CAPITOLO 5/6

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Lo strano incontro

In un tratto di strada, non molto
distante dal convento, Jim incrociò boccoli d'oro. Era li a pochi passi da lui e faceva compere con suo padre, tutta imbacuccata, sbucava solo quel lungo ricciolo dal cappello di lana che le donava molto, lei non lo aveva notato, ma lui si fermò ad osservarla. Sceglieva la frutta con il padre e ogni mela che prendeva, prima di metterla nella busta di papiro, la rigirava fra le mani come fosse un batuffolo di lana, la portava al naso e la annusava come fosse un fiore, finché non la metteva nella busta con delicatezza come fosse di cristallo. Quella bambina era veramente strana! Ma lo attirava come un carro in discesa, non sapeva se avvicinarsi o far finta di niente e andare via. Lei improvvisamente si girò verso di lui con i suoi enormi occhi verdi e l'aria sorpresa, Jim fu come colpito da un fulmine e le sue guance dapprima gelide ora emanavano calore, il battito cardiaco tendeva ad aumentare. Quella strana sensazione durò pochi battiti di ciglia, il tempo di accorgersi che in realtà Berny guardava alle sue spalle, tra gli alberi di frutta. Si girò d'istinto anche lui, per capire cosa potesse sorprendere così Bernadette, ma non vide nulla. Era di nuovo quel luccichio, Berny lo fissò, finché non sparì ancora! allora si accorse di quel ragazzo, che guardava nella sua stessa direzione e gli venne quasi il dubbio che lo potesse aver visto anche lui. Ma Jim abbassò la testa e proseguì verso il convento, la timidezza di Bernadette non gli diede una mano per parlare con lui, ma era sicura che un giorno gliel'ho avrebbe chiesto. Correndo verso il convento Jim ripensava a quanto accaduto e non si capacitava della sua reazione, " mi ha soltanto guardato! Anzi non guardava nemmeno me! Allora Jim che ti succede non è da te, tu non temi niente! E poi quel vecchio mmmmm che rabbia ma come fa? E domani devo pure tornarci......basta! Ritorno in me, aiuto i miei compagni con le pulizie, così non ci penso più."


La giornata passò velocemente, nevicò delicatamente tutta la mattina e Fervest era tutta innevata, gli alberi, le case, sotto la luce della luna e il lieve lampeggiare delle stelle, rilassavano gli occhi. Le strade si riconoscevano solo dalle impronte dei cavalli e le righe che lasciavano le carrozze.....una città incantata!


Jim! Che ti succede? È da un po' che sei strano, oggi non ti sei fermato un attimo. Niente Suorina Tutto bene non si preoccupi, volevo solo aiutare un po' i miei compagni così domattina avranno più tempo libero.


CAPITOLO 6


Cose strane a Fervest


Questo strano modo di fare non convinse suor Paolina ma lo lasciò comunque andare senza aggiungere altro. Jim era stanco però prima di addormentarsi, non poteva fare a meno di andare in soffitta a guardare le stelle e la piccola Bernadette. Le palpebre sembravano di pietra, la testa sempre più pesante, si girò per andare verso le scale e ora che il sonno aveva preso il sopravvento qualcosa lo fece balzare improvvisamente. Con la coda degli occhi vide un ombra muoversi tra la fitta neve non calpestata delle strade di Fervest. Spense la candela poggiata sulla piccola finestra e diede una furbesca sbirciata nel buio, per capire chi fosse quella persona, ma senza farsi vedere.....Era il vecchio Ernest. Lo seguì incuriosito con lo sguardo, per capire dove era diretto, sempre stando attento a non farsi vedere e proprio davanti al giardino di casa Molina........... egli scomparve nel buio improvvisamente. Jim era terrorizzato " impossibile!, era li un attimo fa!" Ma la cosa che più lo turbava, fu il fatto che nel momento in cui spariva, Ernest alzò la mano come a salutarlo. Non dormì tutta la notte. "uffa! Ma quando si sveglia Suorina? Magari lei saprà spiegarmi? lei ha sempre una risposta a tutto!"." Dimmi Jim mi stavi chiamando?" "oh! Mi perdoni Suorina, l'ho svegliata? No tesoro ero già in piedi, per questo ti ho sentito borbottare, cosa ti succede Jim? Le volevo chiedere......mm a è possibile........che......le persone possano scomparire nel nulla? Suor Paolina si portò la mano sulla bocca, per soffocare la risata, poi con voce allegrotta disse "piccolo ma questo è impossibile! Non raccontarlo ai tuoi amici, ti prenderebbero in giro, ma come ti vengono in mente certe cose? Suorina ho visto il vecchio Ernest sparire nel buio, proprio difronte al giardino di casa Molina! La faccia da schiamazzi della suora cambiò improvvisamente e con voce non troppo seria ma convincente "basta con queste frottole! È ovvio che non è possibile, non vedevi più nessuno perché era buio pesto, cos'altro sennò? Voi e la vostra immaginazione, mma" Fece un movimento come ad andarsene, poi si girò nuovamente e col dito puntato a qualche centimetro dagli occhi di Jim e con la stessa voce di prima aggiunse "questa è l'ultima volta che vai in soffitta a quell'ora, non voglio che fai brutti incubi, scusami se sembro cattiva ma la penso così, ora dammi un bacio e vai giù a giocare" "ok però posso andare prima un po' a letto? aveva ragione lei suorina, non ho dormito molto" La suora annuì e lui si raccolse sotto le coperte. Dopo un paio d'ore si svegliò, ma con lo stesso pallino in testa. "possibile che mi sono immaginato tutto? Certo! Il buio farà pure brutti scherzi, ma quel vecchio mi ha sempre dato una strana sensazione.....e ora devo pure andare da lui...vabbè coraggio Jim" si vestì in fretta, scese le scale quattro gradini alla volta, poggiando entrambe le mani sulle rispettive ringhiere, ma quando stava per uscire dal portone suorina lo fermò. " allora? Ti ha fatto bene la pennichella?" "si suorina" "ok! Stai andando a ritirare le scarpe?" "si suorina" "e lascia perdere il signor Ernest, è solo un pover uomo" "ok suorina" "ma non sai confermare in nessun'altro modo? E non rispondere si suorina!" "ok suor paolina hihihi.....a dopooo" "aspetta Jim! devo dirti ancora una cosa, domani mattina verranno qui al convento alcune persone" " quali persone?" " una famiglia verrà per adottare uno di voi orfani" Jim spalancò gli occhi, non voleva separarsi da quelli che lui spesso definiva fratelli, comunque fece si con la testa e si avviò verso il negozio del calzolaio.



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