Cap.5

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Arrivammo in centro verso le 13:00, il viaggio fu molto silenzioso,lo passai a osservare il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino, nonostante fosse una giornata piena di sole a me appariva buia e scura, senza luce, senza vita, anche perchè ero ancora sconvolta da ció che era successo prima, il mio sguardo era completamente perso a guardarsi attorno fingendo con un sorriso striminzito che tutto stesse andando bene, cosa non vera, il ghiaccio che prima si era parzialmente sciolto, si stava riformando velocemente nel sangue.

Fortunatamente tra poco inizia il college e avró cose più importanti a cui pensare invece che a uno stupido ragazzo e a ció che gli altri mi fanno, avrò un bel po' di distrazioni anche se di sicuro i problemi non mancheranno, come al solito.

Parcheggiammo a fianco al ferramenta, l' unico posto libero nonostante in giro non si vedesse anima viva.

Uscimmo dalla macchina e sull' uscio vidi Simon il "simpatico" vecchietto del negozio malandato dove io e Adam andammo l'ultima volta.

-Signorina Hazel, buon giorno!-

-Salve Simon.- non ero molto in vena di mettermi a chiacchierare, quindi cercai in tutti i modi di andarmene, mentre Megan mi guardava un po' inebetita, venne verso di me,

-Chi è questo?- mi sussurró all' orecchio,

-Dopo ti racconto- gli mimai io con la bocca e con le mani gesticolando velocemente,

-Adam come sta? La vostra convivenza sta andando a gonfie vele?-

-Senta, no, non le deve interessare- dissi acidamente,

-Dolce e simpatica come sempre vedo- ridacchió,

Alzai gli occhi al cielo, presi Megan a braccietto e con passo rapido la portai velocemente più lontano possibile da quel posto.

Ci fermammo in una pizzeria li vicino e dopo che la cameriera ebbe preso gli ordini iniziai a raccontare tutto alla mia migliore amica.

Non ne restó molto sconvolta anche perchè non c'era nulla di troppo strano che la potesse traumatizzare.

Arrivarono gli ordini e iniziammo a mangiare parlando del più e del meno, ma nonostante tutte le distrazioni che avevo intorno l' unico pensiero fisso era Adam, era un peso che pian piano mi stava distruggendo, come se un grosso macigno mi stesse schiacciando molto lentamente per farmi soffrire il più possibile, non sapevo come uscirne e soprattutto se ne sarei mai uscita.

Ad un certo punto gli occhi azzurri di Megan si bloccarono su un qualcosa o su un qualcuno e un ghigno malizioso nacque sulla sua bocca.

-Che hai?- le chiesi un po' incuriosita da quel suo sguardo,

-C'è un ragazzo niente male laggiù- ridacchió, alzando un sopracciglio e una parte della bocca facendo nascere sul suo viso un sorriso provocante.

Scuotendo la testa divertita da quella sua espressione mi girai nella direzione indicata, per riuscire a vedere di chi si trattasse.

Smisi di respirare per qualche secondo, l'aria mi mancava, non riusciva ad entrare ne dalla bocca ne dal naso.

Sulla mia faccia scese un velo di angoscia e rabbia,

-Hazel, tutto bene?- chiese Megan notando la mia espressione pietrificata rivolta verso quella figura di schiena.

-Vado un attimo in bagno.- a mala pena riuscivo a parlare,

-Vuoi che venga con te?-

-No.- la mia risposta non poteva essere più secca e fredda di così.

Mi alzai e feci per andare in bagno, quando sentii le ginocchia iniziare a tremare e quasi cedere facendo cadere quello che era il mio misero corpo.

It is not a love songDove le storie prendono vita. Scoprilo ora