Chapter 8

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Accesi istintivamente la luce in camera di Luke, svegliandolo all'istante. Sbattei ripetutamente le ciglia e mi stropicciai gli occhi, in modo tale da abituarmi alla potente luce che aveva illuminato la stanza. Luke imitò le mie azioni qualche istante dopo, per poi nascondere nuovamente il viso sotto le lenzuola chiare.

"È ora di svegliarsi!" la mia voce squillante risuonò per tutto l'appartamento.

Si potrebbe pensare che, in quanto ormai adulto, Luke fosse in grado di farsi il bucato da solo e mettere una sveglia per alzarsi il giorno seguente, specialmente se si trattava del primo giorno di scuola. Invece no, lui non lo faceva.

Tuttavia non mi facevo molti problemi a svegliarlo con una cuscinata in pieno viso; la sua espressione imbronciata di prima mattina era davvero appagante.

Il biondo emise uno sbadiglio, per poi stiracchiarsi in modo teatrale. Gli sbadigli, le espressioni imbronciate e avvilite, e i brontolii di Luke, facevano ormai parte della solita routine che si ripeteva tutte le mattine.

"Sei tu il cretino che ha scelto di fare lezione alle otto del mattino." gli feci notare, camminando verso il suo letto e sedendomi al bordo di esso. Luke roteò gli occhi, girandosi dall'altro lato del letto, colpendomi la schiena con un suo piede. Nonostante il suo fosse un letto a una piazza e mezzo, era comunque troppo alto per esso. "Fai più attenzione!" lo rimproverai, massaggiandomi il punto della schiena precedentemente colpito.

Dopo qualche istante, si decise finalmente a tirarsi su, sedendosi al bordo del letto. Si guardava intorno con un'espressione più che confusa; un'azione che compieva ormai da quando ci eravamo conosciuti e che lo faceva sembrare un bambino piccolo. Non importa quante volte lo avessi preso in giro per quell'azione involontaria, in realtà l'avevo sempre trovata una cosa dolce.
Posò il suo sguardo su di me, con le sopracciglia aggrottate ed un leggero cipiglio in volto.

Solo osservandolo una seconda volta mi accorsi dei suoi capelli spettinati, che andavano in tutte le direzioni, e delle profonde occhiaie sotto agli occhi. Era più forte di me, mi fermavo ad osservare ogni piccola cosa che lo caratterizzava. Ero attratta da quei semplici particolari a cui una persona qualsiasi non avrebbe mai fatto caso.

"Hai uno sguardo da pesce lesso" ridacchiai, notando il suo sguardo ancora fisso su di me.

"Non lo sono" parlò lui. La sua voce, quella mattina, sembrava più profonda e, per quanto fosse possibile, più roca del solito. "Sono solo stanco." si giustificò.

"Lo vedo" scherzai. Il biondo sbatté le palpebre più volte, segno che stesse lentamente iniziando a riprendersi dal sonno. "È il grande giorno." sospirai, realizzando che anche per me sarebbe stato il primo giorno di college. "Preparo la colazione, va bene?" Solitamente ero io a chiedergli di cucinare qualcosa quando ero affamata, principalmente per paura di
combinare qualche disastro in cucina.

Annuì un paio di volte, così mi alzai dal comodo letto, mentre la sua attenzione era ancora rivolta verso di me.

"Diamine." Sospirò lui, spostando il suo sguardo verso terra. "Stiamo diventando vecchi." Sorrise leggermente, sollevando un sopracciglio. Sorrisi anch'io, rimanendo sull'uscio della porta di camera sua, a braccia conserte.

"Non ricordarmelo." dissi, emettendo una breve risatina. Diressi lo sguardo dalla sua figura al pavimento, mentre il silenzio calò nella stanza.

"Continueremo a vivere insieme anche da anziani?" domandò lui, con un sorriso tirato sulle labbra. Lo guardai con la stessa espressione.

"Probabilmente." ammisi. Una volta che ebbi terminato di pronunciare quella parola, non persi altro tempo e mi diressi in cucina, nel tentativo di preparare una colazione decente per entrambi.

when we collide | hemmings [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora