Capitolo 6

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Capitolo sei

Justin's pov

Il giorno dopo suonò la sveglia,e mi alzai di malavoglia dal letto.Dovevo trovare un lavoro,per mantenermi da solo perché non potevo vivere ancora con mia madre,e tra l'altro dovevo sistemare la situazione con i miei amici.
Se posso ancora chiamarli così.
Se poi loro non mi avessero voluto più vedere,infondo li avrei capiti.

Presi in fretta dalla valigia-siccome ancora non avessi avuto tempo per sistemare tutta la mia roba-una maglia grigia,jeans nero e le mie solite supra.
Anche se ero cresciuto,a distanza d'anni,non avevo mai cambiato il mio abbigliamento.

Lavai i denti,e poi scesi di sotto,senza spazzolare i capelli,perché erano perfetti.Come sempre.

Mia madre era intenta a mettere una scarpa al piede di Jaxon mentre Jazzy beveva un succo,guardando la televisione.

"Buongiorno."salutai mia madre con un bacio sulla guancia,scompigliando poi i capelli di Jaxon.
Mi avvicinai poi a Jazzy,e la presi in braccio,facendole il solletico sul collo con il mio naso.
"Giorno principessa!"lei ridacchiò soltanto,stringendolo le sue piccole braccia attorno al mio collo.

Le diedi un piccolo bacio sulle labbra,e la riposai di nuovo sul divano.

Mia madre sospirò contenta quando finì di vestire Jaxon,sistemandogli poi i capelli.

"Mamma io oggi devo uscire."avvisai mia madre mentre mi avvicinai al frigo,prendendo il cartone del succo d'arancia.

"Andrai alla ricerca di un lavoro?"chiese bevendo un po' del suo caffè,dalla tazza gialla che aveva tra le mani.

"Si.Tu invece?Starai con i bambini?"

"No,adesso li porterò a scuola,ma ho bisogno che tu li vada a prendere."mi supplicò con lo sguardo.

"D'accordo.Adesso devo andare però,ci vediamo dopo mamma."salutai nuovamente mia madre,i bambini,e infilandomi il giubbotto di pelle,uscii di casa.

Siccome la mia macchina,fosse rimasta in Canada,e dovevo assolutamente recuperarla tramite l'aereo porto,andai in garage sperando di trovare la mia vecchia moto.
E per fortuna la trovai sotto un vecchio telo bianco macchiato.

Quel telo l'aveva salvata dalla polvere ma non sapevo se ripartisse ancora.

La portai fuori e quando provai a metterla in moto,emise una specie di borbottio che la fece spegnere di nuovo.
Provai ancora un'altra volta,ottenendo lo stesso risultato.

Alla fine constatai che fosse rotta e che dovevo assolutamente portarla dal meccanico.Ma poi come lo avrei pagato?

La rientrai nel garage,e non so con quale colpa di fortuna,rischiai di cadere su uno skateboard.Il mio skateboard.

Dio allora non mi odiava!

Lo afferrai al volo e sfrecciando su quella tavolozza di legno con le rotelle,mi avviai verso quel piccolo appartamento,dove sperai che Alex e Brian vivessero ancora.

[...]

Raggiunto quel solito palazzo con le mura giallognole,dove abitavano i miei migliori amici e dove passavo la maggior parte del tempo,scesi dallo skateboard ed entrai nella hall deserta,senza nemmeno un portinaio che magari ti sarebbe stato utile se stessi cercando qualcosa o qualcuno.

Mi avvicinai alle scale,siccome non ci fosse nemmeno un ascensore,e iniziai a fare quelle sei maledette rampe di scale.

Arrivato,sfinito ma arrivato,camminai per il lungo corridoio buio e deserto che ospitava i vari appartamenti e trovato i davanti a quello che cercavo,cautamente bussai sperando che tutto andasse bene.

"Gli opposti si attraggono 2"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora