prologue.

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Sono Louis Tomlinson, un diciottenne diverso dagli altri: sono muto.
Il mio comportamento è solitario, introverso ed abbastanza irascibile, che a causa dell'incidente dei miei non parlo più.

Mi alzo lentamente dal letto, spegnendo la sveglia, e mi vesto subito.

Vivo con mio cugino Liam nel suo bell'appartamento nel centro di Londra, e andiamo a scuola alla Oxford House College; entrambi abbiamo appena iniziato a frequentare l'ultimo anno.

Il tempo a Londra non è dei migliori, quindi mi metto una giacca di jeans imbottita di pelliccia.

Scendo in cucina e trovo mio cugino mangiare. «Buongiorno Louis!» esclama.
Gli faccio un cenno con la testa e mi siedo davanti a lui e comincio a mangiare un croissant.

«Hai studiato per la verifica di biologia?» mi chiede Liam.
Scuoto leggermente la testa. I miei voti a scuola sono degenerati del tutto dalla morte dei miei genitori, e non sono più riuscito a riprendere il controllo di me stesso.

Mi sono chiuso in me stesso, fino agli estremi, e nessuno è più riuscito a farmi parlare. Alla morte dei miei mi portarono da mio cugino, perché era l'unico con cui avevo davvero un grande legame.

«Beh, io ho studiato un po'.»
So già che con quell'un po' intendeva ho studiato tutta la notte per prendere il massimo dei voti come sempre.

Mi metto lo zaino in spalla ed usciamo diretti alla sua auto.
Mi dirigo a passo lento verso la vettura, con una mano in tasca e l'altra aggrappata alla spallina del mio Eastpack nero.

Il tragitto è silenzioso -come sempre d'altronde- ma Liam lo interrompe facendo qualche domanda.

Appena arriviamo a scuola, scendiamo e ci dirigiamo verso Zayn e Niall, suoi migliori amici.

Ci salutano calorosamente, ma il mio sguardo cade su un ragazzo riccio che sbatte contro di me correndo, facendomi cadere col culo a terra.

«Oh dio scusami tanto!» esclama preoccupato.
Liam e i ragazzi mi aiutano ad alzarmi, e io mi pulisco i pantaloni.

«Scusa davvero.» continua il riccio.
Guardai i suoi occhi, due smeraldi da far perdere il fiato, sorriso smagliante con tanto di fossette, labbra rosee e a forma di cuore. «Sono Harry Styles.» si presenta lui porgendomi la mano.

La fisso, guardando quella croce tatuata e quei bellissimi anelli che ricedevano perfetti sulle sue lunghe e affusolate dita.

Lui ritira la mano, quando vede che non ricambio.
In aiuto corre Liam. «Ciao Harry, lui è Louis. Non parla molto, è timido.»

«Oh, il famoso Louis Tomlinson.» esclama lui, la sua bocca forma una perfetta 'O'.

Mi irrigidisco alle sue parole.
Tutti parlano in continuazione di me a scuola, vengo anche spesso offeso, ma vedo di non farci caso, anche se quelle parole sono come pugnalate nel cuore.
La gente si diverte a prendere e distruggere l'unica cosa di cui un'essere vivente ha bisogno di vivere.
La gente si diverte a insultarti sui tuoi punti deboli, prendere di mira il tuo cuore.

Liam, notando la mia soggezione, corre subito in aiuto. «Senti Harry, è stato bello conoscerti, ma ora dobbiamo andare.»

Mio cugino mi tira per il braccio dentro scuola, e io guardo quegli occhi verdi e tristi fissarmi andare via.

Questo è il prologo, è lunghino, ma gli altri capitoli saranno un po più corti, perché questa sarà una short story! Vi ricordo che l'idea della storia l'ho presa da zhantom che ringrazierò sempre per la magnifica idea, grazie ancora!

Shut up. » l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora