevo vedere come reagivi, prenditi una frutta offro io. Egli non se lo fece ripetere due volte, ringraziò il proprietario, prese una bellissima mela, la passò tra le mani come fosse un batuffolo di lana, la annusò come fosse un fiore profumato ma non la mangiò, la volle conservare come fosse un cristallo prezioso…..imitò l’atteggiamento di Bernadette per avere qualcosa in comune con lei. Non fece la solita strada, anche se avrebbe allungato, Jim decise di godersi il panorama dopo la nevicata. Gli alberi erano rivestiti da un candido manto velato e le restanti nudità dei rami indicavano il cielo e li rendeva minacciosi ma allo stesso tempo fantastici. Le stalattiti sotto i tetti delle case sembravano intimidire il soffice tappeto bianco su cui posava l’intera cittadina, era raro che Fervest subiva questa trasformazione e Jim se la stava gustando per intero.

Ad un certo punto incrociò un anziana signora visibilmente in difficoltà
" Buongiorno signora! Ho notato che andiamo nella stessa direzione e la vedo un po' in affanno! Piacere io sono Jim posso aiutarla con quel sacco di grano?" "Grazie Jim! Sei proprio un bravo ragazzo! Io sono la signora Melys e sono la mamma di Mauro Molina, conosci mio figlio?" E mentre stringeva ancora la mano della signora, si inchiodò a pensare. “Ah quindi lei è la nonna di Boccoli D’oro….” e l’ultimo pensiero si tramutò in parola “ giovanotto non ho capito…cosa d’oro?” “niente signora dicevo….il grano, si il grano, vale più dell’oro.
Fecero un bel pezzo di strada insieme, fino all’abitazione della signora. "Grazie giovanotto! se passerai questa sera al convento, ti donerò un bel pezzone di pane che preparerò con le mie mani per la festa. “mi scusi, quale festa?” “quella per fare gli auguri e i saluti all’orfanello che ci lascerà domani! Si dice che sarà adottato da una nobile famiglia, sono proprio contenta”. Jim sbattè ripetutamente le palpebre, l’idea che sicuramente sarebbe venuta in convento la famiglia Molina e di conseguenza Bernadette, lo aveva spiazzato. Diede un forte abbraccio all’anziana signora e con un gioioso ok non mancherò.... anche un po' ironico, le voltò le spalle e allungò il passo nella direzione del calzolaio. Era molto emozionato per la festa che ci sarebbe stata “ forse riuscirò a presentarmi, speriamo che ci sarà anche lei! La nonna non l’ha nominata, ma se viene il padre……non credo la lascino a casa da sola…o almeno....spero di no. Vorrei tanto fargli vedere le stelle in soffitta, sempre che suorina lo permette. Comunque oggi annunceranno chi andrà via e anche se io non sono il più piccolo e quindi non corro pericolo, sono comunque dispiaciuto perché uno dei miei fratelli mi lascerà. Mi sento un po' triste, un po' contento, ma ora basta pensarci” scrollò la testa per cacciare via i pensieri e si ritrovò senza neanche essersi reso conto, davanti alla porta del calzolaio, che si aprì da sola come al solito.
Ora riaffioravano i pensieri di quanto accaduto la notte precedente, ma prima che potesse dire buongiorno per educazione, il vecchio Ernest portò il dito indice sul naso e lo fissò negli occhi, come per dire “rimanga tra noi”. Quel viso sbiadiva a poco a poco, la sagoma perdeva pian piano definizione fino a sparire nel nulla. Jim si paralizzò, difronte a quella visione, aveva solo il coraggio di muovere gli occhi. Anche la spada dal manico a forma di mezzaluna, poggiata sul vecchio chiodo sparì
Quei strazianti secondi di silenzio finirono con l’apertura alle sue spalle della porta, egli si girò di colpo e vide un vecchietto a testa chinata intento ad asciugare i piedi sul tappeto, finché non alzò la testa e “cosa fai li impalato Jim? È molto che aspetti? Devi scusarmi, mi ero allontanato un attimo per comperare il latte…… Jim ci sei? Ecco le tue scarpe Jim, sono pronte, Ehi!” e come per magia “ ssssignor Ernest, b-buongiorno, m-ma lei……..?” Non riusciva nemmeno a parlare, prese le scarpe ringraziò e scappò via. Il nuovo signor Ernest inconsapevole di quanto accaduto, fece un sospiro e chiuse lentamente la porta fino a non vedere più il ragazzo.

Correvo! non riuscivo a fermarmi! avevo il cuore in gola, le gambe pesanti e leggermente tremolanti! Non potevo parlarne con nessuno, mi avrebbero sicuramente dato del matto. Non lo dirò a nessuno, non sono matto! io ho visto! Possibile che anche questa volta è stato frutto della mia immaginazione? basta! arrivo al convento, mi do una bella sciacquata al viso e sono sicuro che tutto passerà”. Si fermò di colpo, prese due manciate di neve soffice e la spalmò sul viso “brrr è gelata! Questo vuol dire che non sto sognando! Il signor Ernest non ha mai parlato! L’altro non era lui…o prima non era lui ed ora si? Pure la spada è sparita e poi il negozio non era più tutto impolverato” prese un altro mucchio di neve, se la spalmò sul viso ed ebbe il coraggio di ritornare in se, così rallentò il passo per non destare sospetto ed arrivò al convento come nulla fosse successo.

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