Capitolo 11

300 16 0
                                    

Non ci voleva credere. Dopo un anno Paolo aveva il coraggio di presentarsi lì e rovinare il giorno più bello della sua vita.
"Paolo...cosa ci fai qui?" riuscì a dire Vanessa.
"Ero certo che ti avrei trovata qui. Volevo vederti." Paolo tremava visibilmente, nemmeno lui riusciva ad articolare le parole. Vedendo la situazione Sandra decise di parlare.
"Scusa se mi intrometto, ma ti sembra il caso di piombare qui così dal nulla?? Dopo tutto questo tempo, e poi perché? Solo per farla soffrire??"
"No ascolta, lo so ma non è come credi..."
"No ascolta tu!" Vanessa prese coraggio vedendo la risolutezza di Sandra, "non so perché tu abbia avuto l'idea di presentarti qui, ero felice fino a due minuti fa, e per la prima volta in un anno non stavo pensando a niente di quello che è successo tra di noi! Sai benissimo che non sono il tipo di persona che rovina le famiglie!"
Paolo era completamente spiazzato e rimase senza parole.
"Vane se mi lasciassi parlare un attimo..."
"No Paolo. Non fai altro che peggiorare le cose. Perciò ti prego, adesso vattene come sei arrivato, non costringermi ad odiarti, perché non posso." Vanessa corse via, seguita da Sandra, lasciando Paolo con i fiori in mano, ormai spezzati dalla forte presa con cui il ragazzo li aveva stretti nervosamente.
Vanessa inforcò il motorino con così tanta foga che quasi Sandra stava per cadere, mise in moto e parti in quarta.
"Vane rallenta" urlò Sandra, ma lei sembrava non sentirla.
"Vane vai piano! Ci ammazziamo così! Ti ho detto rallenta!" Vanessa inchiodò.
"Ma sei diventata scema o cos'altro??"
Sandra vide la sua amica paonazza in volto. Le lacrime le rigavano il viso e prese a singhiozzare quasi convulsamente.
"Oh tesoro...scusa se ho urlato...mi dispiace per quello che è successo, ma ti pare che per un cretino del genere andiamo ad ammazzarci?"
"Non doveva, non doveva venire qui! Dovevo immaginarlo, quel post non era fatto per caso!"
Nel frattempo Marco era arrivato già alla festa. Guardava con ansia l'entrata della sala, aspettandosi di vedere da un momento all'altro Vanessa e Sandra entrarvi.
Non c'era molta gente. Stavolta Marco aveva deciso che voleva godersi una serata tranquilla e aveva fatto in modo che venissero distribuiti pochi pass. Non dovevano esserci più di una ventina di persone. Prese un bicchiere e lo riempì con un alcolico leggero.
"Marco! Le ragazze? Non vengono??"
Massimo gli si avvicinò, riempiendosi un bicchiere a sua volta.
"Non saprei... Vanessa aveva detto che era vicino casa e che avrebbero fatto presto! Spero non sia successo nulla di grave..."
"Ma no dai, vedrai che stanno perdendo tempo con i vestiti, sai come sono le donne!"
"Si, io lo so come sono le donne...ma tu??"
"Cosa?"
"Prima ho visto Donatella invitarti a ballare, e hai rifiutato. Non è la prima volta che ti vedo dire di no a una donna! Ma perché?? Un uomo come te!"
"Marco sei giovane... Non puoi capire certe cose."
"No, io capisco che la vita è fatta di amore, ma tu sembra che ne abbia paura! Perché lo respingi?"
Massimo sospiró. Aveva ragione, Marco.
"Ok. La storia è questa. Tanti anni fa ho conosciuto una ragazza. Era perfetta, la mia anima gemella. Avevamo passato insieme una sola stagione, ma era bastato per capire che non avrei mai potuto amare qualcuno al di fuori di lei.
Purtroppo, evidentemente per lei non era lo stesso. Scomparve senza darmi un minimo di spiegazioni. Vedi, quando ami così intensamente, e poi finisce, qualunque cosa tu veda, e qualunque persona incroci il tuo cammino, non ti darà mai una sensazione nemmeno vagamente somigliante al vero amore, quello che hai conosciuto. Sarà solo una fotocopia malriuscita. Capisci cosa voglio dire?"
"Non me l'avevi mai detto. Non l'hai mai più rivista?"
"No. Le mandai centinaia di lettere, ma non ebbi mai risposta. È la vita che va così Marco, cerco di farmi bastare quello che ho. Dopo piú di 20 anni ho imparato a farmi scivolare tutto addosso..."
I loro discorsi furono interrotti dall'arrivo delle ragazze.
"Ehi Marco!" aveva chiamato Sandra.
"Oh finalmente! Stavo iniziando a preoccuparmi!"
"Scusateci, c'è stato un piccolo inconveniente che ci ha fatte ritardare! Ma possibilmente vorrei non pensarci, cosa c'è da bere?" disse Vanessa, che nel frattempo si era calmata. Dopo aver pianto per dieci minuti buoni, era tornata a casa insieme a Sandra, risoluta più che mai a impedire che la sua serata venisse rovinata. Si era rifatta il trucco, si era messa il tubino blu della madre, e insieme a Sandra era ripartita.
Marco fece per porgerle un bicchiere.
"È successo qualcosa di grave??"
"No, è successo che qualcuno aveva deciso di farmi passare una brutta serata, ma non l'avrà vinta."
Marco guardò Sandra con aria interrogativa, ma lei fece cenno di lasciar perdere.
"Bene, allora lasciamo le cose brutte alle spalle e balliamo!"
Marco trascinó entrambe al centro della sala, mentre Massimo li guardava con aria divertita. Era davvero contento per Marco, voleva solo che si rilassasse e si divertisse, e per un po' non pensasse alle solite cose. In quel momento vide il semplice ragazzo che era. Un ragazzo come tutti gli altri, che voleva divertirsi e ballare con i suoi amici senza pensare ad altro. Guardò Vanessa. Più la conosceva e più la vedeva simile a Marco, come quando sorrideva con le labbra ma non con gli occhi. Sperava che entrambi avrebbero tratto del bene l'uno dall'altra. Inoltre, lei gli trasmetteva qualcosa di familiare. Non riusciva ancora a capire cos'era, ma avvertiva come un senso di protezione nei suoi confronti.
Ripensò alla discussione avuta con Marco dieci minuti prima. Era la prima volta che parlava a qualcuno della sua storia con Livia.

Non So Chi Mi Aiuterà A Dimenticarti Il Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora